Nameless Boy

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Dedicata a te mia beta
Ti voglio bene Darcy❤️🌹










Il freddo e l'umido spezzavano le ossa, i piccoli piedi nudi scivolavano sulla nuda pietra bagnata. Stretto tra le proprie braccia, le spalle ricurve e il corpo tremante, con i denti che battevano spezzando l'assordante silenzio, il piccolo bambino senza nome guardava quei due fari puntati su di lui. Un corpo squamoso, lungo dieci metri o più, neanche gli alberi della foresta che toccavano le nuvole con i loro rami erano alti quanto lui. La creatura sibilava, sguainando i denti aguzzi e osservava il piccolo ospite intimorito come se fosse un topo entrato nella sua tana. Il serpente da un colore bianco come l'avorio e gli occhi rossi come il sangue, strusciava silenzioso verso il piccolo senza nome.
« E così eri qui per rubare il "Libro dell'esistenza" » sibilò il serpente, la lingua che si muoveva nelle sue fauci era inquietante. Il piccolo senza nome si fece ancora più minuto.
« Dimmi il tuo nome » chiese poi sibilante, strusciando intorno al corpo del piccolo. Il bambino senza nome tremava di paura, sentiva il fiato caldo uscire dalle fessure del naso del serpente soffiargli sulla testa, la pelle fredda scontrarsi con la sua. I due occhi rossi lo fissavano e dilaniavano. Povero piccolo senza nome, sarebbe stato la sua cena.
« DIMMI IL TUO NOME » gridò la grande bestia.
« Harry » una voce interruppe il mio racconto, chiusi il libro tra le mani e mi girai verso la voce che mi stava chiamando. Un'infermiera era entrata nella stanza, mi sorrise dolcemente mentre si avvicinava a me e a Draco, che giaceva inerme sul letto d'ospedale, ormai da giorni.
« Devo effettuare i soliti controlli Harry e somministrare le pozioni mediche. » Mi alzai per allontanarmi appena e lasciarle spazio. Conoscevo tutte le infermiere del reparto, avevo studiato i loro modi e come si approcciavano a Draco. C'erano alcune che lo guardavano con disprezzo e odio, spesso tentavano di evitare di guardare il marchio, altre invece sembravano spaventate, come se lui si sarebbe potuto svegliare da quella maledizione e uccidere la povera malcapitata a mani nude, dato che era sprovvisto di bacchetta alla fine. Ma l'infermiera Lisa era premurosa, sorrideva ogni volta che entrava nella stanza, scostava le tende e faceva entrare il sole che scaldava, delicatamente puliva con un panno umido e profumato il corpo di Draco « La bacchetta non è sufficiente per pulirlo » diceva, rispetto alle colleghe aveva meno paura e disgusto a farlo. Io rimanevo a osservarla, cercavo di proteggere Draco come non ero riuscito durante la missione fallimentare. I capelli biondi di lei scivolavano dal suo viso, andavano ad accarezzare accidentalmente la pelle diafana di Draco. Gli occhi azzurri come il cielo, si posavano su entrambi e mi davano calma, sentivo sempre che con lei sarebbe stato al sicuro, che se mi fossi allontanato non gli avrebbe fatto del male. Se ripensavo all'accaduto di qualche mese fa, quando un signore aveva cercato di entrare per uccidere "il Mangiamorte", sentivo il fiato mancarmi e le gambe tremare. Mi ero assentato quel giorno, avevo avuto una chiamata urgente dal ministero ma dopo quel fatto, sapendo cosa poteva succedere se lo avessi lasciato solo, decisi di sciogliere il corpo speciale auror che avevo formato e mi licenziai, promettendo a me stesso che sarei rimasto accanto a Draco fino a quando non si sarebbe risvegliato.
« Leggi ancora quel libro? » Mi chiese mentre somministrava alcune pozioni. Rimasi a guardarla senza dargli risposta, per poi rivolgere lo sguardo al libro che tenevo in mano. Lo avevo trovato nella biblioteca del San Mungo, una piccola stanza costruita per gli ospiti. Vidi la copertina di questo libro, bianca e completamente pulita, priva di macchie e la cosa risultava strana dato la miriade di libri impolverati e rovinati. La scritta era incisa di rosso e riportava solo il nome del libro "I bambini senza nome" il nome dell'autore era sconosciuto, all'interno la prima pagina c'era solo una nota "A te, che un giorno tornerai" e poi una firma Nobody.
Sembrava così perfetto, come se quella dedica fosse stata scritta da me per Draco, speravo ogni giorno che tornasse da me, che potesse finalmente essere di nuovo tra le mie braccia, nella casa che era vuota e desolata, dove vivevano ormai i fantasmi del nostro passato. Osservai brevemente il viso rilassato di lui, i capelli tagliati con la magia per tenerli in ordine, le ciglia ad ombrare gli zigomi appuntiti. Le labbra rosee e un poco carnose.
« Sì, spero si svegli » dissi mettendomi nuovamente seduto accanto a lui. L'infermiera Lisa, con un gesto gentile, scostò una ciocca di capelli dalla fronte di Draco « Dai parametri risulta sveglio, ci sta sentendo, ma non riesce a reagire. » Mossi agitato le gambe, frustrato da quella situazione che durava da troppo tempo.
Era colpa mia, solo colpa mia. Se non fosse venuto con me, se solo avessi ascoltato il mio istinto, Draco non sarebbe finito in quelle condizioni, immobile in un letto d'ospedale, dove sembra dormire eternamente.
« Eppure non reagisce » dissi affranto. Lisa si avvicinò a me, una mano poggiata sulla mia spalla « Si sveglierà , ne sono certa. Continui a leggere » disse poi mentre andava via. Ma in quel momento avevo poca voglia di riprendere a leggere, posai il libro sul lato del letto, per poi prendere una mano di Draco tra le mie. Le dita erano fredde, come lo erano sempre state. Sorrisi ripensando alle innumerevoli volte che, per scaldarsi le mani, le infilava sotto i miei vestiti o le poggiava sul mio collo facendomi sussultare di sorpresa. Ogni cosa, ogni gesto, le sue risate, le liti, i suoi toni aspri e battutine, i momenti di amore e dolcezza, mancavano così tanto che avevo consumato le lacrime o forse, ero troppo stanco per continuare a piangere.
La neve della Russia apparve nuovamente davanti a me, il freddo gelido e i passi da un suono tonfo, le gambe che affondavano nella neve fino a raggiungere le ginocchia. Vedevo Draco starmi vicino, cercando di difendere entrambi mentre io tenevo stretto a me quello che cercavamo, un oggetto maledetto che era stato nascosto tra i boschi della fredda Russia. Draco era stato capace di allontanare quella folle donna che ci seguiva. Si muoveva così veloce in quella neve alta, che i brividi lungo alla schiena che sentivo erano di terrore.
« Per lei è come se stessimo portando via sua figlia » disse Draco mentre cercava ancora di resistere agli attacchi mentre ci muovevamo. La donna aveva vissuto da sola in quei boschi, aveva trovato questo oggetto maledetto e lo aveva tenuto con sé senza sapere cosa fosse, ma forse ne era stata corrotta fino a farla divenire una sorta di animale affamato che caccia le prede. Io tenevo quello oggetto stretto a me, non potevo difendermi, era una bambola alta e pesante quanto un bambino vero, i lunghi capelli color ebano erano bagnati dalla neve ma ancora setosi e così veri da farmi impressione e gli occhi di vetro si muovevano a ogni passo, come se ci stesse studiando.
La soffiata dell'oggetto era arrivata da un ente russo che aveva trovato la bambola e ne richiese il controllo, il problema era che la donna che ci stava seguendo la difendeva come se fosse stata sua figlia, e nessuno di loro aveva intenzione di rischiare tanto e così chiamarono la squadra speciale che avevo formato e poi distrutto non appena Draco si era ammalato.
Vedevo ancora quella neve divenire rossa, il rantolo di Draco che soffocava nel suo stesso sangue, vedevo quella donna urlare di dolore mentre si contorceva a causa di un cruciatus lanciato poco prima da Draco per difendersi. E lasciai scivolare via la bambola, cercando di salvare l'uomo che amavo. Il buio venne poco dopo, non ricordavo più nulla o per meglio dire, la mia mente si era chiusa non volendo ricordare cosa successe dopo.
« Perdonami » sibillai dandogli un bacio sul dorso della mano « Perdonami » continuai accarezzandola e soffermandomi appena sulla fede che gli avevano lasciato. Sospirai, asciugandomi le lacrime che stavano uscendo e ripresi la mia lettura, speranzoso che davvero lo potesse riportare da me.
Il bambino ingoiò la paura per prendere coraggio e disse « Non ho un nome » e il grande serpente si allontanò, strascicando un verso di sorpresa « Ora capisco, è da tanto che non vedo bambini senza nome come te » disse mentre osservava il piccolo intruso. Il bambino si rialzó, schiena dritta e spalle larghe, sguardo fiero che lasciava però trasparire la paura e qualche lacrima scivolare « Voglio un nome, solo un nome per esistere » disse a gran voce « La prego, mi dia un nome! Qualsiasi nome! » le ginocchia magre tremavano e battevano tra di loro, i pugni stretti tanto forte che le unghie scavavano la carne delle sue manine. E il serpente prese il grande tomo fatto della sua stessa pelle squamosa, le pagine rilegate dai capelli di tutti i bambini che avevano avuto un nome. Ne staccò uno al piccolo, lo posò tra gli altri e si aggiunse a quella fila che teneva stretti i fogli ingialliti del grande libro.
« E sia » disse infine mentre poggiava degli occhiali sulla punta del naso.
Sbuffai una risata, dopo tanto tempo. Era comica la scena del serpente con gli occhiali.
Il bambino aveva il cuore che batteva tanto forte, il corpo si scaldava dall'emozione e con la gioia che lo invadeva, gli occhi luminosi chiese a gran voce quale fosse il suo nome. Il serpente lo sibilò piano e poi, avvicinandosi a lui disse il nome era...cancellato, sembrava come se delle lettere cercassero di spuntare fuori. Un mugugno mi richiamò con un fruscio di lenzuola e spostando lo sguardo sul letto vidi Draco aprire gli occhi e osservarmi con il suo coloro di argento vivo.
« Draco » dissi solo, tornando dopo tanto tempo a piangere. Lui sorrise appena, a fatica, allungando una mano verso di me e accarezzandomi il viso.
« Come si chiama? » Chiese e io non capii fino a quando non poggiai lo sguardo sul libro e le lettere del nome si erano composte e formate « Draco, si chiama Draco » dissi tremante e prendendo la sua mano poggiata sul mio viso, la strinsi appena per paura di fargli male e mi avvicinai per baciarlo. Le sue labbra erano morbide e calde, era bello poterlo baciare di nuovo e sentirlo rispondere appena. Mi staccai a malincuore dalla sua bocca
« Devo chiamare il dottore » dissi mentre suonavo il pulsante di chiamata e lui mugugnò per poi sbuffare una risata « Grazie, devo chiedergli di sostituirti. Sei un pessimo lettore ».
Io risi appena ma tremavo di gioia, quel libro dall'autore sconosciuto aveva come riportato da me Draco, come se il bambino sperduto e senza nome tra quei fitti boschi freddi, fosse sempre stato lui che cercava solo disperatamente la sua strada per tornare.
Aspettava solo di essere chiamato.




Crediti autore Art: https://www.tumblr.com/good9ight/37686553173/philosopher?source=share

Ophis - Raccolta Drarry OneshotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora