Capitolo 8 Federico

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Perfetto, ora anche la madre di Dafne mi odia.

Torno a casa e durante il tragitto penso a quello che è successo.

Non riesco a togliermi dalla testa le sue labbra e i suoi occhi che brillavano dall'emozione.

Sono sicuro che anche lei lo ha sentito.
Ha sentito una scintilla partire dal cuore e rimbalzare in ogni parte del corpo.

In macchina sento ancora il suo profumo...

Un profumo dolce, delicato che culla la mia immaginazione e mi trasporta in un mondo dove quello che provo può essere pubblico.

Sto per infilare la chiave nella serratura di casa, vedo Edo.

"Dove sei stato sta mattina?" mi domanda freddo, "da nessuna parte, avevo mal di testa" rispondo senza incrociare il suo sguardo.

Apro la porta ma lui me la chiude in faccia "Ora spiegami che cazzo di problemi hai!, quella non la devi più vedere. Ti sta rovinando, non vedi come ti sta trasformando?".

È vero, con lei mi sento debole, vulnerabile.

"Hai ragione, forse è meglio se non ci parlo più".

"Così ti voglio", mi dà una patta sulla spalla ed entro in casa.

Quando sono con lei non sono forte e coraggioso, mi sento piccolo e fragile.

Una lastra di vetro pronta a rompersi in mille pezzi dal solo peso di un fiore, il mio fiore.

In un mondo parallelo sarei stato il suo eroe ma in questo non potevo essere altro che il suo Apollo.

Lei la mia ninfa adorata, io un uomo troppo debole.

Scommetto che preferirebbe essere tramutata in un albero piuttosto che stare con me.

Edoardo ha ragione, non dovevo andare in biblioteca quel giorno.

Non dovevo vederla con quella gonna nera e con quel maglioncino aderente, non avrei mai dovuto incontrarla.





Odio il lunedì, non voglio tornare in quell'inferno chiamato scuola.

Saluto i miei compagni e la vedo... una ninfa tra la gente

Non deve essere qui, non si merita questo mondo, lei doveva restare nel bosco incantato in cui la sognavo.

Doveva restare lontana da me, io sarei stato la notte e lei il giorno, io sarei stato un'erbaccia lei il più bello dei fiori, io sarei stato l'ombra lei la luce.

Siamo come sospesi da due pilastri, se uno dei due avesse provato anche solo a fare un passo l'equilibrio si sarebbe spezzato e noi saremmo caduti in un vuoto infinito.

Vado in classe e inizio a giocherellare con una matita.

La faccio roteare tra le mie dita, cerco di metterla in equilibrio, faccio di tutto per non pensare a lei.

"Ciao Fede" mi ha salutato, mi aveva salutato con la sua magnifica voce.

Sembra un canto, un canto di sirena, un canto che mi lascia senza fiato.

Mi giro, la guardo, faccio per salutarla ma mi rendo conto che Edo mi sta guardando.

Mi siedo a posto senza salutarla, che stronzo, eppure lo faccio per lei.

Sappiamo entrambi che non può funzionare, sappiamo entrambi che quando finirà soffriremo troppo allora tagliamo la testa al toro e finiamola subito.

Ho deciso chi essere dal primo momento che ho messo piede a scuola.

Agli occhi degli altri sembro sicuro di me, freddo e potente mentre se mi guardo allo specchio vedo solo un cubo di ghiaccio che si scoglie lentamente.

Faccio cadere la matita dal banco solo per avere la scusa di girarmi e guardarla.

Ha la testa poggiata sulla mano e lo sguardo basso.

Il mio cuore inizia a battere forte tanto che sembra voglia uscire dal mio petto per darle un bacio ma non posso perdere il mio amico, colui che c'è sempre stato.





A ricreazione vado in corridoio ma Sofia si piazza davanti a me.

"Cosa hai fatto a Dafne? Perché è triste? Giuro che se le hai fatto del male io prendo quei bellissimi capelli che ti ritrovi e li strappo uno ad uno finché lei non ti avrà perdonato".

Si merita tutte le scuse del mondo ma non da me, io sono quello che ride di lei non quello che è innamor...

"Sofia... hai ragione" l'ho ammesso.

Oh no! Che cosa ho fatto?

Devo inventare un modo per riaggiustare le cose.

Non posso permettermi di perderla, non posso permettermi che diventi solo un ricordo.

Non potrò mai sopportare di vedere un fiore e pensare a lei, non potrò mai sopportare di entrare in una biblioteca e sentire ancora il suo profumo.

Voglio stare con lei ...a qualunque costo.

Una ninfa tra la genteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora