Parte quinta

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I primi anni dopo la separazione dei miei, non pochi furono i problemi da affrontare, fra assistenti sociali alle calcagna, una marea di scartoffie da firmare e la continua lotta che si facevano i miei. Ad ogni modo, questo primo periodo passò. Scuole elementari. Anni di crescita, cambiamenti. Avevo 6, circa 7 anni quando mi iscrissi a danza presso una palestra di paese. La danza, che bella. L'ho sempre vista come una sorta di evasione, un'ora di spensieratezza e svago. A scuola, invece, iniziano i primi compitini, inizio ad imparare a saper leggere e scrivere. A ripensarci, avrebbero dovuto insegnarci a vivere. È proprio tra quei banchi che inizia un altro incubo che mi ha seguita fino al primo biennio delle scuole superiori: il bullismo. Ebbene sì, perché da fuori può sembrare nulla, fanno tutti finta di non ricordare, ma io ricordo. Ricordo ogni singolo momento di emarginazione, di brutte parole e di prese in giro che mi rivolgevano spesso in gruppo. Beh, certo, in gruppo siamo tutti più forti. Ricordo di quando mio padre mi comprò una nuova penna e si coalizzarono fra loro per far credere al maestro che l'avessi rubata... e ci  riuscittero. Non ebbi nemmeno l'appoggio dei maestri che crebbero alla massa e non alla pecora nera. Ancora ricordo di quando un soggetto in particolare ebbe il coraggio di tirarmi capelli e buttarmi pugni sulle gambe, mentre io piangevo disperata con la testa fra le braccia, per poi finire mettendosi acqua in faccia, fingendo di piangere e dicendo ai professori che, invece, fossi stata io a commettere quelle barbarie. A vederli, che attori! Un altro giorno, invece, uscii con una mia amichetta, la chiameremo A, la quale ad oggi è una delle poche ad essermi rimasta accanto. Un'altra bambina, all'epoca, seppe di noi e per invidia e con malignità, fece andare A a casa sua con l'inganno di doverle parlare. Io non fui accolta in casa sua e stetti fuori ad aspettare A. Quando oramai passò un po' di tempo mi spazientii e chiamai A. Ricevetti solo la risposta dell'altra bambina che mi gridò dal balcone <<qui non c'è, qui non c'è nessuno>>,e se la rideva pure, quando io, invece, sapevo benissimo cosa stesse succedendo. Con l'amaro in bocca me ne andai per l'ennesima volta con la coda fra le gambe e col cuore pieno di tristezza. La cosa che più mi fa rabbia, è che molte di queste ingiustizie capitavano proprio sotto gli occhi dei genitori di questi bulli, ma questi non fecero mai nulla per difendermi. Per quanto io sia stata sempre una bambina estroversa, a cui piace fare amicizie e renderle il più durature possibile, dando tutta me stessa in fatto di lealtà ecc., ciò non è bastato con quelle persone. Quelle che mi hanno accompagnato fino alle scuole medie, e sempre le stesse che non provavano un minimo di rimorso di ciò che facevano. E non voglio fare di tutta un'erba un fascio, ma di quelle 13 persone che componevano la classe (esclusa me), almeno la metà si accaniva contro di me. Ricordo tutto... Quando si organizzavano le pizze di classe, io andando al punto di ritrovo e venivo derisa e umiliata, per poi tornare a casa in lacrime e senza spiegazioni del perché proprio a me, perché?! Ma non mi davo per vinta e lasciavo passare, ritrovandomi da sola nella mia stanzetta a piangere ininterrottamente. Ah, questa stanza... ne ha visto di cotte e di crude, ha visto tutti i miei momenti no, in netta maggioranza ai momenti si.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 17, 2023 ⏰

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