6. Come E' Cominciato

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"Hai preso tutto Izuku? Posso chiudere la macchina?"

"Si mamma. Mi prenderesti la borsa di Kyon? Io lo metto nel passeggino."
Madre, figlio e nipote attraversarono il parcheggio ed entrarono, tramite porte scorrevoli, all'interno dell'immenso aeroporto centrale di Tokyo.
L'Omega aveva con sé una valigia sua personale e un borsone con all'interno tutto il necessario per il proprio bambino: salviette, pannolini, dei cambi e molto altro.
Da quando il piccolo era nato, sette mesi prima, Inko gli era stato accanto in maniera costante e il suo aiuto si era rivelato indispensabile per la salute mentale dell'Omega.
All'inizio per Izuku era stato difficile calarsi nel ruolo di madre: non capiva perché il bambino piangesse, perché non dormisse, addirittura perché non mangiasse...
Tutta quell'ansia, preoccupazione, stress e senso di inadempienza lo avevano portato ad essere una persona diversa: scontrosa, suscettibile, fragile, perfino irritabile.
Amava prendersi cura del proprio bambino ma non avrebbe mai creduto potesse essere così devastante, soprattutto nei primi mesi.
Mesi nei quali il neonato voleva stare solo con la madre e nessun altro, nemmeno la nonna riusciva a tenerlo.
Poteva però ritenersi fortunato di non aver sofferto della famosa depressione post-partum che purtroppo colpiva molte madri.

"Tesoro tu...sei sicuro di voler fare il viaggio da solo? Kyon è piccolo e tu-"

"Tranquilla mamma, stanotte ho riposato e poi Seul è vicina, non vado in Europa. Mi merito di staccare la spina dalla solita routine, no?"
La donna sorrise spingendo il passeggino con il nipotino dormiente verso il check in e l'area controlli.
Il cucciolo aveva puppato un'oretta prima di uscire di casa e se ne stava accoccolato al suo giochino preferito, nella sua tutina calda con cappellino di lana e ciuccio color panna.
Dopotutto era gennaio inoltrato e faceva abbastanza freddo.
Quando fu il momento dei controlli, Ia madre fu costretta a lasciare figlio e nipote da soli per non essere di impedimento nello scorrere della fila, rimanendo al di là dei paletti delimitatori che fungevano da serpentina per la far mettere in coda i passeggeri in maniera composta e ordinata.

"Buon viaggio amore, chiamami quando atterri che sto in pensiero."
Izuku rise e la salutò con un gesto della mano, poggiando il trolley sul nastro trasportatore.
Il bagaglio passò senza problemi, tuttavia non fu lo stesso per il passeggino che fece scattare l'allarme dei metal detector.
Kyon si svegliò di soprassalto cominciando a piangere disperato.

Avrebbe dovuto immaginarselo che avrebbe suonato, perché non ci aveva pensato prima?

"No no piccolo non piangere, non è successo niente."
Ma il neonato non sembrava affatto intenzionato a calmarsi, tanto che alcuni passeggeri cominciarono ad innervosirsi più per il pianto del bambino che per il rallentamento dei controlli dovuto dal passeggino.

"Mi dispiace che il suono abbia svegliato il cucciolo, venga pure nell'ufficio che controlliamo tutto lasciando il passaggio libero."
Un uomo afferrò il suo bagaglio e lo condusse nella stanza per le perquisizioni per avere un po' di privacy.

"Devo.. solo un attimo per favore."
Izuku cominciò a sudare freddo ma l'uomo gli mise una mano sulla spalla scuotendo la testa.

"Si prenda il suo tempo, l'abbiamo portato qui per farlo calmare prima che dovessi litigare con persone ignoranti e maleducate che evidentemente non si ricordano di essere stati cuccioli anche loro. L'unica cosa, chiederei il permesso per controllare la borsa del passeggino, nulla di più."
Izuku lo ringraziò e gli diede il permesso di perquisire il tutto mentre sganciava le cinghie del passeggino per prendere il bambino in braccio.
Si sedette su una sedia e iniziò a cullarlo dolcemente.
Notando che Kyon non dava nessun segno di miglioramento, fu costretto a togliersi il giacchetto per tirare su la maglietta che indossava.
Staccò il copri capezzolo e con qualche difficoltà, per colpa della crisi in corso, riuscì a farlo attaccare.

Hitomebore: Biglietto Di Sola AndataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora