*CONTINUO FLASHBACK*
''Come vorrei, come vorrei che fossi qui. Siamo solo due anime sperdute che nuotano in una boccia di pesci anno dopo anno'' -Pink Floyd.
Ero corsa fuori, all'impazzata, sbattendo violentemente la porta d'entrata e dirigendomi non so dove, ma ovunque, purché fosse lontano da quella casa. Una cosa era certa: non potevo farcela a rimanere in quella casa, affrontare il tutto e realizzare, quindi, ciò che avevo visto. Perché non potevo ancora crederci. Anzi, sinceramente, non sapevo a cosa credere, non sapevo cosa avevo visto nemmeno io. Io tutto ciò che ricordo è la mia felicità svanire più velocemente di un lampo, Harry seduto vicino a quella finestra intento a guardare all'esterno e poi sbarrare gli occhi quando sono comparsa in camera sua. Ricordo il suo viso scavato, pallido, il corpo coperto da una maglietta bianca e dei pantaloni della tuta grigi. Quel berretto di lana grigio che non permetteva di vedere i suoi meravigliosi riccioli. Che stava succedendo? Avevo diciotto anni, conoscevo abbastanza il mondo da sapere cose orribili come i tumori, la malattia, ma vedere proiettato tutto questo su Harry mi faceva venir voglia di essere tremendamente ignorante. Non volevo crederci! No no e poi no, non poteva essere! Questo era solo un orribile incubo! Provai a chiudere gli occhi, sperando di risvegliarmi a casa di Niall tra le sue braccia, ma quando mi fermai e li aprii ero ancora a Londra, non molto lontano da casa di Harry, esattamente dove mi trovavo prima di chiuderli. Era tutto vero. E fu lì che le mie lacrime ricominciarono a scendere a catinelle; misi le mani sul mio viso, coprendolo, cercando di smettere.
-Amber...- sentì la voce familiare di Louis chiamarmi. Mi voltai. -Amber, vieni a casa. Harry è preoccupatissimo. Ti vuole parlare.-
Io non dissi una parola. Mi limitai a seguire Louis verso casa; ancora mi chiedevo come avessi fatto a non accorgermi che mi stava seguendo.
Dopo aver camminato più di quanto ricordassi, nel totale silenzio, arrivammo a casa.
-Ti aspetta di sopra in camera.- mi disse, poi abbassò lo sguardo dirigendosi in cucina. Io salì le scale diretta in camera sua. Poi aprì la porta delicatamente e lo sentì chiaramente emettere un sospiro di sollievo quando mi vide. Era lì, seduto sempre davanti a quella finestra, ma nessun filo stavolta era attaccato a lui.
-Ciao Amber.-
-Ciao.- dissi con un filo di voce.
-Puoi prendere una sedia e sederti qui accanto a me se vuoi.-
Io annuì e presi l'altra sedia davanti alla scrivania e la posizionai davanti a lui, vicino alla finestra, per poi sedermi.
-Amber, capisco il motivo per cui tu sia fuggita così, ma mi hai fatto preoccupare.-
-Mi dispiace, ma non potevo affrontarti.- dissi tenendo lo sguardo basso. Un solo sguardo nei suoi occhi spenti mi avrebbe fatto scoppiare in un fiume di lacrime incessante. I suoi occhi non erano più verde smeraldo come una volta ma grigi e spenti, il suo viso pallido, le sue labbra non erano più rosee e carnose.
-Perché mi guardi così?-
-Perché? Perché voglio sapere per quale motivo stai così, cos'hai esattamente, da quanto lo sai, tutto Harry...voglio delle spiegazioni.- urlai.
-Calmati Amber.- disse prendendomi le mani. Erano così fredde. Quasi rabbrividì al suo tocco. -Ti spiegherò tutto.-
-Ti ascolto.-
-Io ho...un tumore ai polmoni. - disse con voce tramante.- Di questo tumore lo so da prima di Natale. A Natale non sono andato a Londra per il bar e neanche adesso mi sono trasferito qui per il bar. Il bar non centra niente. Qui a Londra sono in cura da dicembre. Da Brighton sono stato trasferito qui perché potessi iniziare le cure adeguatamente. Ho passato un mese in ospedale appena arrivato qui, poi sono stato mandato a casa e ora mi fanno continuare i cicli di chemioterapia qui.-
-Ma perché? Perché mentirmi così? Perché dopo capodanno non mi hai raccontato la verità quando ho sorpreso Louis a casa nostra piangere? Perché ti sei inventato la scusa del bar? Ma pensavi davvero di morire e non farmi sapere niente?- sbraitai, deglutendo quando pronunciai la parola ''morire''.
