Cicatrici del passato: la memoria si rinfresca

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Mi ritrovo a raccontare la mia storia per la seconda volta, una storia che per troppo tempo ho nascosto, una storia che è iniziata quando ero solo una giovane fanciulla. Ero una ragazza ingenua, un'anima candida che si faceva abbindolare dalle parole dolci di un mostro travestito da amante.
Le belle parole hanno dato il via a una storia malata e violenta. È difficile descrivere a parole la sofferenza che ho vissuto. La violenza fisica e verbale si è fatta strada nella mia vita, ma il punto più basso è stato raggiunto con la violenza sessuale.
Il mio corpo subiva senza darlo a vedere e incassava i colpi, al contrario la mia mente lentamente stava crollando.
Non c'era amore in questa relazione, solamente un controllo ossessivo che mi rendeva prigioniera.
Sotto la corazza che gli altri interpretavano come una pazza possessiva c'era in realtà una ragazza distrutta, intrappolata dalle parole ingannevoli e dalle manipolazioni. Ricordo le parole che ripetevo spesso: "voglio ammazzarmi, non ce la faccio più", erano parole di una ragazza disperata, l'eco del mio tormento interiore. Lui, insieme a quella che consideravo la mia migliore amica continuavano a ferirmi, facendomi vedere i messaggi dolci che si scambiavano, le foto che postavano, abbracciati e "felici", mentre io mi consumavo nell'ombra. Un giorno ho deciso di concedermi un po' di leggerezza, di andare in discoteca con le amiche. Quella notte, mentre ero sola sugli scalini sono arrivati loro due, la mia "amica", iniziò a picchiarmi, prendendomi per i capelli, tirandomi calci e sbattendomi contro una ringhiera.  Il mio corpo era freddo, il cuore batteva all'impazzata e il cuore mi avvolgeva. Tra le lacrime, sentivo l'odore salino sul mare e il suono dell'onde che si infrangevano sulla riva. Il giorno seguente ho raccontato tutto a mia madre, che mi ha incoraggiata a denunciare, ma le continue minacce da parte loro mi hanno paralizzata portandomi a scegliere il silenzio, ma sul mio viso portavo i segni evidenti di quella aggressione. Guardandomi allo specchio ho visto una parte di me spegnersi lentamente, la luce dentro di me svaniva lentamente.
Ecco perché dico che Genova è stata la mia svolta, in questa città ho trovato un raggio di luce, una speranza che giorno dopo giorno ha riportato il sorriso sul mio volto.
La mia storia è fatta di dolore, ma non solo, è anche una storia di resilienza e speranza.

Le pagine della mia vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora