Ping pong

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Trascorsi un giorno intero senza incontrarlo. Per 24 ore non vidi nessuno dei quattro ragazzi della casetta 5356.
Ogni volta che ero in bungalow loro non c'erano e quando rientravano, io ero altrove.
Osservavo gli oggetti apparire e scomparire nella veranda. Alle 11 in veranda c'erano stesi i teli da mare, alle 14 lo stendino era vuoto. Alle 15 sulle scale d'ingresso c'erano delle ciabatte adidas da uomo, alle 18 delle vans. Lasciavano segnali del loro passaggio, ma le nostre attività non si incontravano mai.
Mi vergogno a dirlo, ma questo mi fece leggermente arrabbiare. Si era dimenticato di me? Dovevo restare con i piedi per terra, la realtà era che eravamo due sconosciuti che non si rivolgevano nemmeno la parola.
I controlli che effettuavo sugli spostamenti degli oggetti nella loro veranda potevano avvenire a intervalli di tre ore, perché all'arrivo di Vincenzo dovevo scattare in spiaggia con lui, senza se e senza ma.

Il mio "personal trainer" era diventato più severo negli ultimi due giorni. Era l'una e, invece di rilassarmi davanti a un gustoso pranzo, mi trovavo in spiaggia, sotto il sole rovente, ad agitare la mia racchetta da ping-pong.
《Forza! Che la prossima partita mi batti》

Erano due ore e cinquantotto minuti che ripetevamo le stesse quattro azioni: giocavamo, Vincenzo vinceva, io mi lamentavo di aver perso e chiedevo la rivincita.
Avrei potuto accettare la sconfitta e finirla lì, come ogni volta, ma oggi in palio c'era un premio.
Il vincitore aveva il diritto di decidere un obbligo che il perdente doveva fare e io avevo già deciso cosa chiedere a Vincenzo.
Secondo le statistiche eravamo 15 per Vincenzo e 0 per me. Quindici però corrispondeva al numero di partite in cui ero stata sconfitta. Un risultato pessimo, lo so.
A mio favore, però, c'erano le regole della scommessa: per guadagnarmi il premio dovevo vincere almeno una partita in tutta la mattinata.
Vincenzo era così sicuro delle mie scarse capacità che aveva scommesso anche con il guardiaspiaggia ed ora il poveretto si trovava a passare ogni venti minuti per controllare l'andamento della sfida.

Alle ore 13.30 eravamo 16 partite vinte da lui e 0 da me. Decisi che avrei giocato un'altra partita, rimandando il pranzo di mezz'ora. Mamma e Lara non sarebbero state d'accordo, ma erano troppo assolte nella lettura dei loro romanzi per accorgersi dello scorrere del tempo.
La pallina rimbalzava rapida da un campo all'altro e dopo qualche salto s'incastrava nella rete,
6 a 3 per Vincenzo.
《Potrei vincere se il mio avversario fosse più sensibile》
《Che c'entra la sensibilità con il tuo essere schiappa?》
7 a 3. Palla a Vincenzo.
《Se tu avessi un po' di pietà per me smetteresti di fare la mossa della palla roteante.》
Vincenzo non mi sentiva già più. Si preparò per fare il tiro, la sua mano premeva la pallina contro la racchetta. Non mi diede il tempo di finire la frase che la battuta partì verso di me. Vincenzo fece un movimento di polso a dir poco perfetto, la pallina sfregò contro la tela della racchetta come se fosse un fiammifero e volò sospesa nell'aria. Era incantevole mentre si muoveva nei suoi due moti. Il primo era rettilineo verso di me, il secondo era circolare, su sé stessa. Sembrava un pianeta nella curvatura dello spazio filmato in timelapse.
Era la mossa della palla roteante, eseguita magistralmente.
La pallina rimbalzò sulla mia racchetta e il risultato dei suoi moti la fece schizzare fuori dal campo.
Punto a Vincenzo
8 a 3 per lui.

《Sto già pensando al tuo obbligo》, rise.
E io stavo pensando al suo, che ad ogni palla roteante diventava una possibilità sempre più remota.
《Pensa ai danni che sta subendo la mia autostima. È questo che vuoi per la tua sorellina? Abbi pietà e gioca senza palla roteante
《Niente da fare Clarinetta. Ho delle skills e le sfrutto. 12 a 3, palla tua.》

Ok. Con il controllo delle battute per i prossimi cinque punti avrei potuto iniziare la mia rimonta. Dovevo concentrarmi al massimo, lo avrei fatto per la mia autostima ma soprattutto per il ragazzo misterioso della casetta 5356.
Che c'entrava? C'entrava eccome.

Il mio premio era obbligare Vincenzo a parlare in inglese, lingua che lui odiava. Con chi? Con gli stranieri più vicini a noi, ovviamente. Era la scusa perfetta per iniziare una conversazione con il misterioso ragazzo al 5356, e il tutto senza dover dichiarare il mio interesse nei suoi confronti. Mi sarei semplicemente trovata nei paraggi al momento del dialogo, e con una scusa avrei dirottato la chiacchierata a una conversazione più privata tra me e gote rosse. Due piccioni con una fava. Anche se ora che rivedevo il mio piano mi inquietavo da sola.

Segnai 5 punti, uno dietro l'altro. 12 a 8. Perfetto!
Sapevo di essere una brava giocatrice di ping-pong finché non subivo la palla roteante.
Ci giocavo fin da quando avevo 13 anni, al lago di Garda, in un campeggio in cui andavo con la mia famiglia. Era pieno di olandesi, alti, biondi, con gli occhi chiari.
Eravamo tutti ragazzi e il ping-pong era la scusa per conoscersi, nessuno si impegnava davvero a vincere. Trascorrevamo le giornate insieme, a parlare tramite gesti e sfidarci a colpi di ping-pong.

《Clari ci sei? Sembra che sei partita per un viaggio mentale. Concentrati, ho fatto altri 5 punti》
Oh no, eravamo 17 per lui e 8 per me.

La mia missione di vincere non poteva fallire, ce la dovevo mettere tutta.
Raccolsi i capelli in una coda di cavallo e mi tracciai due linee trasparenti sotto gli occhi, utilizzando le dita.

《Preparati Vì》
Sollevai la pallina e la spedii decisa nel campo avversario. Non tardò a tornare e con forza la colpii nuovamente. Il tratto di spiaggia intorno a noi era deserto. L'orologio del guardaspiaggia segnava le 13.48, l'orario in cui il sole era alla sua massima potenza. Non si sentiva un rumore per metri al di fuori dello sbattere della pallina sulla racchetta.
L'uomo che controllava l'andamento della sua scommessa si era posizionato all'ombra della struttura che fiancheggiava il ping pong. Mamma e Lara riposavano nei lettini lontani sotto l'ombrellone, indisturbate nella lettura. Il resto del mondo era a pranzo.
Subii una schiacciata, raccolsi la pallina e la colpii.
Anche i tedeschi erano a pranzo, immaginai. Stavano apparecchiando la tavola oppure riempivano il pentolone di riso che ogni giorni gli vedevo poggiare sul tavolo?
Feci un punto, che soddisfazione vedermi rimontare. Vincenzo raccolse la pallina e ripartì all'attacco.
Chissà se anche oggi avrebbero mangiato riso.
Punto a Vincenzo, palla a me.
Ma soprattutto chissà se si era accorto della mia assenza. Lo immaginavo seduto al tavolo mentre guardava la mia casetta chiusa.
Punto a Vincenzo.
Magari indossava le vans che avevo visto sui gradini nella giornata di ieri. Forse mentre intrecciava i lacci delle Vans rivolgeva sguardi curiosi alla mia veranda, domandandosi dove fossi. Cosa avrebbe detto se mi avesse visto nel mare mentre mi facevo il bagno.
Punto a Vincenzo.
E poi uscire in costume e camminare nella sabbia calda.

《HO VINTO》
《Cosa?》
《Essì Cla! Sono a 21!》
《No aspetta...》
《Stracciata! Battuta! Sconfitta!》
Vincenzo alzò la voce per farsi sentire dal guardaspiaggia, che da qualche secondo si stava allontanando con indifferenza.
Avevo perso. Non era una grande sorpresa visto l'andamento della mattinata, ma in quest'ultima partita avevo creduto davvero di poter vincere. Addio ai miei piani e alla mia conversazione intima con il ragazzo del 5356.
《Quando è il momento di riscuotere i premi, scompaiono sempre tutti!》disse Vincenzo guardando nella direzione del guardaspiaggia.
《Io sono qui davanti a te ad ammettere umilmente che mi hai battuto》, scherzai.
《Ti correggo, ti ho battuto per la DICIASSETTESIMA volta》
《D'accordo! Mi hai battuto per un numero di volte molto elevato...》
《E dovrai fare un obbligo deciso da me》
《...e dovrò fare un obbligo deciso da te...》
Ripetevo tutto a mo' di pappagallo, con gli occhi rassegnati dalle sconfitte.
Vincenzo si stava divertendo da morire.
《Vediamo... cosa ti potrei obbligare a fare》
《Non essere troppo cattivo》
Sapeva di avermi in pugno e si stava godendo il momento, come dargli torto. 

Dopo qualche secondo di silenzio, sorrise e parlò:

《Voglio mettere alla prova la tua timidezza: dovrai improvvisare una dichiarazione d'amore.》
《No... ti prego》
《Aspetta! Manca la parte più importante: so già davanti a chi.》

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 28, 2023 ⏰

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