Seven Deadly Sins || Haikyū!!

Orologio a Pendolo || DaiSuga

Accidia:

"L'accidia è un male dell'anima che si manifesta come negligenza e indifferenza della persona che ne soffre, a cui si aggiunge un sentimento di tristezza e soprattutto di noia nel vivere la vita nella sua visione globale.

L'accidioso nutre disinteresse verso ogni forma di iniziativa o di azione, immerso com'è nel suo torpore malinconico, ed ha tendenzialmente due modi per manifestarlo: può essere un sentimento prettamente interno come la mancanza di gusto verso la vita, oppure, essere esterno con la pigrizia e l'inattività.

L'accidia indica, per eccellenza, lo stato di una persona la cui fede vacilla o, nei casi più estremi, è andata completamente persa."

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Basta un attimo.

Sembra una bella frase ad effetto, non è vero?

No, non lo è.

È semplicemente la frase preferita del suo migliore amico.

"Basta solo un attimo, dolcezza, basta un attimo. Vi guardate per la prima volta e semplicemente capisci che è quella persona, che stavi aspettando."

Per quanto gli riguarda, la sua teoria di "basta guardarsi per innamorarsi" con quella che dovrebbe essere la sua anima gemella designata fin dalla nascita è un'immensa, grandissima, cazzata.

Nulla di personale.

Semplicemente, Sugawara è fatto così.

Ciò non toglie il fatto che, comunque, è sempre un po' rimasto suggestionato da quello che il suo migliore amico gli ripete da quando si sono conosciuti al primo anno di università di medicina, di quando gli raccontava di aver visto la sua vita scorrere nell'esatto momento in cui aveva guardato dentro quei rabbiosi occhi del suo ragazzo per la prima volta ma, nonostante questo, ha sempre ignorato quelle parole troppo sdolcinate per poter essere vere.

Ha ignorato l'avvertimento del suo migliore amico, quel semplice "basta un attimo" e forse, non credendo che un amore così fiabesco potesse esistere, si è compiaciuto di qualcuno i cui occhi non riflettevano la loro vita insieme.

Basta un attimo, ti accontenti della prima persona che sembra essere abbastanza per quella vita mediocre che ti eri immaginato e tutto crolla in quello spazio di tempo che intercorre tra un rintocco di un orologio a pendolo e l'altro: ed ora si ritrova ad essere terrorizzato ad invecchiare nell'ombra di un sè stesso che è la copia distrutta di quello che vedeva quotidianamente specchiato negli occhi vuoti del suo ragazzo, abbandonato ad una vita di cui non sa più che farsene, dove ha paura di dover correre, correre, correre con una mano tesa per cercare di raggiungere quei suoi storici amici che hanno continuano a camminare, crearsi un futuro stabile e delle certezze in cui poter contare mentre lui era incastrato in quella gabbia che, al tempo, non gli pareva veramente tale ma solo una confortevole casa in cui stare tutto il tempo, tutti i giorni e tutte le ore, dove era normale rinunciare a tutto.

Dove era normale iniziare a provare una patetica inerzia nei confronti della vita.

Ma ora cosa gli rimane?

Un corpo vuoto sommerso da un male esistenziale che gli attanaglia lo stomaco ogni qual volta deve fare qualcosa di diverso dallo studiare, studiare, studiare per cercare di afferrare tutto quel tempo perso, cercare di correre per arrivare a quella laurea che ora avrebbe tra le mani con un sorriso sudato e vittorioso stampato in volto se avesse evitato di rinunciare a se stesso.

Oikawa, oh, quel pezzo di merda del suo migliore amico, anima romantica che crede intensamente negli attimi, che le cose che ti cambiano la vita siano quegli eventi totalmente causali e inaspettati tanto da lasciarti stordito, frastornato da tanta intensità, gliel'ha sempre detto.