La prima superiore fu peggio dei tre anni delle medie. Quelle che prima erano battute e insulti, si trasformarono in spintoni e sputi.
Alcuni mi difendevano, altri si accanivano, altri erano indifferenti.
Presi la decisione di seguire la mia solita amica anche nello scegliere l'indirizzo delle superiori; indirizzo di chimica, materiali e biotecnologie. "Pessima decisione".
Il nuovo anno si rivelò inizialmente gradevole. Io nella mia timidezza provavo a farmi degli amici, riuscendoci in parte. Poi lentamente la cosa peggiorò.Quando le acque si calmarono, quando gli equilibri presero forma, si dovette decidere, senza veramente decidere, chi prendere di mira. sembra quasi che venga fatta una riunione telepatica segreta di bulli in cui uno decide chi designare come vittima e di conseguenza tutti gli vanno dietro senza porsi domande. A chi capitò l'onore? Ovviamente a me.
Venni preso di mira specialmente per la scoperta delle mie chat sui social con altri uomini dichiaratamente gay. Che avevo intrapreso un un momento di eccitazione per qualcosa di nuovo e gradevole.
In particolare un ragazzo si accanì su questa questione del gay, non gay. Ogni momento era buono per lui per tirare fuori l'argomento, tanto da irritare anche gli altri compagni che, per un breve periodo, presero lui di mira. "finalmente" pensai, ma durò poco. Tempo una settimana e tornai io il prediletto. (solo oggi ho scoperto che quel ragazzo che tato mi derideva per quello che sono è gay a sua volta, avrei dovuto capirlo già al liceo)Venni anche preso in giro per la mia situazione economica. Sì, perché fra tutto la mia situazione non era delle migliori.
Avevo pochissimi libri di testo, quei pochi che i miei genitori riuscivano a comprarmi erano usati. La mancanza dei libri sembrò far infuriare ancor di più i miei compagni contro di me.
Non solo loro, però, furono i colpevoli; una grande parte della colpa va a i professori di cui mi mancava il libro, che sembravano divertirsi nell'umiliarmi davanti alla classe della mia situazione.Non dimenticherò MAI la sensazione di inferiorità che provavo, MAI. Bruciava dentro di me come lava, paralizzando gli arti e la gola, lasciandomi muto e indifeso.
Quei pochi vestiti nuovi che potevo comprarmi venivano derisi e rovinati. Una mia felpa nuova (verde con una stampa di foglie che cadevano di color verde scuro) venne macchiata con il bianchetto il giorno dopo averla comprata. Ricordo perfettamente le risatine dei due geni che avevo le spalle mentre compivano l'atto. A ripensarci ho ancora la voglia di prenderli a pugni tutt'oggi.
Le battute inventate sulla mia puzza (vi giuro che mi lavavo) presero piede ai primi caldi. "Lavati", "puzzi", "ti puzza l'alito", "lavati i vestiti", "esci di qui" mi sarò sentito dire queste cose non so quante volte.
Che sensazione strana è il non sentirsi all'altezza, il non sentire di valere. Non ti accorgi minimamente il momento in cui queste sensazioni ti fanno il nido dentro. Le senti solo esplodere all'improvviso dentro di te, per poi sparire, e tu vorresti solo sparire con loro.
Per tutta la vita una sola domanda. "Sono gay?"
Ora saprei rispondere senza dubbi nella voce e senza paura nel cuore, ma da giovane no.
Sono cresciuto in ambienti in cui essere gay era, è, il male assoluto.
Io mi ponevo la domanda in continuazione, e crescendo, tra esperienze e comprensione, la risposta si è presentata.
Si e no.
Vedete, io odio le etichette di ogni genere e perciò non mi do definizioni. Alla domanda, "sei gay?" non risponderò mai si o no, semplicemente perché ritengo che le persone non siano classificabili. Siamo esseri umani che hanno pulsioni sessuali e attrazioni romantiche verso uno o più sessi. Fine.

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Il sospiro di un uomo
ChickLitCari lettori, aiutatemi a ripercorrere le vicende che mi hanno portato a scrivere tutto questo oggi. Andiamo insieme nella infanzia, adolescenza ed età adulta per scovare ciò che a me rimane celato. Questa storia sarà forse lunga, forse corta. Forse...