Novella III: Rodrigo Il Narciso

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"Non potete partire! Non ve lo concedo! Ne soffrirò amaramente!" urlava ogni sera Camila, una giovane donna spagnola, al suo fidanzato Rodrigo, il quale voleva partire alla volta dell'America, con il famosissimo Cristoforo Colombo.

Rodrigo era un autentico Narciso, aveva quarant'anni e non si era mai sposato, poiché era una delle innumerevoli incarnazioni del Belzebù: era pieno di odio, disprezzava tutti, invidiava coloro i quali erano intellettualmente superiori ad esso.

Odiava con tutto il suo cuore le persone nobili spiritualmente, portatrici di un'innata bontà d'animo.
Odiava i ricchi, poiché non era ricco. Odiava i poveri, dacché chiedevano l'elemosina, poichè non lavoravano. Odiava i neri, giacchè erano diversi.
E odiava Dio, l'Onnipotente, dacchè era nato offuscato da Satana; amava solo se stesso, ma in fondo era un plebeo nell'animo, e si mostrava bello e forte per nascondere il suo vero perfido essere, che si nascondeva sotto, nel profondo del suo spirito.

Ma non vi racconterò delle sue origini, della sua infanzia, perchè Narciso si nasce, e, anche disponendo di tutto l'amore di questo mondo, si rimane tali.

Lui, come tutti i Narcisi, poteva solo occultare il suo essere, la sua persona, ma, prima o poi, sarebbe uscito da costui tutto il male. Tuttavia, egli non rendeva recondito il suo marciume: sparlava apertamente dei suoi genitori, insultava la sua stessa madre; questa è solo per far capire quanto marciume c'era in quell'uomo, nemmeno definibile tale.

Camila era una dolce, deliziosa ragazza trentenne. Era quel genere di persona odiato da Rodrigo: ella era buona come il pane, gentile, devota, tenace.
Tuttavia, si era fatta abbindolare da cotal diavolo, tanto che viveva con lui, e lo amava; o almeno a lei sembrava così: lui l'aveva manipolata, tanto che ora non sentiva più di soffrire con quel verme.

Ebbene, egli, assieme una masnada di uomini, voleva far fortuna in America, o, perlomeno, saccheggiar o rubar qualche cosa.
Il 3 agosto 1492, Rodrigo Alvarez Garcia si imbarcò sulla Pinta, la caravella sulla quale viaggiava Colombo.

Poco prima della partenza, Camila, in preda alla disperazione, tentò di salire sulla Santa Maria, l'Ammiraglia di Colombo.
Tuttavia fu respinta da un mozzo, che la spinse con tale forza che ella cadde e sbattè la testa.

Scoppiò a piangere, per il dolore di non riveder più per tantissimo tempo Rodrigo, e a causa del dolore al capo.

Percepì ad un tratto un vuoto in sé stessa: non capiva più nulla, e non voleva farlo. Non sentiva più nulla. Non riusciva a parlare e le mancava il respiro: inspirava ed espirava affannosamente.
Era come se avesse un foglio nella gola;, l'aria era bloccata come da una pellicola.

In questo stato, afflitto, angosciato disperato, tormentato, si alzò, si recò al bordo del molo, e si lasciò cadere a testa in giù. Sbattè il capo contro lo scoglio, e morì.
Ora l'acqua si sporcava di rosso. Si colorava di sangue. Era finita la vita di una giovane, pura, bella e tenera ragazza.









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