~7~I WOULD LIKE TO UNDERSTAND

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Scusatemi per averci messo così tanto. in questo capitolo ci sono molte sorprese, per cui spero che vi piaccia.

°°°

Le odiavo proprio.
Erano una rottura di coglioni e ti coglievano sempre impreparato, quasi come se adorassero vederti cadere o fallire. Erano in agguato pronti per attaccare.

Le sorprese arrivano nei momenti peggiori come se aspettassero solo il momento in cui ti ritrovi nella merda fino al collo e senza chiedere il tuo permesso, entrano e rovinano tutto quello che hai costruito con cura nel tempo.

Non riuscivo a definire il mio stato d'animo. Non riuscivo proprio a comprendere come mai da una parte mi sentivo sollevato e dall'altra mi sentivo triste e quasi arrabbiato perché non ne aveva parlato con me; non mi aveva considerato e questo mi feriva profondamente, ma non potevo cascare nuovamente nella sua rete.

No signore. Non avrei mai più commesso un errore simile. È finita quell'epoca in cui Ares si faceva prendere in giro da una persona meschina come lei e per questo motivo non avrei aiutato mio fratello neanche se mi avesse pregato in cinese.

<<E allora?>> chiesi con strafottenza incrociando le braccia. << Che cazzo me ne frega a me?>> Lo guardai a spettandomi una sua risposta chiara e definita perché non avevo certo tempo da perdere, infatti, alzai il braccio e guardai l'ora sul quadrante del mio orologio digitale d'oro. Mi tranquillizzai un po'. Non era cosi tardi. Erano solo le 10.00. Potevo restare ancora un po' a discutere con mio fratello sempre che lui si muovesse a spiegarmi che cavolo vuole dal sottoscritto perché la pazienza non è una delle mie prime virtù.

<<Ma che stai dicendo?>> domandò con gli occhi fuori dalle orbite e la pazienza che si stava esaurendo, ma cercò di calmarsi facendo dei profondi respiri. <<Ares ascoltami, sono venuto da te perché so che sei l'unico a cui darà ascolto se tu le parlerai per cui potresti fare uno sforzo e mettere da parte il tuo stupido orgoglio per aiutarmi.>> Mi guardò con così tanta speranza che mi fece rivoltare lo stomaco. Che schifo! <<Per favore, aiutami.>> Mi fece anche gli occhi dolci, come se fossi uno sciocco umano da convincere e non mi piaceva per niente questo suo atteggiamento e poi avevo già chiarito tutti i suoi miseri dubbi, ma qualcuno mi ascolta? No. Mai.

<<No, cazzo. Ascoltami tu. >> Dissi con voce gelida perché le sue patetiche richieste di aiuto non mi toccano minimamente, soprattutto perché c'ero solamente quando aveva bisogno di una mano o di aiuto e per il resto non esistevo. Eh, no. Non si fa così. Non bisogna essere degli opportunisti che cercano coloro che dicevano di amare solo nel momento del bisogno. <<Non voglio aiutarti. Non voglio salvare quella stordita di tua moglie che ha preferito scriverti le cose in un bigliettino piuttosto che rivelartele di persona e questo spiega già tutto com'è il vostro rapporto.>> Indietreggiò spaventato e io sorrisi perché l'unico gesto che sapeva fare la mia cara famigliola era uno solo: scappare. Scappare dai problemi o dai problematici come me sembrava essere una moda.

<<non puoi dire sul serio.>> mormorò inquieto. <<Tu non sei mio fratello perché lui non avrebbe mai e poi mai esitato ad aiutarmi. Lui mi avrebbe capito. Lui avrebbe cercato una soluzione insieme a me. Lui non mi avrebbe mai abbandonato solamente per il gusto di farmi un torto.>>

Le sue parole mi colpirono come delle frecce lanciate dal migliore lanciere. Come osava dire questo? Come osava dirmi che prima lo avrei aiutato e ora no? Credeva che mi piaceva vederlo ridotto in quello stato? Bè un po' sì, ma non ero così cattivo. Volevo che mio fratello fosse felice, ma non con Lei perché l'ho avrebbe distrutto chiunque si fosse avvicinato a lei. L'amore era qualcosa di meraviglioso, ma allo stesso tempo distruttivo e corrosivo, tanto da renderti l'uno dipendente dell'altro.

AFRODITE & ARES (Prima Stesura)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora