Due occhi profondi si incastrano perfettamente con i miei celesti, e riesco a vedere attentamente tutte le sfumature di nero all'interno di essi.
Egli si avvicina alla mia figura e posiziona una mano sul mio fianco mentre l'altra mi porta una ciocca di capelli rossi dietro l'orecchio.
"Si tropp bella, Serè." Solo gli amici più stretti mi chiamano così, e spesso mi innervosisco se le persone lo fanno, ma con lui sembra tutto diverso.
Inizio a sentire una sensazione strana nello stomaco che mi avvolge completamente.
Le sue labbra si avvicinano alle mie, e mentre si stanno per assaporare a vicenda lo guardo, ma la persona che ho di fronte è diversa: non ci sono più due occhi neri, bensì due occhi marroni, che vengono oscurati da qualche riccio.
Mi sveglio improvvisamente tutta sudata e cercando di regolarizzare il mio respiro porto una mano sul mio viso.
Cosa significava quel sogno? Perché avevo sognato Ciro Ricci che stava per baciarmi? Ma soprattutto, perché diamine avevo sognato il più giovane dei Di Salvo?
"Oh Partè, t'appost?" La voce della mia compagna di cella mi risveglia dai miei pensieri, o meglio, dalle mie paranoie.
"Sisi Nad, tranquilla. Solo un brutto sogno." Le rispondo mentre mi siedo composta e la guardo attentamente.
Oggi la vedo raggiante: si è spazzolata per bene i capelli e li ha lasciati ricadere dolcemente sulle sue spalle, e poi si è truccata leggermente.
Alzo un sopracciglio mentre la guardo con un sorrisino sul mio volto. "C'ré?" Dice lei che capisce immediatamente perché sto avendo quella reazione.
""C'ré?"" Dico citandola.
"Okok, devo fare lezione con il chiattilo oggi." Un sorriso si fa spazio sul suo viso, che mi porta a scuotere la testa e ridacchiare.
"Aspè, lezione di cosa?" Le domando poi io confusa.
"Cert vote me scord che tu si nuova. Allora ammò — si siede accanto a me con le gambe incrociate — ca dint ce stanno diverse cose per farci svagare, tra cui le lezioni di pianoforte, che le fa proprio Filippo! E allora agg pensat: a me me piac suonà alla fine, pcché nun coltivà sta passione?" Dice la ragazza mentre gesticola parecchio per poi finire con il farmi l'occhiolino.
Io ridacchio "Sei irrecuperabile, Nadì!" Esclamo passandomi una mano sul volto.
"Guarda che potresti andà pure tu a prende qualche lezione, Serè, che questa è una cosa che hanno proposto a tutti! E poi se impari possiamo anche fare qualche duetto." Dice la mia amica zingara alzando le spallucce.
Io spalanco gli occhi e all'improvviso il mio umore cambia. "Non penso che lo farò, ma grazie lo stesso." Dico sforzando un sorriso.
"Dai, provaci! Anche io pensavo di essere negata, ma poi ho scoperto che non sono così male, anzi, il chiattilo dice che-" Prima che possa finire la frase la interrompo.
"No, Nad, veramente non lo voglio fare." Dico con tono fermo.
"E ja maronn, staje senza pensier! Nun t'agità!" Dice lei alzando gli occhi per poi continuare a parlare. "Ma pcché nun lo vuò fà?" Mi chiede la ragazza prima che una terza voce si aggiunga alla conversazione.
"Ma che vi urlate di prima mattina, marò!" Dice Silvia con la voce impastata dal sonno, mentre la ringrazio mentalmente per aver cambiato discorso.
"Ma statt zitt e vatt a vestì, strunz!" Dice Naditza per poi lanciarle un cuscino contro.
Dopo qualche insulto da parte della mia amica Napoletana e qualche mia risatella decido anche io di andare a prepararmi.
Opto per dei pantaloni della tuta grigi, ed una semplice maglietta. Decido di legarla per renderla più corta: perché in carcere minorile si, ma con la pancia coperta mai.
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𝗣𝗔𝗥𝗧𝗘𝗡𝗢𝗣𝗘, Ciro Ricci/Carmine Di Salvo
Teen Fiction𝗣𝗔𝗥𝗧𝗘𝗡𝗢𝗣𝗘 | "Ammò, so' 'na sirena", dicette e me guardaje. 𝗗𝗼𝘃𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗹𝗶𝗰𝗲 𝗺𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗹𝗶𝗰𝗮𝘁𝗮 𝘀𝗲𝗱𝗶𝗰𝗲𝗻𝗻𝗲 𝗲̀ 𝗰𝗼𝘀𝘁𝗿𝗲𝘁𝘁𝗮 𝗮 𝘀𝗰𝗲𝗴𝗹𝗶𝗲𝗿𝗲 𝘁𝗿𝗮 𝘂𝗻 𝗰𝗮𝗺𝗼𝗿𝗿𝗶𝘀𝘁𝗮 𝗲 𝗶𝗹 𝘀𝘂𝗼 𝗻𝗲𝗺𝗶�...