Could you heal my heart too?

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A te darcyanthos, ti voglio bene




Percorreva le solite strade ormai da anni, preferiva andare a piedi dopo un lungo tratto di strada. Vestita con abiti morbidi e gonne lunghe fino al ginocchio, si muoveva sui suoi tacchetti con gambe strette e unite, passetti veloci. I capelli erano sempre raccolti in una crocchia che gli aveva regalato suo figlio dopo un viaggio di mare, quando aveva appena finito gli studi di medicina. I suoi capelli erano ormai quasi completamente bianchi, potevi scorgere delle strisce lungo la capigliatura, a lei piacevano e li lasciava così. I suoi piccoli occhietti color ambra, erano vispi ancora e contornati da rughe. Un occhiale a mezzaluna si poggiava sul suo naso, con una catenella a palline che li teneva saldi sul ponte del naso. Giunta al suo luogo di lavoro, dopo aver indossato con un colpo di bacchetta la sua divisa da infermiera, sedeva dietro al suo bancone sfogliando svogliata una rivista.
Oggi c'erano stati pochi pazienti, il San Mungo non era mai stato così silenzioso. Spesso, in serata dove prestava servizio il suo primario, c'era qualcuno che magicamente appariva. Poteva presentarsi con qualche frattura per cavarsela meglio o nella peggiore delle ipotesi, veniva trasportato nella barella perché era quasi in fin di vita. Faceva un lavoro rischioso, era vero, ma la signora Brown si chiedeva come fosse possibile e quanto pozioni ossofast si era dovuto bere nel corso del tempo questo povero paziente.
Sbuffava ancora, mentre leggeva distrattamente qualche articolo scandalistico, uno dei titoli che attualmente appariva a lettere cubitali dappertutto era: " l'avvocato Hermione Granger, del dipartimento della difesa delle creature magiche, è convolata a nozze con l'avvocato penalista Blaise Zabini". Beata gioventù, pensava la signora Brown ormai al suo ultimo anno di servizio. Erano più di trent'anni che serviva come infermiera, come sua madre e come sua nonna, una generazione di infermiere che ancora va avanti con i suoi figli.
« Mi scusi » una voce la chiamò e per Merlino, che spettacolo atroce gli passò davanti. Era lui, il giovane sempre infortunato, il signor Harry Potter.
« Per la barba di Merlino! Venga subito, dobbiamo urgentemente medicarla » la signora Brown aveva visto davvero di tutto: ossa rotte, incantesimi di gonfiamento durati a lungo, corpi rimpiccioliti e tante cose assurde degne di quel mondo assurdo, ma questo era davvero più che assurdo. Il ragazzo era in piedi, davanti al bancone, lo sguardo offuscato e confuso, il volto tinto di sangue e una scheggia più che evidente spuntava sulla sua fronte, come un corno. Le braccia erano ferite e presentavano alcune schegge sparse casualmente. Ma lui era lì, in piedi, come a un bancone di un pub che va a chiedere una bevanda rinfrescante. Mentre la signora Brown si avvicinava al ragazzo e spinse il pulsante di chiamata d'emergenza, Harry disse con voce bassa e impastata « Il dottor Malfoy è qui? Voglio farmi visitare da lui » sconcertata dalla richiesta, si rese conto che il ragazzo stava delirando. Era colpa della commozione cerebrale, ne era certa.
« La faremo visitare dal primo dottore disponibile, è urgente! » ma lui si divincolò dalla presa, si sedette muovendosi a fatica su una delle sedie della sala d'aspetto e guardando non direttamente la signora disse « Voglio Malfoy, solo Malfoy » era esasperante ma il suo istinto da infermiera le diede la forza, a quel corpo ormai anziano e stanco, di correre di urgenza dal suo primario. Il ragazzo era confuso, guardava davanti a sé con le pupille ristrette. Biascicava e ripeteva il nome del dottore.
Giunta finalmente dal primario, ci volle poco per fare capire come mai era lì davanti al suo ufficio con il fiatone, Draco scattò in piedi e arrivò in sala d'attesa. Harry era ancora seduto, parlava con un altro paziente.
« Sfregiato, quando la smetterai di farmi correre e preoccupare? » l'infermiera assistette alla scena di un Harry Potter che sorrideva sornione ma con un'espressione più che da bambino, da uomo adulto ubriaco. Ecco, era quello l'aspetto che dava. Il paziente accanto se la rideva, chissà che cosa gli aveva detto.
« Perché c'è la nebbia? Qualcuno fuma per caso? » Draco guardò preoccupato Harry, lo fece stendere su una lettiga che aveva richiamato con un accio « Ora ti farò dei controlli approfonditi, l'infermiera Brown intanto preparerà un rimpolpa sangue e la sala chirurgica. Dobbiamo togliere immediatamente queste schegge, ma devo vedere quanto sono profonde. Okay? » gli disse mentre lo trasportava in sala e la signora Brown già era in azione a preparare ciò che era stato richiesto. Harry aveva allungato la mano e accarezzato il viso di Malfoy « I furetti parlano, incredibile questo mondo. Quante cose che ancora non so » trattenne una risata il paziente che aveva conversato con Harry, mentre Draco si accigliava preoccupato. La signora Brown immaginava già cosa fosse, era in stato confusionale il povero Potter, ma nulla doveva aver attaccato il suo cervello, per quanto la scheggia fosse conficcata sulla fronte, se fosse scesa in profondità non sarebbe stato capace di presentarsi in forma materiale ma spiritica.
La pozione era pronta, la sala anche era stata adeguatamente igienizzata, il letto pulito e le medicine utili disposte in fila insieme a qualche attrezzo medico. Draco varcò la soglia, fece stendere Harry che era spinto su una sedia a rotelle, sul letto. La signora Brown aiutò il povero paziente, che ora era in silenzio e si guardava leggermente più lucido.
« Le do subito il rimpolpa sangue » avvisò, con il cenno di consenso del dottore Malfoy che stava invece disponendo le lastre su delle lavagne luminose. Era una tecnologia babbana che avevano acquisito e lei trovava davvero geniale.
Sospirò sollevato il dottore « Niente di grave, per fortuna non hanno attaccato nulla » Draco si avvicinò ad Harry, infilò una mascherina e dei guanti in lattice. Iniziò a igienizzare le zone lese, con del cotone bagnato di disinfettante, la signora Brown teneva fermo il paziente che si dimenava per il bruciore. Era davvero strano, pensava, come il signor Potter si presentasse e chiedesse sempre e solo di Malfoy. Sapeva che erano nemici, sapeva bene che non si erano mai sopportati, quelle volte che si vedevano insieme battibeccavano ma quella sera notò qualcosa. Il signor Potter guardava sognante il signor Malfoy, e il dottore aveva l'aria più da un povero innamorato preoccupato. Che nascessero amori tra quei cortili lo sapeva bene, lei stessa si innamorò del proprio marito quando lo curò dal vaiolo del drago. Era una prerogativa, era facile innamorarsi di chi si cura.
«A mezzo cielo all'orizzonte NNO
Altezza : 44,78° sull'orizzonte. Alle 2 possiamo vederla » entrambi i guaritori si guardarono confusi, Harry aveva detto qualcosa che non sapevano decifrare « La costellazione del Drago, anche se la vedo già adesso » la signora Brown si sentì le guance imporporare, il dottor Malfoy sembrava sorpreso e felice. Sorrise sotto la mascherina, lo notava dagli occhi e dalla colorazione rossa che era spuntata sugli zigomi. Continuava a togliere le schegge dalle braccia, aveva quasi finito e mancava quella in fronte.
« Anestetizzi la zona per favore » chiese il dottore e l'innfermiera Brown procedette spalmando un unguento anestetizzante. Poi mise le mani ai lati della testa di Potter per tenerlo fermo.
« Ho un regalo per te » disse il paziente mentre il dottore estraeva quel pezzo di ferro nero che si era conficcato per bene. Le mani dell'infermiera avevano tremato per un attimo, si sentiva imbarazzata. Aveva capito, c'era qualcosa sotto ed era un amore che stava sbocciando tra i due.
« Sei un idiota Potter » esclamò il medico imbarazzato, mentre gettava la scheggia su un piattino « Ho un regalo, davvero. Esci con me, ti prego » la signora Brown sentiva l'esigenza di uscire ma per fortuna il dottore la invitò a gettare la roba che avevano tolto e di andare a preparare una stanza per il paziente. Imbarazzata da quella scena, corse via e lasciò i due da soli.
Dopo aver svolto i suoi compiti era tornata a sedersi, ma ricevette una chiamata da una stanza, era quella di Potter. Arrivò a passo svelto dal paziente, forse aveva bisogno di bere o a causa delle terribili ferite, poteva sentirsi male e avere capogiri, nausea o chissà che altro ma, il paziente aveva un sorriso enorme e guardava l'infermiera con due occhi brillanti e il viso così colorato che il pallidume grigiastro che Harry aveva qualche ora fa, era sparito.
Si avvicinò al paziente, controllò la flebo e le pozioni cortisoniche per evitare infezioni. Era tutto okay, lo aveva ben preparato. Guardò Harry, che sorrideva felice.
« Uscirà con me, ha detto sì » era questo il motivo per cui era stata chiamata, il signor Potter aveva bisogno di dire a qualcuno che aveva finalmente ottenuto ciò che desiderava. La signora Brown gli sorrise « Sono felice per lei ma non mi chiami per cose inutili, solo per emergenze e se ha bisogno di acqua » il paziente si accigliò « È la cosa più importante che esista. Draco Malfoy uscirà con me, mi è servito rischiare di spaccarmi la testa per avere un appuntamento. Quindi, sia gentile »
La signora Brown roteò gli occhi mentre ascoltava quelle assurdità ma doveva ammetterlo, era felice che forse finalmente non si sarebbe presentato più nessun Potter moribondo e quasi morente, solo per farsi visitare dal dottor Malfoy.
Due giorni dopo la signora Brown ritrovò Harry seduto sulla stessa sedia della sala d'aspetto, aveva quasi avuto un infarto, pensando già al peggio ma mentre si avvicinava preoccupata, notò che era ben vestito e con un mazzo di fiori in mano. Il ragazzo si girò verso di lei che ricambiò il suo sguardo sorpreso e preoccupato, con un sorriso rassicurante e uno sguardo triste. Gli porse una rosa confezionata in una carta colorata e chiusa con un nastro « Volevo ringraziarla per le cure che mi ha dato quando mi sono presentato qui due giorni fa » era un gesto gentile che non aveva mai ricevuto, sorpresa prese il fiore e osservò i petali di un bellissimo rosso scuro. I pazienti solitamente vanno e vengono, ringraziano e poi spariscono o delirano perché non vengono seguiti in tempo, ma mai tornano per ringraziare.
« Alla fine ha pensato che fossi solo sotto effetti di farmaci e stessi delirando a causa delle ferite. È uscito con me in amicizia, siamo solo amici » confessò sconsolato. La signora Brown non era molto interessata ma da brava amante del gossip registrò l'informazione solo per poter spettegolare poi con le altre colleghe. Il suo più grande dispiacere era che purtroppo, a questo punto, il signor Potter sarebbe tornato per farsi medicare, di nuovo avrebbe assistito a scene fuori dal comune e avrebbe dovuto mettere da parte la sua rivista con i suoi amati cruciverba.
« Troverà chi vi merita. Ora devo andare, vi ringrazio del dono » Harry ricambiò con un sorriso accennato mentre osservava l'infermiera sedersi al solito posto e posare la rosa sul bancone.
Che scocciatura, pensava mentre risolveva il suo cruciverba: 8 lettere come cuore spezzato dopo una delusione d'amore « Infranto » disse flebilmente mentre puntava i suoi occhi contornati da rughe sul giovane Harry, che questa volta come ferita aveva quella del cuore e lo vedeva mentre rimaneva in piedi, sconsolato e lo sguardo basso con il mazzo di fiori in mano, sicuramente un dono per la persona che lo aveva ridotto così.

Ophis - Raccolta Drarry OneshotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora