In vino veritas

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La verità.
Quanto l'aveva desiderata! Adesso era ad un passo da lei e resentava l'orrore.
Nova cercò di regolarizzare il respiro ma fallì, poiché la tensione attorno a lei e gli altri tre ragazzi era palpabile, tremendamente pesante; o forse era il caldo che bloccava le vie respiratorie. Il contesto, per intero, sembrava un incubo, di cui destarsi era il problema.

«Vesper ti prego, sii razionale» continuava a dire Caelan, comportamento che infastidì Nova. Cosa diavolo le stavano nascondendo di così assurdo? Non avrebbe sopportato ancora per molto omissioni e bugie, se lo sentiva.

«Sono razionale!» sbottò la corvina, «sono razionale» ripeté più calma. «Ho aspettato fin troppo, pur di non mettere in mezzo Nova in questioni che temevo l'avrebbero allontanata dal suo obiettivo. Ma adesso...»

Le membra della rossa tremavano in attesa di qualcosa che arrivasse chiaro e sensato alle sue orecchie. Tutti quei giri di parole rischiavano solo di farla ammattire, erano fastidiosi sussurri nel caldo asfissiante; ciò che cercava - pretendeva - era la tanto agognata verità. Qualsiasi essa fosse.

«Non è forse meglio parlare a questo punto, che dici?» sbuffò Atlas, scocciato.

Vesper lo fulminò con lo sguardo, ma subito dopo fece un respiro profondo e cominciò a parlare. «Prima che tu, Nova, arrivassi all'istituto condividevo la stanza con una ragazza. Era molto intelligente, sveglia, simile a te in alcuni aspetti. Da un giorno all'altro, o almeno quella fu la mia impressione, cambiò totalmente: non stava più in camera, spariva nel bel mezzo della notte, si comportava in modo strano. Non durò molto. Quasi un mese dopo questi fatti ambigui mi rivelò che aveva presentato l'annullamento della sua iscrizione al Blackwood. Era spaventata a morte.»

«Era stata scelta» si aggiunse Caelan, quasi sovrappensiero e a testa bassa. Nemmeno si accorse di averlo detto ad alta voce, per questo motivo sembrò imbarazzarsi quando tre paia di occhi gli furono addosso. «Io e Carissa, la ragazza, eravamo amici. Conobbi Vesper in quel periodo.»

«Proprio quando Carissa mi parlò del Crimson Circle» terminò Vesper.

Crimson Circle.
Per Nova quel nome era del tutto nuovo. La fece rabbrividire nel momento in cui la lettera di Orion le tornò in mente. La sincera paura che aveva trasmesso in quelle parole era stata decisiva per la sorella, per concederle di compiere la scelta di andare personalmente al Blackwood Institute, ma adesso aveva un peso maggiore. Stava cominciando a mettere insieme i pezzi di quell'intricato puzzle. Sperò che il risultato finale avesse senso.

«Non saprei come definirla» riprese Vesper. Si abbassò per sedersi nuovamente, stavolta davanti ai tre e cercando di non denudarsi troppo a causa del vestito corto. Caelan non perse tempo a passarle la sua camicia, la quale venne posata leggiadramente sulle gambe nude. «È un gruppo d'élite, formato dalle menti più astute del Blackwood. Non è niente di cui vantarsi però: ciò che fanno è far girare alcol all'interno dell'istituto - ecco spiegata la boccetta di vodka di Caelan - e non solo. Organizzano party esclusivi a base di sostanze e le cazzate che combinano vengono coperte solo perché la maggior parte di loro sono potenti.»

«Potenti? In che senso?»

«Le famiglie sono le più ricche d'Inghilterra, è chiaro. Secondo te chi finanzia l'istituto? La Blackwood, che è caduta in miseria? Sono loro. Ciò permette ai figli di gestire queste mura come meglio credono.»

«Coprono un professore che ha allungato fin troppo le mani e guadagnano l'indulgenza. Pagano per ristrutturare la palestra e se in una classe dieci ragazzi su quindici sono strafatti, tutti chiudono un occhio» aggiunse Caelan.

Nova aveva capito fin dagli albori che il Blackwood Institute funzionasse in quel modo, ai limiti dell'indecenza: quando vi erano soldi e famiglie potenti di mezzo, d'altronde, la corruzione era spesso - se non sempre - alle porte.

𝐂𝐑𝐈𝐌𝐒𝐎𝐍 𝐂𝐑𝐈𝐌𝐄𝐒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora