.5 Doccia

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Dom POV

La notte era passata in bianco e con l'arrivo del sole chiusi gli occhi, troppo pesanti per reggersi da soli. <<5 minuti.>> Dissi mettendomi un cuscino sugli occhi. <<Ok, vado a fare la doccia.>> Rispose. Quando i raggi dal sole mi accecarono, svegliandomi, mi resi conto che era passato il quadruplo del tempo, quindi mi alzai cercando i miei boxer da per terra, per andare anche io in bagno.

Mi incamminai verso la stanza, quando attraverso la porta socchiusa iniziai a sentire dei gemiti. Entrai lentamente, senza far cigolare la porta, e potei bearmi del corpo nudo del mio compagno, cosparso di goccioline d'acqua mentre giocava con se stesso. Rimasi nudo anche io e aprii l'anta della doccia, facendogli finalmente aprire gli occhi  permettendogli di venire a conoscenza della mia presenza. 

<<Spero tu stessi pensando a me.>> Dissi beffandomi della sua faccia colpevole. <<Magari pensavo ad un altro.>> Rispose. <<Non mi resta che assicurarmi che tu non riesca a pensare a nessun altro che a me e al mio tocco, e farti venire urlando il mio nome.>> Lui deglutì alla mia affermazione.

Mi avvicinai a lui, togliendo la sua mano da se stesso per sostituirla con la mia. Giocai con la sua lunghezza in maniera lenta, permettendogli di elaborare ogni mia carezza, facendolo soffrire per l'attesa. <<Quindi a chi stavi pensando?>> Domandai passando il mio pollice sulla sua punta. <<A nessuno.>> Rispose mentre si contorceva dal piacere.

Mi fermai, prendendolo per il collo e appoggiandolo al muro. Iniziai a baciarlo, voracemente. La mia lingua si infiltrò nella sua bocca, prendendo potere e guidando i movimenti della sua, impedendogli di starmi al passo. Scesi sul suo collo e uno dopo l'altro lasciai segni rossi che si estendevano da dietro l'orecchio fino alle clavicole. Scesi sempre di più, assaporando e succhiando ogni centimetro del suo corpo.

Lo tenevo ancora saldo alla parete, impedendo alle sue gambe gelatinose di cedere. Arrivai all'inguine dove lasciai caldi baci, spostandomi ovunque tranne che sul suo cazzo. Lo illusi di starglielo prendendo in bocca, spostandomi subito dopo facendolo gemere di frustrazione. Capovolsi il suo corpo, facendolo aggrappare alla sbarra di ferro presente, e scesi. Mi misi giù al pavimento, lentamente, osservando il suo corpo dalla nuova angolazione. Mi appoggiai a terra e presi i suoi glutei tra le mie mani, stringendoli. Ci lasciai uno schiaffo sopra che lasciò l'impronta, mentre lui si reggeva estasiato dalle mie attenzioni.

<<A chi pensavi?>> Chiesi nuovamente, ma sta volta alzando la voce. Solo il rumore dell'acqua giunse alle mie orecchie, quindi, misi un dito dentro di lui senza preavviso facendolo sobbalzare. Un altro schiaffo arrivò facendolo gemere. <A chi stavi pensando?>> A questo punto non era più una domanda, ma un imperativo. Lasciai un altro segno rosso su di lui. 

Mi alzai, guardandolo dall'alto, e accarezzai il suo collo. <<Ho detto.>> Iniziai stringendo. <<A chi stavi pensando.>> Finì bloccando le sue vie aeree. << A te.>> Disse a corto di fiato. <<Non ho capito!>> Pretesi di più. <<Stavo pensando a te!>> Disse iniziando a dimenarsi in cerca d'aria. Lo lasciai.

<<E cosa stavo facendo?>> Chiesi più gentilmente, guardando la sua erezione. <<Mi stavi succhiando il cazzo.>> Ammise, abbassando lo sguardo. <<Così vuoi che te lo succhi.>> Dissi beffardo avvicinando una mano a lui. Lui annuì. <<Pregami per quello che vuoi.>> Dissi io. <<Parola per parola.>>

<<Ti puoi inginocchiare?>> chiese lui goffamente. <<Chiedimelo meglio.>> <<Ti prego puoi inginocchiarti davanti a me?>> Chiese nuovamente. <<Non è abbastanza>> Risposi.

<<Master, ti prego, inginocchiati davanti a me. Fammi quello che vuoi.>>  Disse col giusto tono da schiavo quale era. Mi chinai, mettendomi sotto di lui, guardandolo negli occhi. <<Cosa altro posso fare per te?>> Chiesi. <<Succhiamelo.>> Sussurrò. <<Non ho sentito.>> Insistetti. <<Succhiami il cazzo fino a farmi venire.>>

Mi chinai in avanti, prendendo la sua punta in bocca, lavorando anche con le mani. <<Guardami!>> Ordinai vedendolo chiudere gli occhi dal piacere. <<Mi devi guardare mentre te lo succhio, la tua mente deve stare solo su di me.>> Affermai rimarcando il "solo".  <<Ok.>> Disse. <<Guarderò te e penserò solo a te, alla tua bocca e alle tue mani.>> Aggiunse finendo al meglio la frase . 

Ripresi a giocarci, facendo su e giù mettendolo tutto in bocca, facendolo godere. <<Cazzo sto venendo.>> Disse aggrappandosi pur di non cedere. <<Posso venire?>> Chiese sfinito mentre grandi respiri interrompevano le sue parole. Non risposi e continuai a muovere la mia bocca abile, fino a fargli urlare suppliche di ogni genere. <<Cazzo!>> Urlò poco prima di riversarsi in me, urlando il mio nome attraversato da spasmi. 

<<Mi cedono le gambe.>> Ammise distrutto. <<Qualcosa mi dice che non riuscirai più a muoverti quando avrò finito.>> Risposi ottenendo una faccia confusa. 

Lo portai fuori dalla doccia, bisognoso di più spazio, e lo feci mettere a novanta appoggiato al lavandino. Senza preavviso entrai in lui, impaziente. Lo vidi tremare, cercando di usare tutta la forza delle braccia per sorreggersi, avendo perso le speranze nelle gambe. Non lo aiutai, contrariamente mi mossi, scopando il suo culo come più preferivo. Mi soddisfai da solo, seppur anche lui stava godendo; dalla stanchezza era stretto, e la cosa mi eccitava ancora di più. 

Arrivai al culmine continuando i miei movimenti mentre, a ritmo, lui gemeva stanco ma eccitato. Li venni dentro, lasciandomi andare all'orgasmo, appoggiandomi lievemente a lui ancora dentro il suo culo. Feci in tempo ad uscire e lui si accasciò a terra, incapace di sorreggersi più a lungo. <<Alzati.>> Dissi porgendogli la mano. Lui la prese e provò ad alzarsi, ma fallì. <<Lasciami qui, penso che sarò indisposto per i prossimi quattro anni.>> Scherzò.

<<Spero per te che tu ti sia ripreso per la prossima volta che mi viene duro.>> Dissi anche io seguendo la sua ironia, mi sorrise stanco. <<Su forza.>> Dissi tirandolo su come un bambino, rimettendolo in piedi. <<Cazzo sei sul serio distrutto.>> Dissi ridendo vedendolo totalmente appoggiato a me, con le gambe tremanti.

<<Ti porto a letto.>> Dissi. <<Devi riprenderti il prima possibile.>> Conclusi. 


coccole mattiniereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora