Capitolo 3

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"Vi fermate a mangiare con noi? Prendiamo una pizza e poi andiamo da Matteo. Ci state?" chiese Ludovica, dopo essersi messa la matita rossa sulle labbra, vedendosi nello specchietto di un'auto.
"Cosa ti va di fare?" mi chiese Federico, con le labbra increspate, "ti reggi in piedi?".
"Se non hai voglia andiamo via, non c'è problema..e sto bene, solo un bel pò rilassata ma con una lieve giramento di testa" dissi abbozzando un sorriso.
"So quanta voglia hai di rimanere, quindi se la tedesca a casa ti dà il consenso, ben venga" rispose, "ma questo solo se non hai intenzione di sballarti ancora per molto o di ubriacarti solo per far colpo su un idiota del genere" continuò lanciando un'occhiata torva a Christian.
"Va bene" mi lasciai scappare una risatina, "te lo prometto" aggiunsi dandogli un bacio sulla guancia.
"Eh beh? Allora? Dobbiamo stà ancora a pensarce? O ce state o no" s'intromise Christian.
"Sta calmo, ci siamo anche noi" risposi infastidita.
"Bene" replicò scosso, " 'Ndò annamo a magnà? C'avete proposte?".
"MC Donald?" proposi.
"Che dite?" chiese Christian guardando Ludovica e Federico.
Si guardarono, Ludovica con sguardo ammiccante e Federico inespressivo, ed annuirono.

Entrammo e prendemmo posto nel grande locale, aspettando che qualcuno venisse a servirci. Io e Federico stavamo parlando di come aveva reagito la zia al telefono, mentre Ludovica e Christian parlottavano tra loro, lanciandoci di tanto in tanto delle occhiatine.
"Tua zia è il mio idolo" disse Federico ridendo.
"Certo, perché siete uguali" risposi divertita.
"Almeno siamo persone alternative" ribattè facendo una smorfia.
"Ah davvero? Questa mi è sfuggita. Pensavo foste solo persone rimbambite, puzzone e che danno baci bavosi".
"Dici sul serio?" chiese prima di mimare con le labbra un bacio.
"Vai via da qui" risposi ridendo, prima di spostarmi.
"Ti do un bacio come la tua tenera zietta, vieni qui" disse seguendomi.
Scala già di un posto, ero letteralmente nel vetro. Mi dovetti arrendere, per cui mi arrivò un bacio bavoso..ma almeno profumato.
"Allora Fede, sei ancora assieme a quella specie di vichingo?" chiese Ludovica, appoggiando il viso sulla mano a sua volta eretta dal tavolo, sporgendosi po sullo stesso per mettere in bella mostra le tette.
"No, e non è una specie di vichingo" rispose.
"Sul serio? Tutti quelli che ci sono stati dentro hanno detto che è anche peggio" disse alzando il sopracciglio, con una certa malizia negli occhi.
Ma che stava facendo? Era impazzita?
"Fortunatamente per me e sfortunatamente per lei, non ho avuto questo onore, se così si può chiamare" disse con un sorriso educato.
"Beata la ragazza che avrà questo onore con te, allora" ribattè lei con aria di sfida.
"Beh sicuramente non fumerà canne, non farà la mignotta, e sarà semplice. Penso sia un'impresa quasi impossibile".
"C'hai mai pensato de provarce co a migliore amica tua?" lo interruppe Christian stringendo gli occhi in fessura.
Federico mi guardò, e gli comparve un ghigno sul viso prima di riguardarlo.
"Se questo ti fa stare meglio perché temi la competizione, puoi star tranquillo. Nessuno dei due ha mai pensato a cose del genere, semplicemente perché abbiamo altro a cui pensare, anziché metterci a fantasticare su noi due reciprocamente" rispose con un sorriso furbo.
Christian, non sapendo cosa dire, rise ed annuì lentamente, in modo da poter digerire meglio la risposta.
Passammo quasi tutta la serata a commentare mezza scuola, loro a parlare di football mentre noi ragazze a parlare di vestiti, e poi andammo a casa di Matteo, dove davvero c'era rintanata quasi mezza scuola.
"Stai accanto a me, o te la passi male, chiaro?" mi chiese Federico con aria pensosa.
Assentii con il capo, e lui mi avvolse in un abbraccio. Appena entrammo in cucina grazie alla porta sul retro che conosceva Christian, udimmo una musica assordante provenire dal soggiorno probabilmente. C'erano bottiglie di vodka sull'isola della cucina, e c'era una decina di ragazzi e ragazze appollaiati gli uni sulle altre a limonare come se non ci fosse un domani. Il punto è che quando poi sarebbe arrivato il domani, dopo aver limonato per una serata intera, si guardano anche con disprezzo nei corridoi di scuola. E questa, è la cosa più meschina che si possa mai fare.
Attraversammo la cucina dopo aver preso un bicchiere di coca cola, almeno per quanto riguarda me e Federico, e poi andammo in soggiorno dove la musica spaccatimpani e l'ammasso di profumi di ogni spezia erano un miscuglio abbastanza vomitevole. Federico mi tirò per un braccio, e quando mi girai, vidi che stava salutando un suo amico.
"Hei amico, hai trovato la morosa?" chiese il ragazzo a voce alta, avvicinandosi.
"No, no" rise e rispose con lo stesso tono Federico, "è la mia migliore amica. Si chiama Ilaria, se vuoi te la presento" aggiunse ancora cercando di sovrastare la musica.
"Ottima idea, ma sarà meglio uscire di qui" urlò dandogli una pacca sulla spalla.
Federico assentí con il capo e mi trascinò fuori, imbattendoci in un percorso pieno di culi femminili che si strusciavano contro gli attributi dei ragazzi.
La cosa migliore di quelle scene pietose, era il fatto che andavano a tempo alcune di loro.
Quando uscimmo ed andammo nel giardino, ci sedemmo tutti e tre sul dondolo dopo aver fatto delle piccole presentazioni.
"Che indirizzo frequenti?" chiese Carlo visibilmente incuriosito.
"Classico, e tu?" chiesi guardandolo.
"Scientifico" rispose con un sospiro.
"Non avresti voluto farlo?" chiesi.
"No, volevo frequentare l'industriale che mi piaceva e che ad oggi mi piace ancora un casino".
"È davvero una seccatura, anche io volevo frequentare l'artistico, ma per i miei non avevo poi sbocchi lavorativi. Nessuno al giorno d'oggi ha sbocchi lavorativi e può vivere dignitosamente..almeno ché non sia un criminale, un politico o un evasore fiscale" risposi guardandolo.
"Almeno ché non sia Belen, che per aver mostrato la farfallina riceve milioni" aggiunse Federico, con un ghigno divertito.
"Siamo nella merda" ribattè Carlo, annuendo.

Dopo qualche battuta scambiata senza senso, a Carlo viene la brillante idea di buttarci in piscina vestiti. Federico non è assolutamente in disaccordo mentre io, beh, ho una reputazione da proteggere.
"Dai, andiamo Ila, ci divertiremo" disse Federico, sornione.
"Fede ho la maglia sottile, e ho solo una giacchetta bianca. Vuoi farmi deridere per caso da quasi la metà della scuola?" chiesi alzando il sopracciglio.
"Ho io la giacca per te, e poi, abbiamo sempre l'armadio di Matteo, e della sorella" disse ridendo.
"Sei pazzo" riuscii a dire prima di essere totalmente inzuppata.
Risalii in superficie e presi una boccata d'aria.
"Sei impazzito per caso?" chiesi ansimando, cercando di arrivare al bordo vasca.
"Piantala che ti stai divertendo" rispose ridendo.
"Deficiente" dissi schizzandogli l'acqua.
"Non uscire per niente al mondo da qui altrimenti vedranno tutti il tuo punto A e il tuo punto B senza il minimo sforzo" disse scuotendo il capo.
"Non buttarci l'occhio che.." venni interrotta.
"Tranquilla tesoro, hai un migliore amico gay per questa notte" m'interruppe camuffando la voce.
Alzai gli occhi al cielo e risi, per poi finire a schiamazzare e a schizzarlo fino a quando non udimmo voci dalle palazzine vicine.
"Se nun ve ne annate chiamo a polizia, avete capito teste de cazzo? Io domani devo annà a lavorà!" urlò un signore dal quarto piano, nella palazzina di fronte.
"A stronzi, ma i vostri genitori nun lo sanno? 'ndò cazzo stanno e 'ndo cazzo sta l'educazione?" urlò una signora al primo piano della stessa palazzina.
Ci guardammo e ridemmo, e mentre tutti ci imitavano nonostante il freddo, gli schiamazzi aumentarono quando fummo tutti all'interno della piscina.

Salimmo al secondo piano, io fortunatamente col giubbotto di Federico addosso, ed andammo io nella camera di Guendalina, e lui nella camera di Matteo, per cambiarci. Mi chiusi a chiave, e quando accesi la luce, mi trovai qualcuno nel letto. Sussultai per lo spavento, e mi portai una mano alla bocca.
Che diavolo ci faceva Roberto Corbelli qui?

Solo una bugiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora