Capitolo 1:Il ritorno

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Sentivo un dolore allucinante al fianco e al viso, aprì gli occhi lentamente, all'inizio vedevo sfocato, ma in poco tempo iniziai a vederci chiaramente, ero su un lettino di un ospedale, lo stesso in cui ero stato dimesso qualche tempo prima, si riusciva a riconoscere dai muri color bianco, con dei dettagli colorati intorno, anziché alzarmi restai disteso sul letto a guardare il soffitto, mi sentivo come, vuoto, senza memoria, perché ero lì? come avevo fatto a finire di nuovo lì? girai la testa e guardai la finestra dove attraverso una tenda di un grigio chiaro potevi vedere il sole brillare, era mattina, di questo ero sicuro.
Sentì la porta aprirsi lentamente e davanti a me c'era una figura, magrolina, ma abbastanza alta, con i capelli neri e dell'ombretto sulle palpebre, quando mi vide con gli occhi aperti, la sua espressione cambiò subito e posso giurare di averlo visto impaurito all'inizio «Tom» sussurrò mentre una lacrima solcava quel viso pallido «Tom..cioè sei tu Tom» continuò balbettando, quella voce l'avevo già sentita in passato, la sentivo ogni giorno, però adesso era poco piú profonda «Tom!» corse da me per poi tuffarsi nelle mie braccia, perché mi stava abbracciando? perché mi conosceva? non riuscivo a riconoscerlo, l'avevo visto leggermente sfocato e non avevo proprio visto bene il suo volto, ma non riuscivo a capire chi fosse «Stai bene? hai bisogno di qualcosa? Ragazzi Tom si è svegliato!» disse troppe cose in pochi secondi, entrarono altre 5 persone da quella stessa porta «Oh mio dio!» sentì dire «Tom!» da un'altra «ti sei svegliato!» dissero ancora,  sentì un mal di testa allucinante a quelle esclamazioni di gioia e improvvisamente mi sentì stanchissimo, la gola si fece improvvisa secca, vicino a me si sentivano passi di gente che correva insieme a delle mani che mi accarezzano dolcemente la faccia o mi prendevano le mani «Dottoressa Bonst Tom si è svegliato!» urlò una voce maschile guardandosi dietro cercando di chiamare qualcuno, quando dei passi decisi entrarono nella stanza calò il silenzio, tutti si allontanarono da me e al loro posto comparve una signora con i capelli biondi e un camice bianco insieme a delle infermiere, iniziò ad esaminare il mio corpo, mi sentivo come una cavia da laboratorio e in poco tempo mi addormentai dalla troppa stanchezza.

*

Tom era dentro con la signora e le infermiere da piú di un'ora, la dottoressa Bonst ci aveva chiesto, anzi ordinato di uscire.
Io e i ragazzi stavo aspettando sue notizie da piú di un anno, si, tom era rimasto un anno in coma dal 2006 fino ad oggi, 07/08/2009.
Eravamo tutti cambiati, non sapevamo cosa fare, io, suo fratello, non sapevo cosa fare, t/n era morta, ed ero rimasto da solo per tutto quel tempo, senza parenti vicini e stavo per perdere il lavoro, la band era distaccata, finché non decidemmo di far entrare lara, che suonava la chitarra, come Tom, perciò la band era al completo, senza T/n e Tom, ma al completo.
«Tom ha preso una bella botta in testa ed è stato accoltellato, questo lo sapete. quindi dovrà restare qui per qualche settimana, se non mese» ci annunciò la dottoressa guardandoci uno a uno, dovevo restare ancora senza mio fratello? senza un mio familiare vicino, ancora e ancora, avrei voluto porre fine alla mia vita, in quel istante, ma non potevo, tom mi aveva fatto promettere di non suicidarmi.

iniziammo a camminare verso l'uscita dell'ospedale per poi salire in auto e tornare a casa, eravamo ancora in quella casa vicino al mare, alla fine avevamo deciso di convivere tutti insieme e comprare la casa.
«Volete prendere qualcosa..non so un caffè?» Nicole cercò di spezzare quel silenzio «Non so..decidete voi» rispose piano Lara insicura, nessun altro rispose, nessuno aveva il coraggio di parlare, perciò andammo diritti a casa
«Bill tu non vieni?» chiese Mattw guardandomi mentre entrava dentro casa «Devo andare in un posto» risposi io per poi partire.

*

«Ma bill!» sentì la voce di mattw chiamare il ragazzo che era appena partito a massima velocità «Andiamo mattw, qui è quello che sta peggio, lascialo» dissi trascinandolo dentro, non ottenni risposta, mattw si scollò da me per poi salire le scale velocemente ed entrare in camera sua, restai ferma a guardarlo per poi andare nella mia stanza, ero da sola, bill era andato chissà dove, lui e Gustav avevano fatto cambio di stanza
Mi sedetti per terra, presi da sotto il letto carta e penna e iniziai a disegnare, per me, era come scappare dalla realtà, se ero stressata disegnavo, sempre.
Non avevo mai mostrato i miei disegni a qualcuno, magari perché avevo paura ci trovassero un significato in essi.
Alla fine era solo un altro modo di essere la nicola di prima, quella che sdrammatizzava sempre, che scherzava, che faceva qualcosa per far ridere qualcuno, potevo rompermi un braccio pur di far sorridere qualcuno, avrei ucciso per la felicità degli altri.
Cercai di disegnare una t/n insieme a un Tom, ma non riuscivo a disegnare bene il corpo, iniziai a strappare il foglio con la mattina finché essa non sporco il pavimento.
Ultimamente, mi venivano sbalzi d'umore, ma era sempre rabbia. Sempre e sola rabbia e mi ricordava t/n, quel piccolo esserino rabbioso, pieno di veleno, ma quel veleno faceva stare bene tutti quanti, solo a se stessa provocava malessere e questa cosa mi faceva arrabbiare ancora di piú, perché non capivo subito quando stesse male, eppure io lo sapevo, lo sapevo che voleva suicidarsi, sapevo che voleva una vita normale, sapevo tutto di lei, ma non sapevo che sarebbe morta così giovane, t/n kaulitz, quella che era la mia migliore amica, T/n kaulitz! Quella che doveva essere la mia migliore amica! si, t/n..kaulitz. quella che doveva essere..la mia migliore amica, quella che doveva essere il mio motivo di vita, la persona per cui avrei ucciso.
La mia ragione di vita, ed ora? ed ora che non ho piú motivo di vivere? cosa può fare una ragazza come me in questi casi? io Nicole Kidman, io non potevo fare nulla.

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