QUANDO IL CIRCO ARRIVA IN CITTÀ
Quattro anni dopo...
Secondo i più, l'autunno era la stagione migliore dell'anno per godersi il New Jersey: i boschi si vestivano di caldi toni rossi e oro, e le temperature permettevano ai giovani di concedersi un ultimo bagno nel lago e intrattenersi fino a tardi al pub del paese.
A Tom Doherty, però, l'autunno infondeva sempre una gran malinconia, motivo per cui cercava di riempire il più possibile le sue giornate. Non che il lavoro mancasse alla fattoria, questo era sicuro: il mais era dorato al punto giusto ed era ora di raccoglierlo, così come i cavoli, le carote e le patate nell'orto. Bisognava arare i campi, seminarli, sistemare la stalla per l'inverno, tagliare la legna e metterla a seccare...
Tutte attività che avrebbero tenuto la sua mente occupata, impedendo ai ricordi dolorosi di farsi strada nel suo cuore. O almeno, se lo augurava. Se lo augurava ogni anno.
Quella mattina, Gandalf era particolarmente su di giri: mentre Tom si preparava il caffè in cucina, non aveva fatto che correre intorno al tavolo, scodinzolare e abbaiare a qualcosa fuori dalla porta.
Sebbene il suo compito principale fosse fare la guardia, oltre che badare al bestiame, il vecchio pastore inglese dal lungo pelo grigio era sempre stato un pelandrone, il che si sposava perfettamente con l'indole tranquilla di Tom. Eppure, qualcosa o qualcuno lo aveva messo in agitazione.
Allarmato, Tom aveva scostato le tende e sbirciato all'esterno, ma il vialetto rischiarato dalle prime luci era deserto. Forse aveva fiutato una volpe.
Non se n'era più preoccupato fino a che non era uscito di casa per andare al lavoro, notando che qualcosa sporgeva dalla cassetta della posta.
Due biglietti per il circo.
Tom sollevò il cappello e si grattò la testa. Non si era nemmeno accorto che fosse arrivato un circo in città. Ma erano davvero per lui? E chi mai li aveva lasciati?
Chiunque fosse, aveva commesso un errore: ormai da parecchi anni, lì ci viveva soltanto Tom, sempre che al giorno d'oggi non fosse imposto di pagare il biglietto pure ai cani. Perplesso, intascò i due biglietti e raggiunse la sua Ford.
La giornata si trascinò lenta come al solito. A mezzogiorno, Tom mangiò il suo sandwich all'ombra della solita quercia, lasciando a Gandalf gran parte del prosciutto e sfogliò qualche pagina di un romanzo che aveva acquistato quell'anno: Lo Hobbit, una strana storia che parlava di regni lontani, nani guerrieri, stregoni amichevoli e draghi a guardia di tesori.
Prima di rincasare, fece un salto ad Avalon per comprare la vernice con cui avrebbe imbiancato la staccionata nel weekend. All'entrata del ferramenta, c'erano due signore che parlavano del circo:
«Ci siamo passati davanti stamattina: Tony ha fatto il diavolo a quattro, ho dovuto trascinarlo in lacrime fino a scuola!»
«Anche il mio Charlie non vede l'ora di andarci! Steven ha promesso di portarcelo questo sabato.»
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Gli ultimi maghi
FantasyNew Orleans, 1933. In un mondo sempre più arido di magia, il Fenomenale Spettacolo Errante di Maurice O'Malley si sposta attraverso l'America colpita dalla Grande Depressione con il suo baraccone di prodigi e mostri. Tra loro c'è Jim Doherty, l'unic...