-Lo so che ora sei furiosa e sconvolta. Ma tutto ciò che ho fatto l'ho fatto pensando a te. Io ho giurato quando ti ho presa in affidamento che avrei pensato solo ed unicamente a renderti felice e così ho fatto. Io non potevo portarti via dalla scuola, dalla tua città, dai tuoi amici, da Niall! Ora che eri veramente felice come non ti vedevo da due anni non potevo distruggerti così...hai già perso troppo per me bimba mia. Non potevo...non potevo...- disse iniziando a singhiozzare. -Volevo continuare a garantirti una vita e un futuro felici anche se ero in queste condizioni.-
-Harry, ora devi essere veramente sincero.- dissi con le lacrime che mi rigavano il viso.
Lui annuì.
-Stai morendo. Non è vero?-
-Lo saprò alla fine di questo ciclo di chemioterapia.-
Io annuì.
-Mi dispiace Amber, mi dispiace così tanto.- disse abbracciandomi. Io in un primo momento ero ancora sotto shock, poi lo strinsi in un abbraccio, più forte che potevo.
-Vado a fare due passi Harry. Scusa, ho bisogno di stare sola.-
Lui annuì, lasciò andare la mia mano che stringeva dall'inizio della conversazione e uscì. Corsi in fretta giù per le scale, per poi uscire di casa, con la voce di Louis alle mie spalle che continuava a urlare il mio nome. Camminai fino a raggiungere un parco, mi sedetti su una panchina e stavolta niente e nessuno avrebbe fermato le mie lacrime. Ne avevo tremendamente bisogno. Mi lasciai andare ad un pianto disperato, facendomi quasi mancare il respiro in certi momenti. Non mi interessava che mi sentissero urlare, non mi interessava di niente. Volevo urlare il mio dolore al mondo e, quindi, farlo uscire dal mio corpo.
Sentii la panchina piegarsi leggermente e cigolare, segno che qualcun altro si era seduto su questa panchina. Mi voltai e vidi Louis, guardarmi con gli occhi lucidi.
-Che ci fai qui?- dissi asciugandomi le lacrime con le mani.
-Non è una vergogna piangere Amber. So che tu non piangi in questo modo di fronte a chiunque, forse solo ad una persona o due, ma questa volta lasciati andare. Ne hai bisogno. Ne abbiamo bisogno.-
Lo guardai negli occhi, poi cominciai a sentirli sempre più umidi, il labbro inferiore cominciò a tremarmi, mi si formò un groppo in gola che dovetti liberare scoppiando a piangere tra le sue braccia, seguito poi dai suoi singhiozzi.
***
Non so quanto tempo fosse passato ma ero ancora lì, su quella panchina, appoggiata alla spalla di Louis, che mi accarezzava il braccio cingendomi le spalle. Lui si era sfogato, io no, e non sarebbe mai stato abbastanza, ma stavo cercando di fermarmi.
-Perché mi sta succedendo tutto questo Louis? Naomi che si trasferisce, i miei genitori che muoiono in quell'incidente, il casino con Zayn e ora anche Harry...L'unico punto fermo in tutto questo è sempre stato Niall. E ora, probabilmente, perderò anche lui.-
-Che stai dicendo Amber?- chiese sorpreso.
-Non posso e non voglio abbandonare Harry...se me l'avesse detto sei mesi fa sarei qui a Londra con lui già da sei mesi e ora che lo so non lo abbandonerò mai.-
-Amber, questo è esattamente il motivo per cui Harry non ti ha detto niente...-
-Non mi interessa Louis! É mio fratello, è la mia vita e non lo abbandonerò mentre sta morendo di cancro...non ho intenzione di volare a New York per poi fare ritorno tra un anno o due a Londra per il suo funerale, senza averlo visto sorridere un'ultima volta, senza averlo guardato negli occhi un'ultima volta e avergli detto quanto gli voglio bene e senza ringraziarlo per tutto quello che ha fatto per me. So benissimo a cosa devo rinunciare, ma io non posso e non voglio abbandonare mio fratello.-
Louis mi baciò la fronte e mi abbracciò stretta. -Sei una persona meravigliosa Amber e ti prometto, qualsiasi cosa succeda, che non sarai sola. Siamo insieme su questa barca e io ti terrò a galla, costi quel che costi.-
-Grazie Louis.- gli sussurrai all'orecchio.
-Forza, andiamo a casa.- disse alzandomi da quella panchina e incamminandoci verso casa, cingendomi le spalle ancora una volta.
*FINE FLASHBACK*
STAI LEGGENDO
Complications || Niall Horan
FanficAmber e Niall; si sono conosciuti all'età di otto anni. Niall è entrato nella vita di Amber quando lei aveva piu bisogno di qualcuno e da quel momento in poi sono diventati inseparabili. La loro è una storia intensa, passionale ed eterna, ma è anch...