Capitolo 4: Non ho paura

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Era circondato dalla gente del villaggio, desiderosa di saperne di più su quello che fosse successo o di ringraziarlo per averli salvati.

Lone, però, non poteva dare risposte alle loro domande, era in confusione quanto loro.

Provò a ricordarsi dell'accaduto e non fu poco faticoso.

"Ci sono io..." pensa Lone.

"Ci sono io che improvvisamente, senza neanche accorgermene, raccolgo coraggio ed inizio a provocare il troll.

Non sono minimamente intimorito né dalla sua proporzione, né della sua voce tonante.

Il troll va in escandescenza e tira un pugno verso di me.

Non ho paura.

Tutto si fa nero, vedo soltanto pezzi di quello che succede. Lui non mi ha colpito: ha sbagliato mira? O sono stato io ad evitarlo?

Corro sopra il suo braccio, per avvicinarmi alla sua faccia.

Non ho paura.

La vista mi si offusca nuovamente.

Mi ritrovo aggrappato sulla schiena del troll. Come ho fatto ad arrivare lì?

Il troll si innervosisce ulteriormente: prova a prendermi, ma le sue enormi braccia non arrivano alla schiena.

Si fa di nuovo tutto nero.

Mi ritrovo a correre sui tetti delle case per sfuggire ai potenti colpi del troll. Ormai è inutile chiedersi come io abbia fatto.

Non ho paura.

Salto in direzione del colossale mostro.

Non ho paura.

Ancora una volta si fa tutto nero.

Il troll deve aver provato a schiacciarmi, perché sto sollevando il suo enorme piede che cerca di spingere verso il basso, ma io non ho difficoltà a resistere al peso.

Non ho paura.

Si fa nero nuovamente.

Mi ritrovo a mezz'aria, forse a trenta metri da terra. Vedo il troll a pancia all'aria che non riesce a rialzarsi. L'ho ridotto io in questo stato? O è caduto da solo?

Non ho paura.

Mi spingo verso la sua mastodontica faccia grazie ad un detrito di pietra che mi fa d'appoggio. L'ho lanciato io in aria?

Non ho paura.

Mi avvicino sempre di più.

Non ho paura.

Distengo il braccio in avanti e chiudo la mano.

Non ho paura.

Sempre più vicino.

Non ho paura.

Potrebbe rialzarsi all'ultimo.

Non ho paura.

Ci sono.

Non ho paura!

...

Il troll è morto? Ha perso i sensi? Non lo so.

Guardo verso la ragazza e soltanto in quel momento mi accorgo che non le ho mai chiesto il nome.

Vedo buio.

Mi ritrovo varie persone che mi fanno domande su domande, ringraziamenti su ringraziamenti.

Ma il mio sguardo è concentrato unicamente sul punto in cui quella ragazza sta venendo medicata.

Io la guardo, lei ricambia lo sguardo.

Ho paura..."

                                   *

Lone incrociò il suo sguardo e lei si voltò dall'altra parte.

Anche se era preoccupata per le sue condizioni non riusciva a tenere il contatto visivo con quel misterioso uomo mascherato. Non riusciva ad osservare quell'iride azzurra che si intravedeva da il buco per l'occhio sinistro della maschera.

La mandava in confusione.

E questo non le piaceva.

Dopo che il medico la rassicurò affermando che fosse tutto apposto, salvo qualche ferita da lui disinfettata, Jane trovo il coraggio di alzarsi ed andare verso di lui.

Voleva saperne di più su questa storia.

Chi era veramente Lone? Come faceva ad essere così forte? Era veramente un umano normale? Voleva saperlo.

Anche Lone si avviò verso di lei, ignorando la folla che lo tartassava senza sosta. Quelli che furono una manciata di secondi a Jane sembrarono ore, fino a quando non si trovarono l'uno di fronte all'altra.

<<Stai...bene?>> Lone la precedette, avrebbe voluto chiederglielo prima lei.

<<Sì... non preoccuparti. Io sto bene.>> guardò per un istante il troll messo fuori combattimento dalla persona di fronte a lei.

<<C-come...?>> Lone interruppe la sua esitante domanda. <<Come ho fatto? Beh...>> Jane lo interruppe a sua volta.

<<Come stai?>> le chiese con un leggero tono di preoccupazione.

Lone sembrava sorpreso dalla domanda, Jane non lo vedeva ma lo sapeva.

<<I-io sto b-bene...>> disse in tono sorpreso.

<<Non ho idea di come sia possibile ma... sto bene. Grazie.>>

Jane era visibilmente sollevata, anche se non sapeva perché la salute di Lone le importasse così tanto. Era come se la stesse interessando sempre di più la storia quell'uomo mascherato.

<<Ehm... Non ti ho ancora chiesto come ti chiami...>> disse Lone, incerto.

Jane si chiese dove avesse la testa, non ci aveva minimamente pensato neppure lei. Certo, con tutto quello che era successo.

<<Ah, è vero. Beh, allora ricominciamo dall'inizio.>> mostro un bellissimo sorriso.

<<Il mio nome è Jane.>> gli porge la mano.

<<Il mio nome è Lone.>> le stringe la mano.

Jane non si era accorta che li stavano guardando tutti, non ce n'era motivo, ma si sentiva imbarazzata.

<<Ho ricordato qualcosa...>> disse Lone all'improvviso, questa affermazione la colse di sorpresa e, desiderosa di saperne di più su di lui, chiese:<<Ah, sì? Che cosa hai ricordato?>>.

Spruzzava curiosità da tutti i pori.

Lone sembrava esitante, ma alla fine si decise a parlare.

<<Ho visto un castello, c'erano delle specie di... stendardi, c'era un figura disegnata sopra: era una specie di leone dorato con una corona in testa...>>

Silenzio tombale.

Jane stentava a credere di aver sentito bene. Ma a quanto pare non aveva sentito male.

Lone non sembrava capire.

<<Ehm... Jane? Tutti voi? Che... che ho detto?>> iniziava a preoccuparsi.

Jane si decise a parlare:<< Lone... hai appena descritto il simbolo del regno dei Gattumani...>>

Lone era visibilmente confuso <<Davvero...?>>
Continuò a parlare: << Beh, vorrà dire che vengo da là, no? Per trovare la memoria dovrei andare là.>>.

<<Il problema è un altro Lone...>> disse Jane ansiosa.

<<IL re non vede di buon occhio gli umani, andare là per te significherebbe morte certa.>>

E questo Jane non l'avrebbe voluto.

Aveva paura.

LONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora