Non sono il principe azzurro che tutte le donne e ragazze si aspettano.
Non sono il solito ragazzo su cui si può fantasticare di avere una relazione.
Non sono niente di tutto ciò e se da questa storia vi aspettate che il ragazzo, o meglio il dio, "c...
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ATENA
Avevo fatto la cosa giusta? No. Ma non ce la facevo più a tenermi tutto dentro. Mi sento comunque uno schifo. Pensavo che confessandogli i miei sentimenti avrei ottenuto qualcosa da lui o almeno qualche parola di conforto, ma invano. Alcune volte mi domando come è stato possibile che io mi sia innamorata di lui. Come ho fatto? Come è stato possibile? E perché brucia così tanto un suo rifiuto?
Scossi la testa. Non dovevo pensarci. Lui non meritava nulla da me, eppure...la rabbia sembrava invadere ogni particella del mio corpo. Come ha potuto farmi questo? Per lui non ero altro che uno stupido gioco? Un passatempo futile? Allora perché proprio a me? Io non volevo tutto questo dolore. Se lo poteva anche tenere.
Calde lacrime solcarono le mie guance. Non riuscivo proprio a comprenderlo. Per secoli gli sono stata accanto ad aiutarlo e a consultarlo anche quando tutti gli avevano voltato le spalle. È questo il trattamento che si riserva per un'amica? Sono stata solo una stupida e una sciocca a credergli! Come ho fatto a innamorarmi di lui? Come ho fatto a cascare nella sua rete? È questo quello che sentivano tutte le ninfe che si innamoravano di lui?
Però non si è fatto tanti problemi a regale il suo corpo a quelle puttane. Una risata sarcastica sgorgò dalla mia gola. Loro si che erano brave, esperte e seducenti. Loro si che sapevano il fatto loro. E non la verginella Atena. Che schifo! Ovvio. Come ho fatto a non pensarci? Mentre la povera Atena può essere maltratta e presa in giro. Tanto che male c'è? Lei non ha dei sentimenti. No per niente!
Non ce la facevo più a convivere con un dolore simile. Non ne potevo più di essere sempre accantonata e lasciata per qualcuno altra. Quanto odiavo essere un rimpiazzo. Mi abbraccia. Mi sentivo così sola e abbandonata. Non sapevo più a chi rivolgermi per sentirmi meglio. Ma visto che lui preferiva le puttane rispetto a me, potevo diventarlo anch'io. Tanto cosa ci vuole? Niente. Sarei diventata una poco di buono, ma poco importava.
Magari così per una volta avrebbe scelto me invece che le altre. Avrebbe scelto perché avevo esperienza e gli piacevo. Con uno schiocco delle dita decisi di andare nel mondo dei mortali e di recarmi a New York.
Adoravo quella città. Non so che cosa mi piacesse di quella metropoli; forse era perché era una città in continua trasformazione, forse era perché non aveva nessun accenno a nessun edificio storico oppure perché era caratterizzata da realizzazioni ardite della architettura contemporanea e ricca di numerosissimi parchi che ti invogliano a passeggiare per ore e ore, o...non lo sapevo.
Non è vero. Lo sapevo perfettamente perché mi piacesse così tanto eppure volevo dimenticarlo e non ricordalo mai più.
La prima volta che sono stata a passeggiare per le vie di New York era con lui. Lui mi aveva invitata e io ero rimasta colpita dalla sua estrema gentilezza. Allora non sapevo ancora che lui mi avrebbe spezzato il cuore in mille pezzi. Ignoravo del tutto il pericolo. E questo fu il mio più grande errore. Il ricordo affiorò nella mia mente e non ci fu modo di scacciarlo via.