Capitolo 6: Colui che è silente

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L'aria era calma, c'era una leggera brezza, un sole splendente ed il rilassante cinguettio degli uccelli.

Jane si doveva essere addormentata, cosa non difficile visto il clima mite e rilassante di quella mattina, si stiracchiò sbadigliando. <<Vedo che ti sei svegliata.>> Fu Lone a parlare, mentre era intento a cercare qualcosa da mettere sotto i denti tra le loro provviste.

<<Mhh...>> era ancora assonata <<Non sono per niente abituata a viaggi del genere...>> Afferma lei; infatti non lo era per niente: non aveva mai viaggiato a dire il vero e adesso si trovava a dover affrontare un viaggio di circa tre mesi verso un destino incerto, con una persona alquanto particolare, inoltre.

Lone stava ancora cercando tra le provviste: <<Sei sicura di farcela?>> Jane aveva perso il conto di quante volte Lone glielo avesse chiesto, non le dava fastidio ma certe volte era proprio petulante. Però non le dispiaceva nemmeno molto di quelle premure, anzi.

<<Tranquillo. Non ho intenzione di tornare indietro.>> Gli rispondeva sempre così ed ogni volta lui si rassicurava. Lone la guardò per qualche secondo, Jane ricambiò lo sguardo per quanto l'occhio azzurro di lui la faceva rabbrividire dalla testa ai piedi; ma non lo dava mai a vedere.

Lone tirò fuori una grossa e rossa mela che lanciò a Jane. La prese al volo e le diede un grande morso. Era strano mangiare con Lone, soprattutto quando hanno scoperto che lui non aveva necessità né di mangiare né di bere. Questa scoperta fece rimanere di stucco entrambi, si stavano facendo così tanti problemi nel trovare un modo di farlo mangiare e bere e poi scoprono che non ce n'era bisogno; quella maschera era troppo strana e la spaventava il mistero che celava quell'oggetto, ma non avrebbe provato a chiedere a Lone di tentare di togliersela; su questo lui era irremovibile ed era consapevole del fatto che mai e poi mai se la sarebbe tolta.

Jane mangiò la mela con gusto finché non rimase soltanto il torsolo, <<Dove siamo?>> gli chiese.

*

Lone si mise a consultare la mappa regalatagli da un geografo del villaggio, la guardò per un po' finché non trovò il luogo in cui si trovavano attualmente; <<Dovrebbe essere il Bosco della Calma... Beh, il nome gli si addice.>> Guarda verso l'alto, verso gli alberi e gli uccelli. Però ripensa al suo sogno, e rabbrividisce.

"Cosa significava quella nube rossa? Cosa voleva dire?" a quella domanda non aveva ancora trovato una risposta. Dubitava del fatto che si trattasse del Troll di montagna: nel sogno aveva paura, no, terrore di quella nube, del Troll non aveva avuto il benché minimo timore.

<<Il Bosco della Calma...>> ripeté Jane, come se le piacesse il nome: un po' di calma, effettivamente, ci voleva.

Lone si voltò verso il mastodontico bisonte che usavano per il viaggio: era addormentato, con la schiena rivolta verso l'alto; sembrava che non si sarebbe svegliato per un po'.

Lone decise che si sarebbero stabiliti lì per la notte e, dopo averlo comunicato a Jane ed aver ricevuto il completo consenso di quest'ultima, si decise ad esplorare il posto; anche se non era un vero e proprio giro di ricognizione: in un luogo che si chiama "Bosco della Calma" ci dovrebbe essere ben poco, o addirittura nulla, di cui temere; quel giro era soltanto una piacevole passeggiata che avrebbe permesso a Lone di restare da solo con i suoi pensieri, senza interruzioni né distrazioni. Gli ci voleva.

Il bosco era semplicemente uno spettacolo per gli occhi: gli alberi alti e tutti diversi tra loro che risaltavano le foglie di differenti forme e colori, i fiori che regalavano all'aria un aroma che Lone, per quanto si ricordasse, non aveva mai odorato, animali che vivevano in pace tra di loro, il sole che rendeva l'aria tiepida e piacevole; tutto così tranquillo, tutto così calmo.

Mentre ammirava il paesaggio Lone pensava a cose tutt'altro che piacevoli: "Cosa significava quella nube rossa? Non riesco a capire." Non riusciva a liberarsi dal ricordo di quel sogno, era diventata una vera e propria ossessione. Ad un certo punto, però, fece un'altra considerazione: "Un momento. Ma perché mi preoccupo così tanto? Quello che ho fatto poteva essere soltanto un sogno e niente di più. Se qualcosa mi avesse dovuto fare del male allora lo avrebbe già fatto. Sì, deve essere così. La nube rossa era soltanto un sogno e niente del genere mi farà del male. Non devo preoccuparmi più di tanto, inoltre non ho tempo di pens-"

I pensieri di Lone vennero interrotti da altri che non erano i suoi, come quella volta al villaggio durante l'attacco del Troll.

"L'uomo sta continuando a camminare, non sembra preoccupato."

"La donna sembra che si stia intrattenendo con lo strano animale. Neanche lei sembra preoccupata."

Il sangue di Lone si gelò, qualcuno lo stava osservando in quel momento e lo stesso valeva per Jane. Al pensiero che lei potesse essere in pericolo fece dietro front e si mise a correre verso dove era venuto.
Nel mentre le due voci continuavano a comunicare:

"Aspetta... L'uomo sta tornando indietro! Sta correndo, deve aver capito qualcosa!"

"Ma come può...!?"

"Non lo so! Ma potrebbe essere più pericoloso di quanto non sembri! Lo rincorro!"

Di certo non avevano capito come Lone facesse, ma la cosa valeva anche per lui. Un altro mistero da risolvere, ma comunque un vantaggio che poteva sfruttare.

Soltanto in quel momento si rese conto di quanta strada avesse fatto soltanto a camminare, ma non sentiva fatica, era come se non si sarebbe mai stancato. Controllava se qualcuno lo stesse inseguendo. Ma niente, non c'era nessuno.

Però le voci le sentiva nitidamente.

"Gli sono dietro, tu intanto prendi la ragazza!"

Questa fu la goccia che fece traboccare il vaso; una forza sconosciuta si impadronì di lui e le sue gambe iniziarono a muoversi più velocemente, i suoi muscoli spinsero con tutta la forza che avevano; fino ad arrivare ad una velocità assurda.

"Ha... Ha aumentato la sua velocità! Lo sto per perdere!"

La cosa rincuorò Lone.

"Non preoccuparti. L'ho presa!"

<<NO!>> Lone arrivò proprio in quel momento e quel che vide fu... impossibile da descrivere.

Quello che teneva sulle spalle una Jane senza sensi era una specie di essere di terra, aveva orecchie a punta, naso lungo e sottile, occhi senza iridi ed acquosi di un color giallastro, un ghigno maligno, non indossava vestiti. Non doveva essere più alto di un metro e venti, ma il modo in cui teneva il corpo di Jane faceva intuire che avevano un forza fuori dal comune, nonostante il corpo molto magro.

Era intento ad andarsene quando Lone lo colse sul fatto.

<<LASCIALA!>> urlò Lone alla creatura scagliandosi contro di lui, non aveva tempo di fare domande; la rabbia lo aveva assalito e questo era un bene.

L'essere non era spaventato, anzi, fece un sorriso che fece capire a Lone che dietro di lui c'era qualcosa. Ma non ebbe il tempo di girarsi che... buio.

*

Venne svegliato da un getto d'acqua fredda e putrida.

Ci mise un po' ad abituarsi alla scarsa illuminazione, poi si rese conto dove era.

Sembrava una grotta, circondata dalla terra, c'erano delle fiaccole attaccate ai muri di terriccio che procuravano poca luce.

Accanto a lui c'era Jane, ancora priva di sensi e legata. Trattamento che non era stato risparmiato a Lone.

<<Umano...>> fu uno dei numerosi esseri a parlare, era leggermente più alto degli altri. <<Sii grato di aver avuto il privilegio di non essere stato ucciso subito insieme alla tua donna e di essere stato portato al cospetto di sua magnificenza. Re Tah Cut ! Colui che è silente!>>

Proprio davanti a Lone c'era un trono costruito con delle ossa di vario tipo. E sopra c'era seduto un uomo molto giovane, con lunghi capelli per metà bianchi e per metà marroni, indossava soltanto dei pantaloni e un mantello 8in pelle di un animale che assomigliava ad un felino.

Il suo sguardo era penetrante e metteva timore a Lone e non poté far altro che abbassare lo sguardo davanti all'imponente figura di quel re.

LONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora