Capitolo 4: Il falciatore

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MADRE POV
Torno in hotel e trovo Bambi che mi aspetta ansiosamente.
- mamma!
Esclama lei. Io la abbraccio e la stringo forte al mio petto.
- è andato tutto bene in banca?
- sì, ora possiamo tornare all'hotel in cui alloggiavamo.
- mamma...io non voglio tornare lì.
- non c'è nessun problema tesoro, cambieremo hotel.
La rassicuro e comincio a preparare le nostre cose per andarcene. Porto i capelli sciolti, indosso una camicia nera di raso e dei pantaloni del medesimo colore; niente tacchi, oggi voglio stare comoda. Bambi invece è vestita di beige e indossa un grazioso cappotto rosa cipria, abbinato all'elastico che porta fra i capelli. Prenderemo un autobus e ci dirigeremo nell'entroterra. Dopo 4 ore di viaggio passate con la testa di Bambi sul ventre, arriviamo a destinazione.

BAMBI POV
Siamo arrivate nel nuovo hotel ma ho ancora il dottore nella testa che mi tormenta. Ho intuito che mia madre è turbata...e se sapesse qualcosa? Cosa farebbe? Forse dovrei dirglielo, non sono abituata a nasconderle le cose.
- mamma...
- sì?
- di notte fatico a dormire...ti ricordi quel giorno che dovevo andare a fare l'escursione? Beh non sono andata...
- bimba, dobbiamo pensare a ciò che ci aspetta per il futuro. Ho una brutta sensazione.
Non vuole sapere altro? Davvero? Questo vuol dire solo una cosa. Lei sa già tutto...è una donna molto intelligente e intuitiva e non c'è una singola cosa che non sappia di me.
- e perché mai?
Le chiedo io allora.
- sono sulle spine, c'è qualcosa che mi turba. Sto cominciando a stare male.
- no mamma, devi tenere duro. Ci sono io con te.
- lo so piccola...
Temo che stiano arrivando i giorni del cuore appesantito...in quei giorni mia madre non è più in lei. È irritabile, non parla e non cura sé stessa...insomma, diventa un vegetale. A distogliermi dai miei pensieri è il verso di un cane; quella piccola creatura nera e bianca interrompe la nostra conversazione. Ci voltiamo e vediamo un cucciolo che ci osserva. Io lo prendo in braccio e lo accarezzo.
- avrà una madre?
- ma certo, ce l'avrà sicuramente. Come tutti...
- lo aiuterò a cercarla allora.
- sì bimba, vai pure a farti un giro con lui.
- è davvero tenero.
- già...sai, anch'io avevo un cane.
- non me l'avevi mai detto.
- era molto affettuoso e protettivo ma la Regina di Ghiaccio lo detestava.
- e perché?
- era un cane un po' pazzo...diventava aggressivo perché aveva paura di tutto.
Proprio come mia madre, penso.
- una notte lo sentii lamentarsi e poi un boato. Corsi in giardino e lo trovai ricoperto di sangue. Uno degli scagnozzi di mia madre lo aveva ucciso soddisfando la sua richiesta. Io ero incinta di te e avevo perso il mio unico amico fedele. Era l'unico che mi rimaneva.
- e mio padre? Lui non era al tuo fianco?
- noi due non potevamo stare insieme. Quando gli ho detto di essere incinta gli si sono illuminati gli occhi, ma io gli ho smontato il castello. Non avrei mai potuto rivelare ai miei genitori l'identità di tuo padre. Lo avrebbero perseguitato proprio come hanno fatto con me. Io già sapevo di voler scappare via da loro e non volevo coinvolgerlo...
- mi dispiace per tutto quello che hai dovuto passare mamma.
- tranquilla Bambi, ora vai a cercare la madre del cucciolo.
Faccio come dice e seguo le orme del cucciolo, ma all'improvviso lo perdo e torno indietro. Mi imbatto in alcuni ospiti dell'hotel e anche se mia madre non vorrebbe, mi soffermo ad ascoltare i loro discorsi.
- ho paura...ho sentito il notiziario e il killer degli hotel sembra essere ancora a piede libero.
- di cosa parli?
- non hai sentito? Lo chiamano "il falciatore". Ha ucciso il direttore di un hotel e un dottore...incredibile.
- sul serio?
- proprio così...stanno girando le foto segnaletiche.
Sembrerebbero parlare di mia madre...sarebbe capace di uccidere? È questo che intendeva ogni volta che ripeteva di dover dare una lezione a chi se lo merita? Non può essere una coincidenza.
Torno velocemente da lei ma cerco di fare finta di nulla, ma con lei è impossibile. Ha un fiuto infallibile, insomma, mi conosce troppo bene.
- Bambi che hai?
- nulla, sono molto stanca. Il cucciolo mi ha fatto correre.
Mi prende il viso tra le mani.
- non ti credo. Dimmi ora cos'è successo.
- tranquilla, nessuno mi ha fatto niente.
Dico, per paura che uccida qualcun altro. Lei mi fissa ma distolgo lo sguardo. Sono a disagio, non sono in grado di tenerle testa.
- bimba!
Non le rispondo e lei non insiste. Decide di farsi una doccia e nel mentre io ne approfitto per frugare tra le sue cose. So che non dovrei, ma ho bisogno di conferme. Non posso accusarla di nulla, ma in ogni caso lei non mi mentirebbe mai. Trovo un taglierino a mio malincuore; non posso fare nulla se non sentirmi in colpa. So perfettamente che l'ha fatto per me e per difendermi. Si è sempre sporcata le mani per me, non è giusto. Ha sofferto troppo e ora sono terrorizzata per lei. Se dovessero arrestarla non me lo perdonerei mai.
- Bambi!
Afferra il taglierino e me lo strappa dalle mani.
- ti prego di non farmi domande...
- so che lo hai fatto per me, è colpa mia.
- Bambi, no! So che è difficile accettare questa nuova parte di me...
- io ti capisco mamma. Ma capisco anche perché dobbiamo scappare. Finalmente capisco! I tuoi genitori sono morti, perciò non scappiamo da loro. Noi scappiamo dalla polizia vero? Da sempre!
- bimba...piccola mia...
- quante persone hai ucciso?
- sto crollando...
- mamma...
- io...io... non lo so tesoro. Ho eliminato dei pericoli, ho sistemato chi ti dava fastidio e chi ti feriva. Ho fatto ciò che serviva per proteggerti.
Noto che mia madre è esausta, ha gli occhi lucidi e sta tremando. Mi ferisce vederla così.
- mamma, ho capito. Ora basta, ti capisco.
La prendo dai fianchi e la avvicino a me. La stringo forte e lei ricambia, lasciandosi andare. Mi accarezza la testa e poi si asciuga le lacrime.
- mamma, dobbiamo andarcene via.
- sono d'accordo. Questo posto comincia a inquietarmi. Ho bisogno di cambiare aria.
- dobbiamo sistemarci questa volta. Forse di servirebbe una casa dove stare...
- no, impossibile.
Scuote la testa e così cambio discorso.
- prima ho sentito delle persone che parlavano di te...ti chiamano "killer degli hotel".
- com'è possibile...Dopo tutti questi anni perché ne parlano adesso?
Mia madre aggrotta le sopracciglia e socchiude gli occhi. Sta riflettendo e ammetto di essere d'accordo con lei. Perché proprio ora? Nessuno conosce il suo nome, non possono cercare una persona che non esiste.
- aspetta Bambi...la mia lontana parente che abbiamo incontrato! Sarà stata lei a rivelare il mio nome. Oppure...no, no...
- che cosa?
- è impossibile che siano ancora vivi quei due...quelle due serpi. Non avremmo potuto spendere l'eredità di mia madre se fosse stata viva.
- esatto mamma! Non ti devi preoccupare di loro.
- forza, andiamocene.
Era arrivato il momento. Ogni volta che cambiamo hotel è come se cambiassimo vita e ripartissimo da zero. Ma questa volta è diverso. Non ho mai visto mia madre così preoccupata. Ha paura e si percepisce, la vedo incupita ultimamente. All'improvviso, squilla il telefono della stanza e mia madre risponde.
- sì?
- signora, sta arrivando la polizia, vogliono parlare con lei. Mi sembrava giusto avvisarla.
- va bene, grazie. Bambi, muoviti, arrivano.
Decidiamo di fuggire dalla finestra e ancora una volta tutto va a buon fine, ma questa volta i poliziotti erano davvero ad un passo dal prenderci.
- Bambi, forse avevi ragione tu...ci serve una casa.
- come mai hai cambiato idea?
- a questo punto credo sia più sicuro comprarci una casa all'estero per non doverci più spostare negli hotel...sembra che la mamma sia diventata famosa.
- come dici tu.
- dobbiamo prelevare tutti i nostri soldi dalla banca.
Facciamo come dice, ma questa volta è andato tutto storto.

MADRE POV
Arriviamo alla banca per prelevare i nostri soldi, ma ho un brutto presentimento. È come se tutti facessero finta di non vederci, tutti tranne una donna che sta dietro una delle scrivanie dell'ufficio.
- buongiorno!
Esclama. Così io rispondo.
- salve, dovremmo prelevare tutti i nostri soldi.
Dopo aver fatto delle ricerche al computer, mi sorride e mi comunica che ci avrebbe consegnato il denaro in pochi minuti.
- dovrà firmare dei documenti prima. Prego, si accomodi pure nell'ufficio della direttrice.
- e perché mai?
Le chiedo con aria minacciosa.
- solo la direttrice è autorizzata a consegnare importanti somme di denaro.
La guardo insospettita. Ordino a Bambi di uscire e di aspettarmi all'esterno, per sicurezza. Faccio ciò che mi dice l'impiegata, busso alla porta della direttrice ed entro.
- salve.
- buongiorno! È lei che deve firmare i documenti giusto?
- corretto...
- prego, un paio di firme.
La donna, mi consegna i contanti ma riesco a sentire delle sirene in lontananza. Afferro delle forbici e gliele conficco nel collo, per poi rompere un vetro con un attaccapanni e fuggire. Riesco a raggiungere Bambi ma abbiamo i poliziotti alle calcagna. Corriamo più veloci che possiamo mano nella mano, ma arriviamo davanti ad un precipizio a picco sul mare.
- Bambi, che ne dici se gli facciamo vedere quanto siamo brave a nuotare?
- sì, è una buona idea.
Decidiamo di tuffarci in acqua, ma di conseguenza perdiamo TUTTI i nostri soldi. Era l'unica scelta che avevamo. Prendiamo l'ennesimo traghetto e raggiungiamo un'isola greca, in modo da lasciarci la Turchia alle spalle. Sono esausta e temo di star perdendo la testa. Comincio a vedere la macchina di mio padre ovunque, come se mi stesse seguendo. Vedo mia madre nei miei sogni ma non solo, la vedo davanti a me e ci parlo. Non riesco più a capire cosa che è reale e cosa è soltanto nella mia testa. Questo è il frutto della paura. 'E se mio padre fosse vivo?' Questa è la frase che mi fa scoppiare la testa. Bambi è preoccupata per me e io per lei. Ora che non abbiamo soldi che faremo? Sono stata stupida, imprudente e immatura. Ora per colpa mia, mia figlia non potrà avere delle garanzie. Devo assolutamente trovare il modo di sistemarla, a costo di morire per lei.

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