Ophis - Raccolta Drarry Oneshot

You came deep as any ocean

Dedicato alla persona a cui tengo
Darcy❤️

Era agitato, o meglio era un eufemismo definirsi tale. Le mani sudavano, il doppio petto del vestito in damasco sembrava stringergli il torace ed il leccarsi le gocce di sudore che gli colavano sul viso lo rendeva il solito ragazzo impacciato e sempre troppo dall'aspetto sbarazzino. Aveva cercato di ordinare i capelli, ma erano tornati ribelli e fuori posto. Gli occhiali li aveva fatti stringere, ma calavano e continuava a tirarli su con il dito. La bacchetta premeva sulla coscia, avrebbe voluto con sé la sua fondina invece di stare lì stretta nei pantaloni dentro la tasca. Il cuore batteva forte, quasi sembrava uscire dal petto, il fiato corto, la testa che girava e non riusciva a stare calma. Cercava di distrarsi, guardarsi le scarpe lucide in pelle e dalla punta squadrata. I motivi sul vestito nero, la camicia bianca con il collo risvoltato. No, non era quindi agitato, era nel pieno panico.
Gli occhi di tutti erano rivolti verso di lui, il testimone alle sue spalle e il suo più caro amico Ron, sbadigliava annoiato mentre aspettava l'altro sposo. Sì, l'altro sposo. Forse era scappato, pensò, non lo amava più. In fondo chi potrebbe amare uno che quando dorme occupa tutto il letto e sbava sul cuscino. Lui no, amava un ragazzo che si prendeva la sua porzione di letto dormendo su un fianco e rimanendo fermo. In fondo chi avrebbe amato uno che ai fornelli anche se era bravo, era un disastro nel ripulire. Lui no, lui amava quell'uomo diligente e pulito e che lo portava a cena fuori. Chi poteva amare un disastro, un perfetto tornado di emozioni e che ogni volta sul lavoro era rischioso da lasciar andare perché sarebbe stato capace di tornare morto pur di compiere la sua missione. Lui no, amava un uomo attento e caparbio, che sapeva riconoscere i pericoli e prendeva precauzioni. Quindi pensava, sarebbe stato normale se fosse rimasto solo sull'altare. Ma ecco che le prime note di Canone di Pachelbel iniziarono a suonare. Era la canzone preferita di Draco, era il brano che aveva scelto per il loro matrimonio insieme ad altre canzoni babbane che a lui erano risultate inaspettate. Si mosse verso di lui, era perfetto, non era sudato né sembrava agitato. Il vestito elegante e verde scuro, i capelli ordinati e indietro. Non aveva un ciuffo fuori posto, perfetto come lui. Harry sentiva le gambe diventare gelatina, si chiedeva come fosse possibile che un uomo bello come Draco lo volesse al suo fianco. Quando furono uno di fronte all'altro, Draco gli sorrise e i suoi occhi argentei brillavano come le stelle...Harry poteva giurare di aver visto le costellazioni brillare dentro quei due occhi grigi. Balbettò qualcosa senza senso, Draco sorrise appena nascondendo con la mano una smorfia divertita. Le fossette sulle sue guance, il viso appuntito, un ciuffo che finalmente distruggeva quel quadro perfetto ma rendendolo ancora più bello, fecero quasi svenire Harry. Ma forse era il caldo, o forse il vestito, o forse era impensabile per lui immaginarsi al fianco del uomo di cui si era perdutamente innamorato.
La cerimonia magica fu breve, il momento delle fedi fu quello più emozionante ma anche più impacciato. Harry non riusciva a mettere la fede a forma di serpente, con un brillante incastonato sulla nuca del rettile, al dito del compagno. Gli tremavano le mani, invece quella magra e dalle lunghe dita fine di Draco, erano ferme e asciutte. Alla fine riuscì a infilare l'anello al dito e soddisfatto stava solo aspettando il momento del bacio, la conclusione di quel momento e il poter correre subito via con il suo sposo, perché non avrebbe retto a lungo. Lo avrebbe spogliato lì, divorato di baci e infine fatto suo per sempre.
Draco gli prese il viso tra le mani e lo baciò, Harry si lasciò trasportare e quasi non cadde davvero, creando di nuovo qualche scena comica che aveva già fatto ridere tutti i testimoni. A fior di labbra Draco sussurrò qualcosa: «Ti amo, stupido Potter.»