Come ogni mattina, Jane si alzò all'alba. Era particolarmente di buonumore: quella stessa sera ci sarebbe stata la Festa dei Passati.
Era un particolare tipo di celebrazione tipica del suo villaggio che si festeggiava annualmente, durante i festeggiamenti si passa da casa in casa ad onorare le persone ormai morte che vi hanno abitato; non con tristezza, ma con musica e balli di ogni tipo. Perché, secondo la religione del suo villaggio, dopo la morte si entrava nel "Cerinstelat": il posto dove i defunti ricevevano il riposo eterno. La Festa dei Passati è anche un'occasione per assaggiare piatti tipici e osservare usi e costumi del villaggio di Jane. Quest'ultima credeva fortemente nel Cerinstelat: secondo lei le persone, dopo aver faticato e lavorato duramente durante la loro vita, si meritavano
questo riposo eterno.Questo pensiero lo rivolgeva soprattutto a sua madre: era morta quando Jane aveva quattordici anni per una malattia che ai tempi era sconosciuta. Jane soffrì molto per la morte della madre, ma si ricordò di una frase che le disse una volta: <<La cosa più importante, Jane, è la speranza, mai perderla. Perché se la perdi è come se non esistessi.>> E Jane seguì il consiglio.
Non si perse d'animo nemmeno una volta, frequentò regolarmente le lezioni della scuola dell'obbligo fino alla maggiore età, quando potette andarsene dall'orfanatrofio del suo villaggio, cercasi un lavoro e comprarsi una casa. Si era anche trovata un lavoro: collaborava con i proprietari di una fattoria che si trovava appena fuori villaggio, insieme ad altre persone. Lei si occupava dell'orto: lo arava, lo innaffiava, ogni due settimane si occupava di possibili parassiti per le piante; si alzava sempre all'alba; sebbene potesse alzarsi molto più tardi; per andare a lavorare. E Jane lavorava, lavorava e lavorava.
Lei si impegnava più di chiunque altro ed era molto famosa nel villaggio sia per la sua incredibile forza di volontà sia per la sua incredibile bellezza: una bellezza veramente folgorante che le faceva avere molti ammiratori. Ma lei li respingeva continuamente, Era decisa che, se mai avesse dovuto mettersi con qualcuno, si sarebbe messa col suo vero amore, nessuno dei suoi spasimanti le facevano provare le cose che provò la principessa della storia e così aspettava di trovare la persona giusta.
Quel giorno sarebbe potuta tornare a casa prima del solito per via della festa e nel villaggio c'era un'atmosfera di eccitazione e gioia. Tutti gli abitanti del paese aspettavano con trepidazione la sera di quel giorno e Jane provava lo stesso.
La giornata proseguì normalmente; Jane, come sempre, fece un ottimo lavoro e fu contentissima di tornare a casa e, finalmente, di potersi mettere il vestito per la festa. Quel capo glielo aveva regalato la sarta del paese: un fantastico abito da cerimonia bordeaux con motivi floreali color argento; era un vestito a dir poco meraviglioso e, nonostante l'insistenza di Jane per pagare, la sarta non volle nemmeno un soldo di bronzo; diceva che era onorata di poter dare quel abito ad una tale "bellezza della natura" e così Jane non aveva potuto fare altro che accettare, anche se in fondo non le era per niente dispiaciuto.
Poco dopo che il sole fosse tramontato i festeggiamenti iniziarono. C'erano bancarelle che vendevano: cibo, abiti e reliquie antiche. C'erano musicisti che passavano da un brano gioioso ad un brano romantico in un attimo. C'era anche un grande tendone rosso rubino dal quale proveniva una gran puzza, Jane non ci pensò nemmeno ad entrarci.
Circa due ore dopo l'inizio dei festeggiamenti il Sacerdote del villaggio comunicò che era arrivato il momento di incominciare ad avviarsi verso la prima abitazione. Così gli abitanti camminarono per tutta la città in fila ordinata a cui a capo c'era il Sacerdote che stava cantando delle preghiere. L'ultima casa in cui si fermarono fu proprio quella in cui Jane abitava insieme alla madre. Tutti si fermarono a rivolgere il proprio pensiero alle persone che abitarono in quella casa, sia che le avessero conosciute sia che non le avessero nemmeno mai viste. E Jane rivolse il suo pensiero soprattutto alla madre:
<<Ciao mamma, come va lassù? Tutto bene? Ti stai godendo il tuo meritato riposo?
Spero di sì, perché sei una persona che se lo merita davvero; tutto quello che hai fatto per me non lo dimenticherò mai!
Hai fatto molti sacrifici, nonostante fossi sola, nonostante la tristezza per aver perso papà ti affliggesse ogni giorno. Ed io... Beh, io cerco di fare del mio meglio.
Te ne sei andata dieci anni fa, mi ha reso molto triste. Però ho seguito il tuo consiglio e sono andata avanti, non mi sono mai arresa; proprio come facevi tu. Anche se non sarò mai come te, continuerò a provarci.
Per la questione del mio vero amore, purtroppo non sono riuscita ancora a trovarlo. Nei confronti dei ragazzi del villaggio non provo i sentimenti che provò la principessa della polvere. Forse dovrei andarmene e cercare altrove, però ho paura mamma: ho paura di avventurarmi in un mondo che non conosco.
Cosa dovrei fare?
Ti prego mamma: mandami un segno, anche qualcosa che agli occhi degli altri potrebbe essere insignificante; io lo capirò.
Ti ringrazio ancora per tutto.>>
Jane fece appena in tempo a rivolgere il suo pensiero anche agli altri abitanti della casa ormai deceduti, che il Sacerdote dichiarò terminata la cerimonia della Festa dei Passati.
Ma non riuscì a finire la frase che una donna urlò, attirando l'attenzione di tutti, mentre indicava terrorizzata verso il bosco, senza riuscire a dire una parola. Quello che vide non fece urlare Jane, ma le fece provare un brivido lungo tutta la schiena.
Sul ponte che collegava il bosco al villaggio stava camminando un strana sagoma. No, non stava camminando; stava zoppicando.
Man mano che si avvicinava la figura si fece sempre più chiara per via della luce. Quella sagoma si trasformò in un uomo robusto, alto, con capelli neri, vestito di una specie di tunica a maniche corte di colore blu con diversi disegni color oro. Il suo corpo era ricoperto da numerose ferite e la gamba ne aveva una particolarmente profonda.
Poco prima della fine del ponte però, l'uomo svenne cadendo in avanti. Non emise alcun tipo di gemito o verso di dolore per la caduta. Appena lo videro crollare a terra: Jane, un medico ed altri tre uomini si precipitarono a soccorrerlo.
I tre abitanti girarono delicatamente lo sconosciuto nel verso opposto ed il medico controllò le sue condizioni descrivendole terribili, Jane si accorse soltanto in quel momento che l'uomo, a cui stava tenendo la testa sopra le sue gambe, portava una maschera di colore bianco, con due buchi per gli occhi molto grandi e che, sulla parte inferiore della faccia, era rappresentato un muso felino.
Ma la cosa più strana era che quella maschera era l'unica cosa non sporca di sangue.
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LONE
FantasyIO SONO IL RE!!! -Lone. Un viaggio che farà scoprire a Jane ed uno strano compagno chi sono veramente. E forse per lo strano compagno sarebbe meglio non venire a conoscenza del proprio passato.