2. Get ready, the journey won't be easy

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Brian é uscito alle nove di sera e mi ha lasciata da sola imbambolata in cucina mentre Mia e Liam stanno in salotto.

Saranno passati almeno venti minuti di domande che mi hanno fatto interrottamente.

- Allora com'é Melbourne?- mi chiede Mia.

Scrollo le spalle, non mi va di parlare di com'era la mia vita lì

- Ho capito, inizi la scuola insieme a noi?-

- Sì.- rispondo cercando di evitare il suo sguardo.

- Bene, spero avremmo le stesse classi.- ribatte Liam.

- Oddio, é passato tantissimo da quando non ci vediamo, mi ricordo ancora tutte le nostre avventure da piccoli.- dice lei con un'enorme sorriso stampato in faccia.

- Sei cambiata un sacco.- continua lei, ma subito dopo la interrompe Liam.

- Infatti, sei ancora più bella di quand'eri piccola.-

Gli rivolgo un sorriso simpatico, ma non dura tanto perché un telefono squilla.

- Un secondo.- asserisce Mia rispondendo alla chiamata.

- Mamma? Non ricordi, eravamo da Jade, é tornata.- comincia lei a parlare.

- Come? Uff.. Va bene dai.- conclude prima di mettere giù il telefono.

- Scusaci dobbiamo andare.-

- Nessun problema, tranquilli.- li rassicuro accompagnandoli alla porta.

Ci salutiamo un'ultima volta prima di chiudere la porta, tiro un sospiro di sollievo, come se l'avessi trattenuto per tutti quei venti minuti.

Solo ora mi ricordo di mio padre, non l'ho visto più dopo la cena, quindi vado a controllare.

Quasi mi perdo in quella casa, non riconosco più i corridoi.

- Papà?- provo a richiamarlo, ma nella casa regna solo il silenzio assoluto.

Sarà occupato.

Quindi decido di salire sopra e vedere camera mia, mi faccio un giro per il corridoio, ci sono molti quadri di papà e Brian, sono felici, ci sono anche foto mie di quand'ero piccola. Arrivo infondo al corridoio dove trovo una porta bianca, c'è scritto 'Jady' in lettere in legno sottili.

Sorrido e la apro, mi ritrovo davanti un letto non troppo piccolo ma né troppo grande, é perfetto.

C'è anche una scrivania ad angolo e sopra un computer portatile, ha anche una sedia girevole.

Non appena ci entro vengo sopraffatta da un profumo intenso alla ciliegia.

Mi ricorda..

Casa








Passo le seguenti ore a sistemare le mie cose nell'armadio e per la stanza, ora é completa, esattamente come me la sono immaginata io.

Mi stendo sul letto dopo essermi tolta le scarpe, guardo il soffitto bianco e ampio, a volte penso come sono stata così fortuna a nascere in questa "famiglia" così benestante.

Ignorando il divorzio di mamma e papà però, loro sono sempre stati abbastanza ricchi, poi dopo che siamo nati io e Brian si sono un po' trovati in difficoltà.

Poi dopo il divorzio, la famiglia si é scombinata, Brian é rimasto con papà qui a Los Angeles, mentre mia madre mi ha obbligata a venire con lei a Melbourne.

Immersa nei miei pensieri, cado in un sonno profondo.











- Jade!-

Trasalisco a sentire la voce di Brian gridare, credo di essermi addormentata per la stanchezza la sera prima.

Controllo l'ora sul telefono che stava sul comodino accanto al letto e vedo che sono le dieci di mattina.

Io non dormo mai così tanto..

Mi alzo a sedere e fisso un po' in giro rendendomi conto che questa camera sarà la mia camera per i prossimi anni.

Dopo essermi lavata la faccia e spazzolata i capelli, scendo al piano di sotto dove trovo Brian a tavola e mio padre ai fornelli.

- Buongiorno Jady, prendi dei pancake.- mi indica i pancake sul piatto al centro del tavolo.

Mi siedo davanti a Brian che sta mangiando un pancake alla nutella mentre chatta sul telefono.

- Puoi metterti una maglietta?- gli chiedo vedendo lo stato in cui é messo.

Lui alza gli occhi dal cellulare e mi rivolge un'occhiataccia tagliente per noi scuotere la testa.

- Non ti piace quello che vedi?- mi stuzzica dando una pacca agli addominali.

Ruoto gli occhi al soffitto con fare disgustato prima di afferrare un pancake e divorarlo velocemente.

- Jade che ne dici di fare un giro per LA a vedere se é cambiata?- mi domanda mio padre mentre si aggiusta il colletto della cravatta.

- Vai anche oggi a lavorare? É domenica.- farfuglia Brian guardando mio padre.

- Sì Brian, é un'emergenza.-

Lui sbuffa e poi lo vediamo sparire su per le scale, poi mio padre ricomincia a parlare.

- In ogni caso Brian ti farà vedere dov'é la scuola e farete un giro okay?-

Annuisco ringraziandolo, poi lui mi da un bacio sulla fronte prima di afferrare il pc che stava sul divano ed uscire.

Rimango da sola in cucina a mangiare pancake, dopo aver finito salgo su in camera mia.

- Brian papà ha detto che mi devi far fare un giro!- esclamo davanti alla porta di camera sua.

Lo sento sbuffare per poi venire ed aprirmi la porta, sta davanti a me, a petto nudo e sudato, non posso fare altro che distogliere lo sguardo, altrimenti vomiterei.

- Va' a prepararti, tra dieci minuti usciamo.-

Poi mi richiude la porta in faccia, così vado in camera mia a cambiarmi e sistemarmi meglio.

Indosso una maglietta oversize, come quelle che piacciono a me e dei jeans, d'altronde ho solo quelli nell'armadio.

Vado in bagno a sistemarmi i capelli, controllo un po' nei cassetti per vedere se ci stanno accessori carini, ma non trovo nulla.

A parte una piastra, mi sarà utile, infilo il cavo di essa nella presa accanto allo specchio e aspetto che si riscaldi, intanto mi spazzolo un po' i capelli gonfi.


A parte una piastra, mi sarà utile, infilo il cavo di essa nella presa accanto allo specchio e aspetto che si riscaldi, intanto mi spazzolo un po' i capelli gonfi

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