Ciao miei cari lettori,
come state?
Spero bene.Mi dispiace moltissimo di non aver pubblicato prima, ma non riuscivo a essere soddisfatta del lavoro che avevo fatto; inoltre i prof. ci hanno riempiti di verifiche e interrogazioni.
Non so se anche a voi è capitata la stessa cosa.
Ma adesso pubblicherò più costantemente.Forse dobbiamo stabilire un giorno fisso in cui pubblico il capitolo.
A voi che giorno a andrebbe bene?E con questo... buona lettura a tutti!
Ahh dimenticavo...
Questo capitolo lo dedico a 2LyraBlack2 che è stata la mia lettrice di questo libro e che mi ha incoraggiato a scrivere la storia.
~Ares ~
Una profonda rabbia prese possesso all' interno di me corredendomi come lava.
Ero così arrabbiato che presi la lampada posizionata sul comodino e la scaraventai sul muro.
La guardai rompersi in mille pezzi e schiantarsi a terra.Il mio sguardo non esprimeva più niente.
Tutto era spento e scuro.
Anche la parte più umana di me se ne era andata.
Mi aveva abbandonato.Urlai.
Le mie mani si sclaldarono e divennero di un rosso acceso come il fuoco.
Avevo voglia di radere tutto al suolo.
Volevo distruggere tutto quello che mi circondava.
Avrei voluto spezzare ogni cosa.Ares.
Sentii una voce chiamarmi.
Mi voltai per vedere se ci fosse qualcuno.
Ma niente.Ares, sono Zeus.
Vieni immediatamente sull'OlimpoAggrottai le sopracciglia.
Ma che carino, si è ricordato che esisto.Un ghigno perfido comparve sulle mie labbra.
Perché distruggere la mia preziosa casa quando posso distruggere la mia famiglia seminando zizzania tra di loro?Con uno schiocco delle dita riportai la lampada alla sua postazione iniziale.
E come una furia uscì fuori sbattendo la porta.Mi accovacciai e mi lanciai nel cielo grigio come il mio umore.
L'aria fredda mi sfrezzava il viso.
Lo adoravo.
Ma non riuscivo a godermelo a pieno perché avevo troppi pensieri alla testa.Perché mio padre mi ha chiamato? Solitamente mi escludevano da quasi tutto.
Che cosa voleva da me? E soprattutto perché?Il tragitto era troppo breve per poter pensare con razionalità e dovuta calma.
E poi io non pensavo, ma agivo.
E non avrei perso altro tempo prezioso.Atterrai dolcemente a terra ai piedi del One World Trade Center.
Era un enorme costruzioni rivestita completamente di vetro alta più o meno quattrocentodiciassette metri.Era questo il luogo dove risiede il monte Olimpo.
È strano vero?
Un po' si.Per evitare che i mortali possano entrare dentro al grattacielo, è stata fatta una magia potentissima che non permette loro di vederla bene e quando osservano la struttura, il loro cervello la dimentica anche mentre lo sta guardando.
Ingegnoso, eh?
Nessun mortale mi aveva visto volare.
Per fortuna perché se no avrei dovuto cancellargli la memoria e sarebbe stata una rogna in più per me.Il salone d'entrata era tutto illuminato, segno che le altre divinità erano già arrivate tutte e io come al solito ero l'ultimo.
<<È in ritardo.>> Mi disse una signora di mezza età che era sedeta su una poltrona girevole rossa e digitava freneticamente delle parole sulla tastiera del computer.
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AFRODITE & ARES (Prima Stesura)
RomanceNon sono il principe azzurro che tutte le donne e ragazze si aspettano. Non sono il solito ragazzo su cui si può fantasticare di avere una relazione. Non sono niente di tutto ciò e se da questa storia vi aspettate che il ragazzo, o meglio il dio, "c...