Narra la Coscienza di Harper
Lei era in classe, ma aveva lasciato la testa nell'armadietto. Fissava il professore, ma non riusciva a capire una singola parola di quello che diceva. Non che si stesse sforzando, non sapeva nemmeno che materia fosse. E come se non bastasse, sentiva il principio di un raffreddore. Stare sotto la pioggia il giorno prima le aveva fatto male.
Se solo avesse dormito quella notte. Se solo avesse potuto chiudere occhio. Se solo non l'avesse baciato, sarebbe riuscita a farsi otto ore di sonno in santa pace, senza il martellante ricordo di quello che aveva fatto. Ma come avrebbe potuto? Era da ieri che il suo cervello era sintonizzato su canale Cinque e non c'era telecomando che le facesse smettere di pensare a lui e a quel bacio. Forse lui non la vedeva in quel modo, magari non voleva che il suo spazio personale fosse invaso così. Non gli aveva nemmeno chiesto il permesso. E se avesse rovinato tutto? Non era riuscita assolutamente a decifrare l'espressione sul suo volto, a capire se era contento o completamente disgustato. Aveva detto "mi ucciderai prima tu". Come avrebbe dovuto interpretarlo? Che razza di frase era?
Era così enigmatico. Fin dal prima volta in cui l'aveva notato, aveva pensato che fosse uno dei quei tipi misteriosi che se la tirano. Poi, a furia di vederlo così spesso, praticamente tutti i giorni, se n'era incuriosita. E fece finta di non accorgersi che era anche carino.
Non sapeva cosa fosse successo da quando si erano parlati per la prima volta e il giorno in cui aveva capito di aver perso la testa per lui. Non sapeva perché, come, quando. L'unica cosa di cui era consapevole era che un mercoledì a caso di inizio ottobre aveva iniziato a vederlo in modo diverso.
Cos'è successo nel mezzo, non lo può sapere nessuno. Ciò che poteva spiegare a parole, l'aveva esposto con paroloni drammatici alle sue amiche durante la lezione di... aspetta, che materia era?
"Non potete capire. È un genio, è intelligentissimo. Sa qualsiasi cosa, è come un'enciclopedia. È appassionato di astronomia, e-"
"Astronomia?"
"Le stelle, i pianeti. Ha un quaderno dove si annota tutti. Ha un'ossessione per gli appunti, li prende anche mentre parlo a volte. È così serio, ma ha quel non so che... carisma? Sì, direi carisma. Amo il suo senso dell'umorismo, mi fa morire dal ridere. E..."
"Sì sì, ma dicci cosa vogliamo sapere davvero. È carino o no?"
"Non osare mortificarlo così. Carino è una parola estremamente riduttiva. Sono convinta, non provate a smentirmi, che sia l'incarnazione, la personificazione della bellezza. Ha gli occhi più belli mai visti. È la perfezione fatta persona"
"Sì, certo"
"Ma non avevi detto che era un coglione ieri?"
"Perché lo è" rispose alle amiche.
Le due ragazze si guardarono perplesse. "Come fa a essere perfetto allora?"
"Perché è abbastanza idiota da capire le mie battute"
"Non fa una piega"
Poi vabbè, questa fase è la pomposa esagerazione di quello là che ci piace che abbiamo nella testa. Anche se sembra stupida, sono stati tutti così imbarazzanti almeno una volta. O forse la gente normale no, non lo so. Sono solo la coscienza di una ragazza alla fine.
Comunque, un sospiro e Harper disse: "Chissà quante ne ha che gli vanno dietro"Tornando in classe, la sua compagna di banco le aveva già mollato tre gomitate per farla tornare sulla Terra, ma non c'era niente da fare. Era sulla Luna e nulla l'avrebbe riportata in classe.
Suonata la campanella, l'amica le bloccò il passaggio prima che potesse scapparle.
"Cos'hai?"
"Niente"
"Dai, è tutto il giorno che sei strana. Cosa c'è?"
"L'ho baciato"
Sgranò gli occhi. "Cos'hai fatto?"
"È un disastro"
"No, no, è fantastico!" le prese le mani e si mise a saltellare sul posto, dimenandosi in modo abbastanza peculiare da dare nell'occhio a tutti i passanti del corridoio.
"Levati quel sorriso dalla faccia, ti prego"
"Ma come? Saranno mesi che mi parli di quello là. Mica ti piaceva?"
"Appunto!"
"Allora perché hai quella faccia?"
"Perché ho paura"
Il sorriso le si spense in un attimo. "Di cosa?"
"Di aver rovinato tutto. Sicuro mi odierà"
"Come fai a dirlo? E poi non penso che potrebbe odiare una come te. Dovrebbe essere grato che una come te l'abbia ba-"
"Non dirlo nemmeno" la interruppe "È un supereroe. Avrà almeno un migliaio di ragazze migliori di me che gli vanno dietro"
"Piantala"
"Ma lui non ha detto niente e..."
"Shh. Ascolta. Secondo te, un ragazzo, un supereroe" mimò le virgolette "viene a vederti tutti i giorni giusto perché non ha nient'altro da fare? Perché ha un'altra? O ti regala libri, fiori e..."
"E le sue felpe"
"Ecco. Scommetterei un rene che sei la sua persona preferita e che quel bacio lo stava aspettando dalla prima volta che ti ha vista"
"Sì, non esageriamo. È pur sempre un ragazzo" intervenne l'altra amica, che non era intervenuta fino ad allora se non a facce schifate.
"Non stai aiutando" disse la prima amica.
"Sei una ragazza splendida. Quindi spero che quel coglione ti continui a trattare bene, perché ogni indizio porta a pensare che tu gli piaccia. Anche se è pur sempre un ragazzo"
"E quindi?"
"Quindi la deluderà come fanno tutti"
L'amica 1 mise un braccio attorno alle spalle di Emma, per poi tapparle la bocca con la mano. "Non starla a sentire, andrà tutto bene"
La ragazza le sorrise, senza esagerare. Si vedeva che non ne era troppo convinta.
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Le 7 fasi secondo Klaus | cinque hargreeves
Fanfiction2006. I diciassettenni membri dell'Umbrella Academy scoprono che Cinque fugge di casa tutti i giorni per andare chissà dove. Fra varie ipotesi, nessuno immaginava che Cinque andasse tutti i giorni in una caffetteria per una ragazza di cui non sapeva...