IL VIAGGIO

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Dall'assenza di un incubo mi riprendo.

Inerte sono, in poc'acqua dalla riva.

Sento il basso fondo sommerso. E tocco.

Un vociare indistinto s'ode lontano.

Grido e borbotto un rigurgito umido,

dello stesso olezzo da tempo annusato.

La vastità del cielo guardo appannato,

che sol'ora appare davvero infinito,

alla prima vista di un giovane uomo.

Dell'onde il piccolo fruscio mi accarezza,

come un padre affettuoso, sì dolcemente,

dopo la tempesta urlante e soffocante.

Poi mi spinse nel fragore burrascoso,

tra schiaffi gelidi e turbini salati,

nei quali per sempre persi ogni respiro.

Un brivido sordo mi coglie improvviso,

rigido m'inarco tendendo un sorriso,

ogni senso sparisce, e tutto finisce.

Abbandono quel luogo estraneo e lontano,

lasciando per sempre il mio involucro umano.

Infranti i miei poveri sogni innocenti.

Mentre attorno si forma un gelo di marmo,

vengo attratto da un luminoso calore,

che lesto mi ridona una nuova essenza.

Non più pelle di qualsivoglia colore,

più nessun attaccamento o desiderio,

non più ansie, invidie, né dolore alcuno.

Raggiungo felice la fonte di vita.

In me solo gioia vera e compassione.

Pace! Nell'Amore infinito del cielo.

Resta a terra un piccolo giovane corpo.

Ferito, straziato, violentato e vacuo.

Che mai susciterà la minima pietà!

50 + 1 Istantanee di viaggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora