Capitolo 8: Alt

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BAMBI POV
Aiuto mia madre ad alzarsi dal letto e noto che zoppica. In sottofondo sentiamo una sirena e questo significa che è il momento di scappare, ma questa volta non sarà facile, me lo sento. Stando alle condizioni di mia madre, ho molta paura, ma non per me, per lei. Se dovesse capitarle qualcosa morirei. Lei ha passato la sua intera vita a difendermi e a prendersi cura di me e ora è il mio turno. Lei non è sola e voglio che lo sappia. Le prendo il braccio e la stringo forte.
- andiamocene.
Le dico. Dal suo viso riesco riesco a percepire la stanchezza che ha di scappare; è stufa e i suoi occhi gridano "lasciami qui, tu vai", ma cerco di scacciare questi brutti pensieri. Usciamo rapidamente dalla struttura e ci dirigiamo in strada.
- ricorda, non correre bimba. Camminiamo mantenendo un passo veloce.
- d'accordo.
Le rispondo, seppur notando che lei non ci riusciva. Cammina a fatica e trattiene le urla di dolore. Tiene la mano fissa sul suo fianco e aggrotta le sopracciglia ad ogni passo che fa. Il mio cuore batte forte e mi sento proprio come Bambi nel momento in cui ha un brutto presentimento; il presentimento di rimanere solo. Tante volte mi sono detta "siamo già arrivate a metà del libro, abbiamo oltrepassato la parte in cui la madre di Bambi muore. Ora possiamo andare avanti". Sì, vorrei tanto poterlo dire anche adesso. Più guardo mia madre è più mi sento sprofondare. Non riuscirei mai ad immaginare una vita senza di lei, ma non voglio trarre conclusioni affrettate. Le sirene della polizia si bloccano e questo significa solo una cosa: sono molto vicini a noi.
- forza Bambi, andiamo!
Continua a ripetere mia madre.
Un nodo mi stringe la gola ma devo farmi forza. Le tengo la mano e probabilmente le sto anche facendo male talmente gliela stringo. Non m'importa, è come se gliela stringessi per l'ultima volta...in fondo voglio che questa sia l'ultima fuga. Non voglio più scappare. Ormai sono grande e devo preparare un piano per me e per mia madre. Ormai i soldi non ci mancano e chissà, forse ci compreremo una casa tutta nostra.
Sento dei passi alle nostre spalle; stanno correndo. Così noi facciamo lo stesso; cerco di trascinare mia madre con me ma ad un tratto una voce maschile si fa strada alle nostre spalle.
- alt polizia! Ferme!
Grida.
Mia madre mi passa la busta di plastica tra le mani e mi da uno spintone dicendomi:
- vai! Corri Bambi!
Io mi limito a fare ciò che mi dice. Faccio quello che mi ha sempre insegnato senza disobbedirla. Proprio come nella fiaba di Bambi, corro via senza voltarmi. Sento due boati molto forti, dei rumori che sembrano degli spari. Non lo so...non so cosa fossero. Non voglio nemmeno saperlo. Ora sono sola, o almeno credo. Devo crescere e mettere in atto tutto ciò che mi ha insegnato mia madre. Magari un giorno la rivedrò e sarò tanto felice di averla resa fiera di me. Sì...costruirò la mia nuova vita appositamente per mia madre. Se dovesse tornare, potrà sentirsi ancora amata e accolta. Le nostre strade si incontreranno di nuovo, ne sono certa; lei non è come la mamma di Bambi, non è stupida e perciò tornerà da me.

