Capitolo 3

63 21 45
                                    

Il viaggio era stato lungo

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Il viaggio era stato lungo. Ore e ore seduto in aereo, a fissare distrattamente il mondo sotto il veicolo che volava attraverso le nuvole. Hoseok, appena aveva messo piede a terra, aveva ringraziato di non essere precipitato in quella distesa blu che lo aveva accompagnato, per la maggior parte del tempo. Non aveva paura di volare ma la sua mente, a volte, anzi; spesso, si metteva a viaggiare e vorticare intorno a pensieri talmente vari da essere pericolosi e il pensiero del precipitare in mare, di certo non lo aveva abbandonato così facilmente mentre guardando fuori, quel blu sembra fissarlo con insistenza. 

Ma ora era lì, poteva sentire il caldo posarsi sulla sua pelle anche se il sole era appena sopra la linea del tramonto.

Fissava quel rullo rumoroso che serpeggiava fra due colonne, con la speranza che non avessero smarrito i bagagli suoi e di sua madre, mentre la donna parlava allegramente al telefono con la sua amica che li aspettava fuori. Aveva drizzato le orecchie sentendo nominare Jimin un paio di volte ma era tornato a concentrarsi sulle valige che gli sfilavano davanti appena aveva capito che il ragazzo non era con la madre ad aspettarli fuori. Non di certo perché nutrisse un qualche interesse particolare verso Jimin ma per curiosità. Da giorni la domanda: "chissà com'è diventato dopo tutti quegli anni?" Gli frullava in testa ma a quanto pareva, avrebbe dovuto aspettare ancora ed il faccione pacioccoso di quel bambino che era stato Jimin si smaterializzò presto, per permettergli di focalizzare una delle loro valigie fare la sua comparsa trionfale, attraverso la tenda di gomma nera. 

L'afferrò prontamente dal manico e osservando bene, realizzò fosse quella della madre questo lo fece sospirare così rumorosamente che una ragazza al suo fianco rise appena, sicuramente divertita dalla scena di quello strambo ragazzo piegato in modo scomodo e decisamente buffo su quel nastro che sembrava volerlo portare via, anche la sua espressione doveva essere divertente. S'immaginava con un grande punto interrogativo fra le sopracciglia, corrugate. Hoseok rise appena di sé stesso e si voltò a guardarla rimanendo sorpreso di non averla notata prima in aereo, perché era davvero carina. 

Il naso piccolo e gli occhi grandi su una boccuccia a cuore rosa e delicata. Era bassa, la ragazza e magrolina. Non aveva grandi forme, come invece piacevano a lui in una donna ma il suo aspetto quasi infantile la rendeva subito adorabile agli occhi di un uomo e Hoseok le sorrise immediatamente, folgorato da quell'adorabile aspetto.

Lei lo guardò ed arrossì, quello fu il colpo di grazia per il ragazzo che si voltò completamente nella sua direzione per parlare << dici che rivedrò mai i miei vestiti? >> le chiese. Non si presentò né la salutò. Fu diretto ed ebbe la reazione che sperava. 

La ragazza minuta si mise una ciocca di capelli castani dietro l'orecchio e lo guardò esitante da sotto le lunghe ciglia nere << spero di sì >> rispose e la sua voce era perfettamente intonata alla sua immagine, chiara e delicata. 

<< Anche io ma sembra un'eternità che sto qua ad aspettare >> si lamentò issando la valigia della madre, in modo buffo e la ragazza rise appena.

oh shit, are we in love?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora