5. Ciò Che E' Mio

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"A te quale piace di più?"

"Ah? Per me sono tutte uguali. Ma forse con questa lo raggiungi meglio se devi allattarlo"
Katsuki aveva accompagnato Izuku in un negozio di oggettistica neonatale per iniziare a fare le prime compere dato che il parto si avvicinava sempre di più.
Inko gli aveva affidato la carta di credito e gli aveva detto di comprare la culla e un passeggino per cominciare.

"E' il primo figlio? Vi posso aiutare?"
Chiese una ragazza sorridente vedendo che dopo dieci minuti i due ragazzi non avevano ancora scelto niente.
Grazie al suo aiuto in poco meno di mezz'ora si ritrovarono fuori dal negozio per caricare nella macchina la culla, il passeggino, pannolini e alcune copertine e tutine che Katsuki avevo voluto regalargli.

"Hai speso troppo! Non dovevi!"

"Ah? Il tuo cucciolo la notte ti fa alzare e non mi fa dormire. Sto cercando di comprarmi la sua immobilità notturna!"
Izuku rise e salì in macchina ascoltando l'altro borbottare come un vecchietto con il bastone.

"Almeno tu non devi svuotare la vescica decine di volte al giorno. Ritieniti fortunato ad essere un Alpha."

"Oh ma lo so. Col cazzo che avrei sopportato una cosa simile. Mi si sarebbe rotta la schiena già al primo mese"
Izuku ci tenne a puntualizzare che il primo mese la pancia era praticamente inesistente e si divertì nel sentirlo ragionare per i fatti suoi.

"Ti va di andare al parco?"



"Mi piacciono le nostre passeggiate. Mi piacerebbe continuare a farle anche quando avrò partorito."
Ammise Izuku mangiando il suo gelato alla nocciola e stracciatella, una mano a sorreggere la pancia pesante.
Non aveva preso molti chili, nove in tutto, ma si sentiva come se stesse per scoppiare.
Katsuki lo aiutava molto in casa e quando era via per lavoro aveva dato il permesso alla madre dell'Omega di fargli compagnia a casa sua.

Non avrebbe mai trovato un Alpha migliore di lui, si sarebbe dovuto accontentare

"Tu educalo per bene e potrai uscire con me, anche in aereo. Ho una reputazione io"

"Mia madre mi aiuterà, prometto di insegnargli a non urlare sugli aerei."
Katsuki sorrise e con lo sguardo passava da una famiglia all'altra senza dire nulla a riguardo.

"Hai pensato a qualche nome?"
Izuku annuì finendo il suo gelato, mangiato rigorosamente nella coppetta per non sporcarsi.

"Ne ho qualcuno ma preferirei non dirlo. Dipende cosa... accadrà ecco."

"Ah? Che intendi? Non mi dire che è uno di quei nomi di merda tipo giorno, notte, sole, luna. Gli vuoi male"

"Non sono nomi brutti! Voglio vedere poi che nome darai ai tuoi figli! Vado a buttare la coppetta nel cestino. Ho deciso che non ti parlo più!"
Fece la linguaccia al biondo e cambiò direzione per andare a cercare l'unico cestino che aveva visto da quando erano entrati nel parco.
Solo che, mentre stava camminando, sentì una fitta alla zona lombare che lo costrinse a fermarsi un secondo.

"Non farmi scherzi ok? Vorrei avere più tempo per parlare con Katsuki. Poi ti prometto che sarò tutto tuo."

"Oltre che tremendamente ingrassato parli anche da solo adesso?"
Izuku spalancò gli occhi e si voltò alla sua destra, dove il suo ex compagno dai capelli color cobalto lo stava guardando con un ghigno cattivo e divertito allo stesso tempo.

"Il rigetto non ti ha fatto perdere il cucciolino che tanto desideravi. Ne sono felice, almeno potrò riconoscerlo come mio e rinnovare il marchio. Sai mi sei mancato. Ti iscriverò in palestra e tornerai come prima."
L'Omega indietreggiò di un passo e si portò le mani al grembo, avvertendo un'altra scossa alla schiena.

Hitomebore: Biglietto Di Sola AndataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora