Capitolo 2: L'uomo mascherato

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Era in pace.

Era seduto su un prato verde, sotto l'ombra di un albero.

Era toccato dolcemente dal vento, che portava un'aria fresca e piacevole.

Era intento ad ascoltare gli uccellini che cinguettavano.

Era intento ad osservare le lepri che saltavano qua e là.

Era intento a toccare i lunghi e freschi fili d'erba.

Poi la pace finì.

La terra iniziò a tremare.

Il vento smise di soffiare, gli uccelli volarono via, le lepri scapparono e l'erba e l'albero essiccarono.

Si alzò in piedi per vedere cosa stesse succedendo.

E quel che vide all'orizzonte fu una nube rossa dalla quale si sentivano delle urla da battaglia, che si avvicinava sempre di più.

Voleva scappare, ma non riusciva a muoversi.

I suoi piedi erano incollati al terreno ormai arido.

La nube rossa si avvicinava sempre di più, ancora di più, ancora di più, ancora di più.

Fino a che non fu ad un passo dal raggiungerlo.

E lui non poteva fare altro che urlare.

Anche se sapeva che nessuno lo avrebbe aiutato.

*

<<NOOOOOOOOOOO!!!>>

Si svegliò di soprassalto, sudato e scosso.

Si trovava in una stanza con le tutte le tende chiuse, era sopra ad un letto le cui lenzuola erano ormai bagnate dal sudore.

Come ci era finito lì?

Si sforzò cercando di ricordare, ma la porta si aprì all'improvviso; ad aprirla era stata una ragazza con capelli corvini e iridi di colore giallo. A quanto pare non aveva dormito perché sotto gli occhi c'erano delle occhiaie molto evidenti.

<<Dottore!>> urlò la ragazza. <<Si è svegliato! Presto!>> , subito dopo nella camera entrò un uomo sulla sessantina che iniziò subito a controllare le sue condizioni.

<<Come ti chiami?>> gli chiese il medico mentre osservava la gamba. Rimase basito. Qual' era il suo nome!? Possibile che non se lo ricordasse? Stava per dirlo al medico, ma cambiò velocemente risposta dicendo:<<Lone.>> o, almeno, credeva che fosse quello.

Prima ancora che potesse rispondere, infatti, nella sua mente si era materializzata l'immagine di una scritta dorata che recitava "LONE".

<<Bene>> disse il medico alquanto sollevato. <<Il cognome invece?>>. Stavolta nessuna immagine gli suggerì la risposta, non aveva idea di quale fosse il suo cognome. <<Non mi ricordo.>> rispose, il medico non fece altro che borbottare parole tra se e se.

Questa volta fu il suo turno di fare una domanda:<<Dove mi trovo?>>.

<<Sei in un villaggio di Gattumani.>> a rispondere fu la ragazza che era stata in disparte per tutto il tempo:<< Tu dovresti essere un umano, vero?>>.

Quell'affermazione lo mise in confusione: Gattumani? Villaggio? Umani? Tutte quello che gli diceva quella ragazza lo metteva in confusione. Non poteva rispondere se non sapeva nemmeno di che cosa stesse parlando! "Possibile..." pensò, rivolgendosi a se stesso: "...Possibile che non mi ricorda?! Come?! A malapena mi ricordo il mio nome! Chi... Chi sono io?"

LONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora