Capitolo 5: Scegliere

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<<Abbiamo quasi finito!>>

Gridò uno dei dieci uomini del villaggio che si erano offerti di aiutare Lone con la preparazione per la sua partenza.

Lone avrebbe fatto volentieri da solo, ma gli abitanti si sentivano in debito con lui e li lasciò fare.

Jane era seduta su un tavolo della locanda del villaggio a guardarli mentre issavano la sella sul gigantesco bisonte (altro regalo di un abitante) che Lone avrebbe utilizzato per arrivare alla capitale: era un posto molto lontano e lui non ce l'avrebbe mai fatta a piedi, sarebbe stato sicuramente più comodo usare quel mezzo di trasporto.

Jane non era per niente sicura di questa impresa, per niente.

Pagò il conto al locandiere, sebbene quest'ultimo insistesse per non essere pagato visto quello che era successo la mattina stessa e si avvicinò a Lone.

Era occupato a scegliere i vari oggetti da viaggio che si sarebbe dovuto portare, era meglio se ne sceglieva parecchi.

<<Ehi, Lone...>> salutò timidamente.

Lone si voltò, aveva sempre la maschera che gli copriva l'intero volto lasciando trasparire soltanto un iride azzurra da il buco dell'occhio sinistro; quando Jane la guardava si sentiva disorientata.

<<Oh, Jane! Ciao...>> la salutò in modo più o meno allegro, non si capiva bene come si sentisse <<Volevi dirmi qualcosa?>>

<<Non sono sicura di questo.>> affermò decisa: voleva fargli sapere quello che ne pensava <<Non sono sicura che questo viaggio sia una buona idea.>>

Lone la guardò per qualche secondo, sembrava che stesse pensando a come rispondere all'opinione di Jane.

<<Devo farlo...>> disse secco.

<<Lone, è pericoloso.>>

<<Correrò il rischio.>>

<<Lo hai capito o no che nella capitale gli umani non sono ben accetti?!>>

<<Devo capire Jane, ho visto chiaramente quelle immagini e se non provo adesso potrei non riprovarci mai più...>>

<<...>>

Jane rimase in silenzio, chiedendosi perché le importasse così esageratamente di questa storia, per lei Lone era un completo sconosciuto che aveva conosciuto ieri; il fatto che avesse atterrato un Troll di venti metri la spaventava. Allora perché? Perché non voleva che partisse?

<<Beh...>> ammise, non trovando risposte alle sue domande <<...immagino che sia un... addio.>>

Lone le rispose con un tono vagamente triste: <<Sì...>> esita per un attimo <<Piacere di averti conosciuta Jane.>>

Jane lo guardò voltarsi dall'altra parte a scegliersi le provviste per il viaggio. Lei rimase immobile come un'idiota e non voleva andarsene; e poi, lentamente, si incamminò verso la sua casa, che fortunatamente il Troll non aveva preso di mira.

Era stata una giornata terribile.

Si buttò sul letto di faccia, poi si sedette e guardò il vuoto.

Non stava nemmeno pensando, stava solamente... guardando.

Si girò verso il ritratto della madre che teneva sempre sul comodino, lo fissò al lungo e solamente in quel pensò seriamente su quella situazione del tutto incredibile.

"Mamma..."

Era come suo solito. Quando non trovava risposte alle domande che si faceva, si rivolgeva a sua madre; come se potesse darle sempre la risposta giusta.

"Cosa faccio, mamma...?!" i suoi occhi iniziarono a farsi lucidi.

"Perché non voglio che vada? Perché così tanto?!" si sentiva triste, voleva solamente sfogarsi piangendo. Facendo scendere tutte le sue lacrime.

"Perché piango? Non dovrei averne motivo! Lone non è il mio vero amore: per lui non provo gli stessi sentimenti che provò la principessa!"

Non riusciva a trattenersi, stava iniziando a singhiozzare.

Forse sarebbe stato meglio dimenticare Lone ed andare avanti con la sua vita, come se tutto questo non fosse mai successo; e stava iniziando a pensare che sarebbe stato effettivamente meglio così.

Poi si ricordò di quello che aveva chiesto ieri alla madre alla festa dei Passati.

Era un pensiero che le aveva attraversato la mente per un istante, ma bastò per far sì che le lacrime smettessero di scendere dagli occhi.

Si rivolse nuovamente all'effigie della madre.

E sorrise, aveva scelto.

*

Era tutto pronto per la partenza.

Una grande folla si era formata per salutarlo, a occhio e croce dovevano essere quasi tutti gli abitanti del villaggio, tutti riuniti per salutarlo un ultima volta.

Alcuni gli strinsero la mano, dei bambini lo presero per i pantaloni supplicandogli di restare, il medico gli raccomandò di non cacciarsi nei guai e alcune ragazze gli diedero un bacio sulla maschera; cosa che lo imbarazzò e non poco.

Però, per tutto il tempo, Lone non vide Jane. La cosa gli fece un tale dispiacere che il suo morale crollò a terra. La conosceva soltanto da un giorno ma si sentiva molto legato a lei, non sapeva perché, ma lo sapeva per certo.

Lone salì in groppa al mastodontico bisonte che lo avrebbe accompagnato in quel viaggio con un balzo.

Guardò ancora indietro nella speranza di almeno intravedere la figura di Jane, niente da fare. Non si sarebbe presentata.

Fece partire l'animale che si incamminò verso il bosco.

Lone era venuto da là e là sarebbe ritornato.

Aveva appena superato il ponte che sentì una voce chiamarlo da dietro.

Un sussulto. Un giro di testa. E la vide.

La vide correre verso di lui a gran velocità, leggermente sudata e con una borsa piena di oggetti.

Lone fermò il bisonte, scese e la aspettò. Non voleva chiederle che cosa diamine stesse facendo. Era soltanto felice di vederla.

Jane lo raggiunse, si fermò a riprendere fiato perché aveva fatto proprio una bella corsa e lo guardò dritto negli mettendosi dritta di schiena e larga di spalle.

<<Beh...>> disse Lone in tono scherzoso <<Se ci tenevi proprio a salutarmi non dovevi fare questa gran...>>.

<<Non ti saluto!>> esclamò interrompendolo.

Lone rimase basito e la guardò confuso <<E-Eh...?!>> fu l'unica cosa che riuscì a dire, anche se le domande nella sua testa erano molte altre.

<<Ho deciso, Lone.>> ripeté, acquistando sempre più sicurezza.

<< Ho fatto la mia scelta! Vengo con te!>>. 

LONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora