Capitolo 4

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Hoseok non andò troppo lontano

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Hoseok non andò troppo lontano. Scese le scale di legno bianco, si tolse calzini e scarpe, abbandonandole sul primo scalino scricchiolante e proseguì sulla spiaggia per un pó, osservando lo scenario estivo intorno a sé con fare distratto, concentrato su quanto era rilassante percepire la sabbia morbida tra le dita dei piedi. Vide un ragazzo correre sulla distesa sabbiosa, in tenuta sportiva e provò anche lui a correre su quella superficie irregolare. Era incredibilmente faticoso. Sarebbe stato un buon modo per tenersi in forma ma in quel momento decise di camminare, lento e rilassato.

I suoi occhi viaggiavano di qua e di là, curiosi. Posandosi quando sul panorama, quando sulle case affacciate al mare e sulle persone che lo circondavano con le loro voci e le loro urla. Era piacevolmente tutto avvolto dal pigro rumore delle onde che s'infrangevano morbidamente sulla sabbia, fine e chiara. Hoseok vide le famiglie che raccoglievano le proprie cose. Bambini che facevano i capricci perché non volevano ancora tornare e genitori sull'orlo di una crisi di nervi. Sbuffò una risata ricordandosi che anche lui era stato un bambino alquanto capriccioso e proseguì il suo cammino, avendo cura di non allontanarsi mai troppo dalla casa, così da non perdersi.

Arrivato ad una certa distanza, osservò l'orizzonte, osservando quella palla di luce calda tuffarsi definitivamente nel mare e si sedette sulla morbida sabbia, abbastanza vicino alla riva da bagnarsi i piedi, con lo sguardo perso sul rosa e l'arancio del tramonto. Il mare piatto, a largo, sembrava come la superficie liscia e levigata di uno specchio. Hoseok si perse appena a notare quanto, mare e cielo, sembrassero un tutt'uno ora che il sole caldo era tramontato proiettando non più diretti raggi di luminoso caldo ma sfumature di colore. Era uno scenario così romantico da regalargli un senso di vuoto alla bocca dello stomaco ma tutta quella vita intorno, gli ricordava che quella era la sua occasione per tornare sereno. I caldi giorni a seguire, sarebbero stati il suo stacco dalla vita di sempre. Poteva riuscirci, ora che si trovava così lontano da Seul anche le preoccupazioni che aveva a casa, sembravano distanti da lui. Quel rimuginare su colpe ed errori. Chilometri e chilometri distanti. Forse avevano ragione gli altri: doveva voltare pagina, andare avanti e godersi quel tempo, in quel posto. Per breve che fosse stato, Hoseok avrebbe usato quel tempo per respirare.

Prese il cellulare dalla tasca e scattò una foto al panorama per postarla sul suo profilo instagram. Un gesto quasi involontario ma che aveva lo scopo preciso di imprimere quel momento per sempre in una foto e lasciarla lì, su quel social, così che il ricordo di quel momento, gli sarebbe per sempre rimasto. Mentre guardava la foto, si accorse che aveva ritratto qualcos'altro insieme all'orizzonte. Un ragazzo seduto sul surf che si lasciava dondolare dalle morbide onde. L'immagine era sfocata, ma il ragazzo era biondo con un costume a pantaloncino verde fosforescente. Hoseok si guardò intorno e solo in quel momento le risate ed il casino di ragazzi poco distanti da lui, gli arrivò alle orecchie.

Sulla spiaggia, qualche metro più in là, un gruppo di non più di dieci ragazzi e ragazze agitava le mani, ballava a ritmo di un qualche tormentone estivo e rideva di quelle risate alte e spensierate, fatte di quell'allegria che sa di amici e birra. Hoseok rise di rimando e poi guardò in acqua e lo vide; il ragazzo della foto era seduto sulla tavola, dava il cinque ad un altro ragazzo e scuoteva i capelli per scrollare l'acqua. Era davvero un bel ragazzo, magro, dal fisico allenato e tonico. I biondi capelli gli si appiccicarono in fronte, con le mani se li tirò indietro e ad Hoseok mancò un secondo il fiato nel vedere la mascella dritta del ragazzo, in contrasto con le labbra carnose e poi quello si girò nella sua direzione. Hoseok ci mise un secondo a capire che alle sue spalle, stava arrivando un ragazzo che faceva evidentemente parte della loro compagnia e strinse il pugno perché quando il biondo agitò la mano, per un secondo, pensò di ricambiare il saluto, prima di capire che non era lui che stava salutando.

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