Quando Piove

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Alessia's pov

Mia madre sin da piccola mi aveva insegnato che le persone silenziose e introverse nascondono un mondo, io avevo intenzione di entrare nel suo mondo...quello di Vincenzo

Dopo cena aiutai Ginevra a sparecchiare e a lavare i piatti, pur essendo ancor "piccola" aveva già avuto delle buone basi dalla madre e dal fratello

"va bene Ginny, io vado a letto, sono abbastanza stanca, buonanotte piccoletta" lasciai un dolce bacio tra i suoi capelli, lunghi e profumati e andai in camera mia e di Vincenzo.
Purtroppo o per fortuna nel suo appartamento, come nel "mio", o meglio, quello di Filippo, le stanze non erano molte e quindi ero costretta a dormire con lui

andai in camera e mi guardai intorno cercando il mio pigiama ma poi mi ricordai che Manuela lo aveva buttato a lavare e quindi mi ritrovavo a dover chiedere una maglietta e un pantalone a Vincenzo

"che cerchi?" la voce del moro, alle mie spalle, mi fece sobbalzare

"madonna che colpo" mi portai una mano al petto sorridendo insieme a lui "comunque tua mamma ha buttato a lavare il mio pigiama quindi" lo guardai con sguardo abbastanza ovvio

"ho già capito" rise leggermente

si voltò e dall'armadio prese una sua maglia del Napoli e un pantaloncino della nike nero

"grazie, veramente" improvvisamente feci un gesto che mi venne spontaneo, gli baciai la guancia

lo sentì irrigidirsi sotto il tocco delicato delle mie morbide labbra, ma pian piano si lasciò andare e ricambiò io gesto diventando leggermente rosso

Mi cambiai e mi misi a letto per poi essere raggiunta dal moro

"buonanotte ammo" la sua voce roca mi fece venire i brividi

"buonanotte Vince" mi girai su un fianco e caddi nelle braccia di Morfeo

Mi risvegliai più tardi, guardai la sveglia sil comodino che segnava le 2, mi alzai e andai in balcone insieme al mio amato pacchetto di Winston blu

Sobbalzai alla vista di Vincenzo seduto sul divanetto sel balcone, intento a fumare anche lui una sigaretta

Mi sedetti un po' distante da lui

"puoi venire anche più vicino che non ti mangio" rise leggermente

Mi avvicinai fino a quando i nostri ginocchi non si toccarono

"voglio farti una domanda, diciamo che è una mia curiosità da quando mi hai ospitato" mi accesi una sigaretta guardandolo

"dimmi"

"perché mi hai salvato? insomma fino ad allora non mi conoscevi , certo, non che ora tu mi conosca così bene, però sempre più di prima" lo guardai seria e curiosa

"sai...mamma aveva una situazione simile alla tua, nostro padre tornava spesso stanco, delle volte ubriaco, a volte ci urlava contro, altre picchiava sia la mamma che me, diciamo che io ci rimette o per proteggere mamma e Ginevra" distolse lo sguardo posandolo in un punto indefinito nel cielo

"oh mi dispiace...non mi sarei mai aspettata una cosa del genere"

"diciamo che in genere mi trovo in difficoltà a parlarne ma tu hai qualcosa di speciale, sento che con te posso sfogarmi liberamente" mi guardò

"mi fa piacere sentire che posso aiutare qualcuno"

"fa piacere anche a me" mi sorrise

"ad essere sincera ho realmente bisogno di sfogarmi, è tanto che non lo faccio" lo guardai

"fallo...raccontami la tua storia, sono qui che ti ascolto" mi sorrise

"sono nata a Scampia nel 99, sono cresciuta lì inisieme a mia mamma e a mio fratello, lei dice che siamo figli di un malammor, di un chiattillo del nord che dopo averla messa incinta è scappato.
Non ci ha mai fatto mancare niente, è sempre stata presente nonostante tutto e tutti.
Ha fatto quasi sempre due lavori per mantenere la famiglia poi a 15 anni ho iniziato a lavorare amche io.
Facevo la barista dopo scuola in un locale vicino a casa mia, lì ho conosciuto Filippo.
Dopo un anno di amicizia abbiamo deciso di metterci insieme e mia mamma non l'ha presa molto bene, non lo ha mai visto come un bravo ragazzo, diceva sempre che somigliava a mio padre.
Un anno dopo il nostro fidanzamento ha iniziato ad usare le mani  su di me, mi costringeva a fare ciò che non volevo fare e abusava sessualmente di me.
Per lui ho smesso di lavorare, ho lasciato molte compagnie di amici e mi sono ritrovata chiusa in casa"

io sono nato a Napoli, precisamente a Monte Rosa, sono cresciuto lì insieme a tutta la mia famiglia e ai miei parenti.
Mio zio, il fratello di mia mamma, zio Salvatore, non ha mai approvato la relazione tra mia madre e mio padre, ha sempre pensato che non fosse adatto a lei, che non fosse abbastanza.
Quando avevo otto anni hanno carcerato mio padre, poco dopo mia madre è uscita incinta di Ginevra e nonostante tutto non mi ha mai fatto mancare niente.
A dieci anni mamma ha ricevuto un offerta di lavoro a Rozzano e quindi ci siamo trasferiti, i ragazzi sono venuti con noi, Tonino già abitava qui.
A quattordici anni ho iniziato a vendere, in uno momento di difficoltà ho scelto la via più facile ma più sbagliata, servivano soldi per mantenere mamma e Ginevra e ho sbagliato, lo ammetto.
A quindici anni litigai con i ragazzi e tentai di trovarmi una compagnia nuova, iniziai ad uscire con una ragazza della mia classe , mi innamorai dei lei ma purtroppo mi usava solo per scopare e quando ho capito che il suo era solo un gioco sporco ho lasciato via quella compagnia.
A sedici anni ho iniziato a scrivere i primi testi, nel mentre papà è uscito di galera e ha tentato di riallacciare i rapporti con me e mamme ma non gliel'ho permesso, a diciotto ho pubblicato il mio primo singolo e ora sto continuando con la musica.
Due anni fa ho perso mio zio Salvatore, l'unica persona che ha creduto in me sin da subitoz diciamo che era un tipo particolare, aveva i suoi momenti no e i suoi momenti si, come tutte le persone normali.
Mi hanno raccontato che è stata proprio laia chiamata a distrarlo mentre guidava...mi incolpo sempre per la sua morte" mi guardò, aveva gli occhi lucidi.

I suoi occhi erano spenti, la sua storia era un insieme di avvenimenti sconvolgenti che lo avevano segnato profondamente.
Attraverso la sua storia, ciò che le era successo, avevo capito il motivo per cui esigeva tanto proteggermi, il motivo per cui mi aveva salvata, cose che non avrei mai pensato succedessero

Lo abbracciai, dovevo fargli capire che c'ero e che nonostante ci conoscessimo da poco poteva contare su di me

"mi fa sempre male raccontarlo, zio era una parte fondamentale di me" una lacrime scese e rigò la sua guancia

"anche se non sembra lui è sempre con te e so che non sono la migliore con cui parlare di queste cose, perché ci conosciamo da poco, però ripeto, se vuoi ci sono sempre" gli accarezzai la guancia

Sorridemmo entrambi e poco dopo tornammo a letto.

S.A.
capitolo molto commovente,si sono conosciuti e adorati,cosa succederà??

(eyoitzrebecca_ grazie mille a rebecca che mi sta aiutando particolarmente)

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