POLIZIA POV
Sono diversi mesi che inseguiamo madre e figlia e ogni strada che prendiamo sembra essere un vicolo cieco. Per questo motivo ora al comando c'è un'altra persona; un uomo meschino che si crede un eroe. A differenza del comandante precedente, questo è freddo e distaccato. Gli importa soltanto di salire di livello e di avere l'articolo in prima pagina di giornale. Per fare questo lavoro non ci vuole solo fermezza ma ben altro ancora. A volte bisogna anche mettersi nei panni delle persone e cercare di capirle. Noi sventiamo il crimine, è vero, ma non inseguiamo dei cani, ma bensì delle persone. Questo è il mio pensiero.
Quando ho visto per la prima volta i volti di quelle due donne ho subito pensato "sono molto belle e per essere madre e figlia non si assomigliano". Un'altra cosa che salta all'occhio è sicuramente la poca differenza di età tra le due ed è qui che ho iniziato a riflettere. "L'avrà avuta da giovanissima, non c'è dubbio. Chissà cos'ha passato questa donna" mi sono chiesto. Non metto in dubbio che ciò che ha fatto sia sbagliato e crudele, questo è certo. Ma credo che in questo caso si possa parlare di problemi psichiatrici e allora qui la situazione cambia. Cosa si potrebbe pensare di una madre che forse ha subito traumi o abusi, affetta da problemi mentali, che gira il mondo con una ragazzina? Sono sempre state sole...sempre. Un po' mi dispiace...avrebbe potuto farsi aiutare da qualcuno.
Quando ricevemmo quella chiamata, sapevo che le avremmo prese quella notte. Avevo un brutto presentimento e il mio superiore era euforico, sembrava addirittura drogato per l'eccitazione. Era ossessionato da quelle due e conoscendolo, sarebbe anche stato capace di ucciderle, la ragazzina compresa. Ci dirigemmo con le volanti verso il centro della città; una pattuglia fu inviata nel b&b e un'altra nella gioielleria. Io mi trovavo con alcuni uomini e il comandante tra le vie buie della città; eravamo armati fino ai denti anche se stavamo inseguendo due donne disarmate e impaurite. Mi facevano pena, se avessi potuto le avrei lasciate scappare o per lo meno, avrei lasciato scappare la ragazza. La donna invece mi incuriosiva, avrei voluto tanto conoscere la sua perizia psichiatrica e il suo passato. "Perché ha fatto quelle cose?" Questo era l'interrogativo che mi risuonava nella testa.
All'improvviso il comandante ci fece il gesto di fermarci e dopo pochi secondi ci indicò di svoltare a destra. Imboccammo una stretta via poco illuminata ed ecco che in fondo alla strada avvistammo due figure che camminavano. Ci avvicinammo e il capo urlò:
- alt polizia! Ferme!
Tutti noi avevamo le armi puntate ma nessuno sparò. Sentii che la donna gridò alla figlia un qualcosa come "Vai, scappa..." e poi qualcos'altro. Non feci neanche in tempo a realizzare, che il capo mi strappò dalle mani il fucile che tenevo e sparò tre colpi alla donna rendendola un colabrodo. Io, così come i miei colleghi, rimanemmo immobili. Non riuscii a muovere un solo muscolo. Forse a sentirlo raccontare qualcuno potrebbe anche dirmi "sei ridicolo, in fondo lei era un'assassina". Ma viverlo e vederlo dal vivo è completamente diverso. Quell'episodio mi ha segnato nel profondo e non augurerei a nessuno di vivere quello che abbiamo vissuto noi quella notte. Penso anche a quella povera ragazza rimasta senza madre...in gruppo ci avvicinammo al corpo della donna steso a terra e lei ci guardava accennando un sorriso. Sembrava dirci "fottetevi", come se avesse vinto lei. In fondo credo che sia così...la figlia è scappata e quello era l'unico obiettivo della madre, salvare la sua bambina. Ha vinto lei in fin dei conti e onestamente sono contento. I suoi occhi a mano a mano si spegnevano mentre quelli del comandante brillavano sempre di più. Era contendo di aver ucciso una donna, questa è la verità. Avrebbe potuto spararle alle gambe e poi lei era rimasta indietro per far scappare la figlia, si stava fermando dopo la prima intimidazione. L'ho vista io. Non serviva sparare, non era pericolosa, ma evidentemente quella notte lui volle sentirsi un eroe. L'eroe del Paese. Quella era una donna da aiutare...da rinchiudere ma anche da accompagnare in un percorso psichiatrico in una struttura apposita.
Della ragazza invece nessuna traccia, anche al giorno d'oggi, nessuno sa dove sia, non ne si conosce nemmeno il nome.
Della madre invece abbiamo scoperto tante cose, innanzitutto la sua identità. Proviene da una famiglia turca molto ricca e sembrerebbe essere sparita poco dopo aver partorito sua figlia. In molti la accusarono dell'omicidio della madre e del tentato omicidio del padre, ma non sono mai state rilevate delle prove a riguardo. Abbiamo anche parlato con il padre della ragazza per avere qualche informazione in più.

Da chi stiamo scappando mamma?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora