Chapter 14

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TERZA PERSONA (POV)

Namjoon si sedette sul bordo del suo letto... o di quello che si presume essere il suo e quello di Jimin, visto che lo condividono entrambi. Sospirò per l'ennesima volta nella giornata, fissando il nulla di fronte alla finestra. Non sapeva che giorno fosse o per quanto tempo fosse riuscito a mantenere la calma da quando era stato rapito e costretto a pagare per conto dei suoi genitori. Si accigliò quando si rese conto che si stava divertendo troppo.

Namjoon non aveva mai avuto nulla, tanto per cominciare. Si affidava solo al suo migliore amico Yoongi e alle sue conoscenze. Era ciò che lo aveva tenuto in piedi in tutti quegli anni. Ora era lì a riflettere su come fosse riuscito a innamorarsi del suo rapitore per chissà quale motivo.

Sì... avete letto bene.... Kim Namjoon era innamorato.

Park Jimin non aveva bisogno di costringere Namjoon a dargli tutto... Lo aveva già fatto... Non era esattamente sicuro di come fosse iniziato tutto... Era solo... Era semplicemente successo. Sapeva di essere innamorato perché... nonostante il rapimento e tutto il resto... Namjoon si sentiva diverso con Jimin. Si sentiva bene... al sicuro... e eccitato.

Namjoon arrossì al pensiero e sospirò ancora una volta mentre la sua mente cominciava a pensare a Yoongi. Namjoon sarà sempre grato al suo hyung. Non c'era dubbio su questo. Ai suoi occhi il suo hyung era un supereroe.... Non quelli con il mantello e i superpoteri. Perché il suo hyung sarà sempre lì a salvarlo. Cominciò ad asciugarsi le lacrime e pensò.

'Non è qui per salvarmi...'

Singhiozzò portandosi le ginocchia al petto. Voleva solo andare a casa. Forse non era lussuosa come quella di Jimin, ma lui era felice. Stava bene con il suo Yoongi-hyung e con i suoi genitori che lo ignoravano. Stava bene con la vita che aveva prima di questa follia.

Era così preso dai suoi pensieri che non sentì la porta aprirsi. Jimin entrò nella sua stanza e andò nell'armadio a muro per cambiarsi con abiti più comodi. Gemette quando si tuffò nel letto e avvolse un braccio intorno allo stomaco di Namjoon, facendo trasalire il più grande. "Perché sei ancora sveglio a quest'ora?" gli chiese. Erano le 23:59. La conversazione tra lui e i suoi amici era durata più del previsto. Jungkook gli aveva fatto una ramanzina di un'ora o due, perché non riusciva ancora a opporsi a Taehyung... Come poteva? Quando Taehyung era tutto per Jimin, tanto per cominciare.

Così, invece di rispondere a Jimin, Namjoon allontanò il braccio dell'uomo, si mise sotto le coperte e si allontanò il più possibile da Jimin. Questo colse Jimin di sorpresa. Aggrottò le sopracciglia confuso e alzò la testa per guardare Namjoon. Pensava che andasse tutto bene. Pensava che Namjoon si fosse già arreso.

"Ehi... stai bene?" Chiese.

Namjoon si schernì, sgranò gli occhi e si coprì la testa con il piumone, volendo nascondersi da quell'uomo. Era infantile... sì... ma si sentiva così tradito in quel momento.

Jimin strinse gli occhi di fronte al bozzo. Non era esattamente la persona più paziente del mondo, per cui tirò via il piumone da Namjoon e gli afferrò la mascella. "Ti ho fatto una domanda, cucciolo." Sogghignò. Sapeva di aver oltrepassato il limite, ma era il suo istinto di capo mafioso che lo spingeva a fare certe cose. Ma ciò che lo sorprese in quel momento fu che Namjoon lo sfidò di nuovo e lo spinse via.

"Vaffanculo!"

Jimin guardò Namjoon incredulo. Il suo cucciolo stava infrangendo le regole proprio quando era così infastidito dall'assillo di Jungkook. Questo non gli andò giù, così iniziò a togliere la maglietta a Namjoon. Gli afferrò i polsi e li bloccò sopra la testa del ragazzo avvolgendogli le dita intorno al collo. "Ascoltami bene... e dimmi sinceramente... Cosa ti ha fatto arrabbiare così tanto a quest'ora della notte." Gli disse con una voce bassa e letale. Era la stessa voce che usava con le sue vittime e con le persone che non gli davano ciò che voleva... "Non puoi avere segreti con me, piccolo mio... ricordi le regole? La mia dimostrazione della tua recente punizione non è sufficiente a farti capire che.... TU. DEVI. OBBEDIRE ALLE REGOLE!!" gli urlò contro.

Namjoon mugolò, ma fissò Jimin come se lo stesse sfidando. Guardò il suo cosiddetto padrone. E mugolò più forte quando sentì la pressione sul collo. "Chi era lui...." Chiese dolcemente. Lo chiese non perché stesse male. Il suo cuore soffriva e voleva solo delle risposte.

Jimin fece tic tac con la mascella e schioccò la lingua. "Non sono affari tuoi..." disse con più calma.

"Ho il diritto di-"

"NO, NON CE L'HAI!" Disse interrompendo Namjoon.

Namjoon allargò gli occhi e si rese conto di ciò che aveva fatto.... Aveva fatto arrabbiare il suo rapitore... davvero molto. Gorgogliò nervosamente e distolse lo sguardo .... Non voleva guardare gli occhi selvaggi di Jimin che sembravano spaventarlo a morte e lo facevano sentire... eccitato... in un modo... che... non riusciva a descrivere con precisione.

"Dovresti farti gli affari tuoi!... O forse sono stato negligente come tuo padrone... insegnandoti a capire qual è il tuo posto...." Jimin parlò minacciosamente. Non ragionava più... Provava solo rabbia. Non voleva che Namjoon sapesse di Taehyung. Non voleva che nessuno, a parte il passato, sapesse quanto era debole e quanto lo era ancora con Taehyung.

Jimin si alzò, andò verso l'armadio e tirò fuori un vibratore, delle manette e un frustino. Portò questi oggetti sul letto e ammanettò i polsi di Namjoon alla testiera del letto, mentre posizionava il ragazzo sulle sue ginocchia e gli sollevava leggermente il sedere. "Ecco... lascia che ti dia una lezione..." disse a bassa voce e spinse il vibratore nel culo di Namjoon... nessun lubrificante. Nessuna preparazione. Inserì l'oggetto in modo crudo, assicurandosi di accenderlo al livello massimo.

Namjoon emise un urlo acuto e fu preso dal panico quando vide Jimin alzare il frustino. Sussultò quando il suo padrone gli colpì il sedere più volte. Lo implorò di fermarsi, ma le sue grida sembrarono affogate dai rumori provocati dalla pelle e dalla frusta. Jimin non gli diede il tempo di respirare e di adattarsi al dolore... così Namjoon prese un cuscino e vi singhiozzò sopra, rompendo la trance in cui si trovava Jimin.

Jimin ansimò pesantemente e fissò il sedere di Namjoon, ormai rossissimo, sul quale sembrava colare del sangue. Sospirando, lanciò il frustino dall'altra parte della stanza per la frustrazione. Si alzò e andò verso l'armadio per tirare fuori una crema lenitiva. Tornò frettolosamente sul letto e la applicò sulla zona che aveva appena maltrattato. Si mordicchiò le labbra mentre sentiva Namjoon trasalire per l'immenso dolore provocato dal contatto con il suo sedere dolorante.

Sospirò, chiuse il contenitore con il coperchio e lo posò sul comodino. Tolse le manette a Namjoon e lo coccolò più da vicino, facendo però attenzione a non toccare i lividi e le ferite fresche. "Non costringermi a fare certe cose..." Sussurrò e baciò la testa di Namjoon che si sentiva come un cucciolo preso a calci.

Namjoon sospirò e, stremato, avvolse un braccio intorno a Jimin e lasciò che il suo padrone gli accarezzasse il viso e il collo. Non riusciva a odiare Jimin, ma non gli andava affatto bene. L'uomo.... La sua cotta.... Quello che ammirava.... Lo aveva appena ferito e gli aveva detto chiaramente che non era nient'altro che un animale domestico.... Ed era un pazzo a pensare che forse... solo forse... Jimin lo ricambiasse...







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Nota traduttrice:
Jimin ricambierà mai Namjoon, voi che dite??

Link al capitolo originale → https://www.wattpad.com/651073704-debts-to-pay-minjoon-book-1-chapter-14

Debts to Pay {MINJOON} | BOOK 1「Traduzione Italiana」Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora