Capitolo 5 Federico

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Aspetto con ansia la campanella e appena suona cerco di seguirla senza dare nell'occhio.

"cosa mi dovevi dire?" chiedo.

"punto numero 1, ieri sei stato uno stronzo.
Il tuo amico mi afferra per il collo e tu non fai niente?

Punto numero 2, Edoardo mi ha minacciata, ha detto che non vuole che tu esca con me perché ti sto trasformando in un secchione e punto numero 3, Perché ti comporti così! Prima ti sto simpatica e poi sul cazzo? Non ha senso".

Ha ragione, ha tutta la ragione del mondo ma non riesco a dare una spiegazione a nessuno dei 3 punti.

"Con Edoardo ci parlo io, non ti farà niente. Per il punto 1 invece, beh è quello che mi riesce meglio.

Ora faccio io una domanda a te... Come pretendi che ti difenda quando Edoardo è il mio migliore amico?".

"Prendi una cazzo di decisione nella vita, hai le palle o no?".

Mi sento vuoto, non so cosa pensare, non so cosa dire.

È vero, in tutta la mia vita non ho mai preso una decisione con la mia testa.

" Per farmi perdonare ti va se ci vediamo oggi da Starbucks?"

"Va bene, porta il portatile cosi elaboriamo qualche idea per il lavoro sull'Irlanda".

Sono sollevato dalla sua risposta.



Alle 16:00 sono lì.

Sono in ansia, non so cosa mi sta succedendo.

Quella ragazza mi fa un certo effetto.

La vedo entrare, cazzo è bellissima.

"Senti posso parlarti sinceramente?" le dico.

"Certo" mi risponde, "Scusa per tutti questi anni passati a ridere di te, non volevo, non è mia intenzione ferirti.
Per favore dimentica il ragazzo che sono stato".

Ho parlato a cuore aperto e spero che le mie scuse vengano accettate.

"Fede dovresti imparare a ragionare con la TUA testa".

Ha ragione... ancora.

"Dai prendi il portatile, abbiamo un bel lavoro da fare".

"In verità questa è tutta una scusa"

"Scusa non ti seguo"

"Volevo stare un po' con te".

Lei mi guarda stupita, "Sì come no bella presa per il culo" si alza, fa per andarsene ma la fermo trattenendola con la mano.

Lei si gira e mi guarda, i suoi occhi brillano e oggi mi sembrano ancora più belli di ieri.

Si siede e comincia "Senti io non capisco cosa ho di sbagliato.

Sono troppo grassa o forse ho il seno troppo piccolo ma non merito né gli insulti di Edoardo né la tua indifferenza".

I suoi occhi diventano lucidi e metto la mia mano sopra la sua" Scusa".

"Vuoi vedere un posto?" le domando, lei annuisce e usciamo dal locale.

Apro la  portiera della macchina e la faccio accomodare, subito dopo incomincio a guidare.

Una ninfa tra la genteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora