Ciuffi di bronzo, lesti e luminosi, spicchiavano tra tutti quei capi bruniti o mori. Abbracciato da un'aura gialla, o forse rossa, muovevi passi sicuri vibrando in quella giornata, terribilmente, calda.Di sfuggita, come una falena vittima della luce, cadevo nei tuoi occhi beandomi di quel vivido azzurro da cui, però, in fretta scappavo.
Una corsa eterna, fuga parallela a quella di Atalanta - speranzosa di mettermi al riparo.
Come un magnete, ricorrevano fugaci i ricordi vissuti e una sensazione a gravarmi addosso.
Il peso di un groviglio fatto del tuo volto e del modo in cui ti eri comportato o mi avevi parlato, impresso - come un morso di zanzara invisibile -
artefice di avermi marchiato la mente.Un pensiero fatto a tua immagine e somiglianza, scambi ricambiati o forse distanti.