Capitolo 21 - Prima che un sorriso muti in delusione [Parte Seconda]

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@Peter


Non le importava. Non le importava affatto. Era passata quasi un'ora dall'orario dell'incontro, e ancora non c'era. Non ci sarebbe stata mai, a questo punto. Avevo perso le speranze, ormai. A scuola mi era sembrata simpatica, una brava ragazza, ma a quanto pareva mi sbagliavo. O meglio, magari avevo ragione, ma di certo non si sarebbe comportata così con me. Me lo aveva dimostrato oggi.

Mi alzai dalla panchina, deluso, per tornare a casa. Il sorriso che avevo stamattina era lentamente diminuito, fino a questo momento, in cui era completamente svanito.

Mi voltai e cominciai a camminare verso l'uscita del parco, quando una figura con un abito svolazzante che correva verso di me mi fermò.

-Peter- Smise di correre poggiando le mani sulle ginocchia e ansimando. Aveva la testa abbassata, ma quando la alzò la riconobbi. Sarah.

-Io... scusami, non ho visto l'ora. Ero con Flo a prepararmi e ho perso il senso del tempo. Tu... stavi andando via?-

Non risposi.

-Perdonami, davvero- Fece una pausa, per poi ripartire così velocemente che capii a malapena le sue parole.

-Ero indecisa tra l'abito blu e quello pesca, (alla fine ho scelto quello pesca) poi Flo mi ha chiamata per pettinarmi e proprio in quel momento ho visto l'ora. (in realtà l'ha vista Flo e me l'ha detta) A quel punto ho capito che era tardi, così ho preso la borsa per uscire, ma Flo mi ha fermata, chiedendomi prima del trucco (e le ho risposto che avevo utilizzato solo il piegaciglia e il mascara) e poi, proprio quando credevo che avesse finito, mi ha dato un lucidalabbra che ho messo durante la strada (come aveva detto appunto lei) infine per strada è successo un casino con un autobus che ha bloccato la strada per quindici minuti. Il resto del tempo l'ho impiegato a cercarti nel parco, ma tutto ciò non giustifica il mio grandissimo ritardo- Abbassò nuovamente la testa per respirare, dopo cinque minuti passati a parlare ininterrottamente.

Io la scrutai con sguardo attento, dal viso, ai capelli che le scendevano sulle spalle, alla scollatura, [in quel momento sembrò arrossire] al corpetto, al termine del vestito, e infine alle ballerine che le calzavano a pennello.

Sospirai piano, prima di sorridere.

-Non preoccuparti-

Sorrise a sua volta.

-Che ne dici di un gelato? Offro io-

Annuii senza smettere di sorridere.

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