~4~IS IT LOVE?

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È questa la sensazione quando si prova dei sentimenti?
È questa la sensazione?
Così destabilizzante?
<< Athena, aspetta.>> Mi richiamò Ares.

Ma io continuai a camminare più veloce.
Non potevo fermarmi.
Non potevo.
Ordinai alle mie gambe di andare più veloce.
Dovevo.

Sentivo i suoi passi che mi seguivano, così aumentai ancora di più la velocità.
<<Perché scappi?>>

Non può stare zitto?
No, eh?
Bella domanda, ma secondo te perché?
Scappo da te, no?
Non ci vuole un ingegno per capirlo.

<<Fermati.>> Disse con quella voce virile e allo stesso tempo profonda, facendomi fermare all'improvviso come una stupida.

Lui si trovava a un passo da me.
Non avrei potuto scappare ancora per molto.
Forse è meglio affrontare il problema, invece di rimandarlo.
Sbuffai sonoramente.

Non volevo affrontare un bel nulla.
Volevo andarmene e fare finta di non averlo mai visto.
Voglio solo questo.

<<Che cosa vuoi?>> Chiesi infuriata voltandomi verso di lui, anche se non era la mossa migliore.
<<Niente.>> Rispose alzando le spalle. <<Volevo solo darti fastidio. >>
Digrignai i denti.
Come si permette?
<<Perché? Hai bisogno di me?>> Domandò con fare innocente.

Adesso io lo uccido.
Ho deciso.
È solo un peso per tutti!
<<Il gatto ti ha mangiato la lingua?>>
Ma quanto è pesante?

<<Smettila! >> Esclamai gelida. <<Lasciami in pace.>>
E ripresi a camminare.
<<Tesoro, tu non puoi scappare da me.>> Sibilò con voce grave. <<Nessuno può scappare dal dio della guerra. >>
Oddio.

Sono proprio nella merda fino al collo.
Non ci credo.
Passai la mano sulla fronte esasperata.
Che cosa dovevo fare con lui?
Cosa?

<<Visto che non hai niente da fare, perché non mi spieghi per quale caspita di motivo mio padre vuole che ti faccia da babysitter? >> Lo pregai con lo sguardo di rispondermi perché non ce la facevo proprio più. <<Così mi dai una mano a capire la situazione, eh. Ti va? Visto che sei così intelligente e spiccato in queste cose. >> Dissi ironicamente.

<<Che cazzo hai detto? >> Tuonò avvicinandosi a me fino a sovrastarmi.
Era così imponente che la mia figura in confronto alla sua, risultava piccola.
Mi sentivo veramente bassa e fragile, come se lui potesse farmi cadere da un minuto all'altro.

E questo non mi piaceva per niente.
Lo guardai confusa.
Che avevo detto di male, adesso?
<<In che senso, scusa?>>
<<Tu>> mi indicò. <<Devi stare fuori da tutta questa situazione perché non ti riguarda.>>

Con quale diritto mi viene a dire queste cose?
Crede che mi piaccia avere a che fare con un pallone gonfiato come lui?
Questo è davvero pazzo.
<<E perché mai? >>

<<Perché lo dico io. >> Sbottò innervosito dalla mia domanda. <<Fatti i cazzi tuoi mikrí aderfí.>> Si girò dall'altra parte e se ne andò.
Ma io non potevo lasciarlo andare via in questo modo.

Dovevo sapere perché si comportava in questo modo.
Aveva qualche problema?
<<No. Tu adesso mi spieghi che hai.>> Lo trattenni appoggiando la mano sul suo braccio.

AFRODITE & ARES (Prima Stesura)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora