L'Amore E La Violenza

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Vincenzo' s pov

"Raga, facciamo una partita?" Quel pomeriggio Fabio sembrava più energico del solito, io invece rimanevo sempre lo stesso, cupo e silenzioso

La palla mi arrivò dritta sul piede e iniziai a palleggiare

Nel parcheggio vicino entrò sfrecciando una lancia blu da cui scese il ragazzo della mora, insieme a lei, strattonandola

"Femmn e merd, sei solo una troia, te la fai con tutti!" Le mollò uno schiaffo in pieno viso facendole cadere gli occhiali da sole

Io e i ragazzi ci lasciammo uno sguardo d'intesa

"Ma che cazzo fai?" Non riuscì a stare zitto, di scene così ne avevo viste troppe ed ero stufo

Si fermò prima che potesse tirargliene un'altro e si voltò verso di noi, che pian piano ci avvicinavamo

Vidi terrore negli occhi della mora, come se in me e i ragazzi vedesse una salvezza da quel mostro

"Che volete? Andatevene" il suo tono era secco

"Lasciala stare" cercai di parlare mantenendo la calma, pur sapendo che non sarebbe finita bene

"Fatevi i cazzi vostri, sono affari nostri" le strinse violentemente il polso, già viola e gonfio

"AIA" la mora si accasciò a terra cercando di tenersi il polso mentre lui iniziò a prenderla a calci

In un secondo li circondammo separandoli

Io mi accasciai vicino alla ragazza ormai distesa a terra dolorante e svenuta e la sollevai da terra a mò di sposa

Corsi insieme a Paga, Marco e Luigi verso il mio appartamento

"Bussate, c'è mamma e Ginevra"

Marco bussò molto velocemente

Ad aprire fu mia madre

"Ma che cazzo, chi cazzo è Vincè?" La sua faccia sembrava scioccata

"È la vicina nuova, dopo ti spiego"

Entrai in camera in fretta e furia

"Ginny spostati" mia sorella saltò giù dal letto

Posai delicatamente la mora sul mio letto, gli tolsi le scarpe, la misi in una posizione in cui potesse stare comoda e la coprì con una coperta

Alessia' s pov

Mi svegliai in una stanza che non era la mia e subito riconobbi il ragazzo che avevo visto il primo giorno a Rozzano, poggiato sullo stipite della porta insieme ad una signora sulla mezz'età

"Che ci faccio qui?" Li guardai non capendo

"Sei svenuta, il tuo ragazzo ti ha picchiato in piazza e ti ho portato a casa mia, starai qui per un po'" il moro parlò

"Grazie, ma credo di essere solo di impiccio" li guardai sorridendo

Provai ad alzarmi ma ricaddi a sedere sul letto

"Non sarai di impiccio te lo posso assicurare" la donna venne verso di me con in mano un bicchiere d'acqua e me lo porse

"Grazie" le sorrisi

"Come ti chiami cara" mi sorrise anche lei

"Alessia"

"Io sono Manuela, lui è mio figlio Vincenzo e lei è mia figlia Ginevra"

"Piacere"

"Vi lascio soli, vado a preparare la cena, vi chiamo quando è pronto" ci sorrise congedandosi

"Grazie per aversi salvata" sorrisi al moro alzandomi

"Di niente, avevo capito da subito ci fosse qualcosa che non andava tra voi due" mi accarezzò i capelli sorridendo, come se fosse stato contento di avermi salvato.

(eyoitzrebecca_ capitolo scritto da Rebecca)

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