Capitolo 13

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Raven
Mi sveglio in una cella di metallo, legata con delle catene molto resistenti, noto che nella cella in parte alla mia un ragazzo biondo e dalla pelle molto chiara dorme legato alle catene, penso sia un umano, non un supereroe.
Davanti alle celle c'è un piedistallo, cui poggiati sopra ci sono due piccoli oggetti d'argento, che però non riesco a capire cosa siano.
Mi alzo, ma quando cerco di usare i poteri per liberarmi dal pezzo di metallo che stringe le mie mani, quelli non funzionano, sono però più vicina al piedistallo, così ne approfitto per vedere cosa sostiene.
Sopra di esso vedo un anello argenteo con una gemma verde, lo stesso che aveva Bb, e un secondo anello uguale, ma con una gemma viola.
Le pietre emanano una luce molto potente, tanto da poter accecare qualcuno.
Noto che, oltre il biondino, non c'è nessuno nell'enorme stanza bianca che contiene le celle e il piedistallo, così decido di sedermi e aspettare, fino a quando una voce familiare mi chiama.
<Raven! Stai bene?> quando mi giro vedo il tipetto della prigione accanto guardarmi, in attesa di una risposta.
<Saresti?> dico, come fa a sapere il mio nome?
<Bb> non gli credo, ma mi avvicino a lui quando cerca di passarmi un oggetto dalle sbarre.
Mi porge un pezzo di vetro, nel quale mi specchio, ma dopo aver visto la figura che mi osserva dal pezzo di vetro mi paralizzo.
Come posso essere io?
L'immagine riflessa mostra una ragazza umana, con una chioma scura che le arriva sotto le spalle, la pelle non cadaverica come dovrebbe essere, ma molto più rosea.
Sulla fronte liscia, non vi è una gemma rossa, ma un neo

<Sei tu, Rachel> dice "Bb" <Vedi, qualcuno mi ha rapito quando ero in giro. Sono stato portato in questa stanza, dove una figura nascosta da un passamontagna mi ha aggredito, sono riuscito a difendermi usando questo pezzo di vetro che mi era rimasto in tasca dopo aver rotto per sbaglio lo specchio del bagno, ma è riuscito comunque a mettermi in questa cella.
Mi ha prelevato del sangue e messo in una specie di macchinario, dando vita a quel misterioso anello sul piedistallo> conclude.

<Da quanto sei qui dentro?> chiedo.
<Abbastanza dal capire che chiunque indossi questi anelli, adotta le nostre sembianze e i nostri poteri, è per questo che sei umana, ora: hanno prelevato i tuoi poteri> mi tocco la fronte, sperando di trovare la mia gemma, ma è inutile: ora sono umana.
<Prima, quando ero a casa, una figura con l'anello verde mi ha rapita, ma sono svenuta prima che potessi reagire> dico.
<posso assicurarti di non essere stato io, non ti farei mai nulla del genere> l'avevo intuito, ma fortunatamente ne ho potuto avere la certezza.
Appoggia una mano sulla mia guancia, dicendo: <scapperemo, non preoccuparti> ma quando lo sto per baciare, il portone della stanza si apre, mostrando i nostri rapitori: Terra e Aqualad.
<Benvenuti al Colosseo, in Italia>

Nitido-BBRAEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora