Esplorando il mio mondo: diario di un'educatrice

61 0 0
                                    

Oggi è domenica, giorno di relax nel quale una persona dovrebbe staccare dai pensieri che riportano al lavoro, ma la mia testa continua a pensare e a farsi domande sulla settimana appena trascorsa: "avrò fatto bene il mio lavoro?" avrò fatto tutto quello che potevo fare per quella persona?" e tra le mille preoccupazioni sorge anche quella di non avere dato il massimo nel proprio lavoro.
Ora ti starai chiedendo: "ma che lavoro fai?" a questa domanda non so mai cosa rispondere perché effettivamente io sono laureata in Servizio Sociale e da settembre 2021 mi sono iscritta alla laurea magistrale in Scienze Pedagogiche, ma non volendo praticare il lavoro dell'assistente sociale ho cercato lavoro altrove, ma sempre nello stesso ambito, sono stata quindi assunta a tempo pieno come educatrice in una cooperativa per occuparmi di interventi educativi, ruolo che mi porta ad avere a che fare con famiglie vulnerabili all'interno delle quali ho il compito di supportare le famiglie aiutandole a crescere e quindi a migliorarsi, trasformando i loro punti di debolezza in punti di forza.
In questo mio percorso lavorativo sono cresciuta molto e sono stata una delle prime operatrici ad essere inserita nel progetto "P.I.P.P.I." che diventerà un piano nazionale nel quale si mette al centro la figura del bambino mentre le figure a lui vicine (genitori, educatori, assistenti sociali, etc.) collaborano per garantirgli un futuro migliore.
Questo progetto mi ha fatta crescere tanto e soprattutto mi ha portato a sviluppare una maggiore maturità sul lavoro. Ho avuto modo di confrontarmi con diversi colleghi che mi hanno aiutata a migliorarmi attraverso le loro critiche e i loro consigli; la cosa più bella è stata vedere nei loro occhi quella luce che si accendeva quando presentavo i lavori da me ideati e svolti con le famiglie che seguivo all'interno di questo progetto.
Io penso che questo lavoro vada fatto impiegando con il cuore e con passione, non solo per lo stipendio in quanto non è possibile pensare di giocare con la vita delle persone, credo inoltre che sia necessario mostrare tanta empatia e dare il massimo sempre.
Ricordo ancora quando sono entrata, ... anni fa, ero molto spaventata all'idea di avere a che fare con famiglia vulnerabili, ma soprattutto con le assistenti sociali, in quanto durante il primo tirocinio svolto avevo avuto un'esperienza negativa che mi aveva fatto perdere fiducia in quella che dovrebbe essere una figura di aiuto e sostegno per le famiglie.
Ad oggi, sono fiera di me e del lavoro che svolgo perché mi ritrovo in tante cose che dicono le persone e i ragazzi sentendomi a mio agio nell'indirizzarli verso la strada che ritengo sia la più giusta per apportare dei miglioramenti nelle loro vite, sicuramente non mi credo una donna vissuta, ma delle volte mi accorgo di aver vissuto cose simili che più avanti ti racconterò e che mi hanno portata ad essere la persona che sono oggi.
​Mi reputo una persona buona, soprattutto sensibile e mi rendo conto che delle volte mi lascio travolgere troppo dalle storie degli altri e che mi perdo, immergendomi nei loro racconti, per provare a capire le loro emozioni e i loro sentimenti.
​Grazie a questo lavoro ho imparato quanto sono fortunata, e che ascoltando le persone puoi sempre imparare qualcosa di nuovo.

Le pagine della mia vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora