Capitolo VI

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~Legami~

Ferivette si guardò attorno inizialmente confusa scrutando la stanza illuminata dalla luce della luna.
Appena riconobbe la sagoma dell'altra, sdraiata nella penombra, chiese.
«Com'è andata?»
«Mi ha battuto...»
«Sì, l'ho visto.»
«Tante volte...»
«Ho visto anche quello.»
Kara si rigirò nel letto sbuffando e stropicciando il cuscino. Non era abituata a letti così morbidi.
«È forte...»
«Non è forte, è solo bravo.»
Rispose la rossa in uno sbadiglio. Ci fu un secondo di silenzio mentre la guerriera rimuginava su quelle parole grattandosi il mento per poi commentare.
«Vogliono dire la stessa cosa»
Il sospiro di Ferivette venne seguito dal leggero cigolio del letto mentre si metteva seduta, ormai consapevole che avrebbero continuato a parlare fino a tarda notte.
Non aveva mai avuto un'esperienza simile e la cosa, nel profondo, la elettrizzava.
«No. Lui ha una strategia: mette le gambe nel modo giusto, ti fa stancare, quando stringete le mani mette la sua un po' più in alto. Sono cose che credo lo facilitano a vincere. Se anche tu le usassi lo batteresti ad occhi chiusi.»
Kara la seguì nei movimenti mettendosi seduta a gambe incrociate, proprio come faceva quando sua sorella le raccontava storie davanti al falò.
«E tu come hai fatto a capirlo?»
Chiese con una punta di scetticismo nella voce mentre stringeva la coperta fra le dita
«Tutti seguiamo delle abitudini perché abbiamo scoperto che ci rendono la vita più facile. Non credo continuasse a fare le stesse cose senza che ci fosse un motivo. Se l'osservassi potresti fare anche tu lo stesso»
Passò un attimo in cui la guerriera guardò il soffitto in silenzio
«No! Devo diventare più forte, per batterlo senza trucchetti!»
La rossa sorrise sbuffando dal naso, di nuovo la stessa sensazione di due notti prima. La determinazione della compagna era così contagiosa da far sembrare qualsiasi impresa un gioco da ragazzi.
Rimuginò su quella sensazione intristendosi, pensando a come si sarebbero potute separare per la loro discussione.
Socchiuse la bocca, non sapeva come riprendere quel discorso. Nonostante l'altra sembrasse aver superato ogni attrito, lei si sentiva ancora mangiare dentro.
«Ascolta...»
Mormorò con tono più serio.
«Devo chiederti una cosa... come mai hai deciso di continuare a viaggiare con me nonostante quello che è successo dopo l'orso?»
Kara rimase sorpresa dalla domanda, abbassando lo sguardo e portandosi una mano tra i capelli, non capendo perchè glielo stesse chiedendo così all'improvviso.
«Perchè anche se sei una strega sei simpatica e poi ti devo un favore.»
Ferivette decise di sorvolare sulla parola ''strega'', quasi sicura che non lo intendesse come insulto
«Un favore?»
«Mi hai salvato la vita, prima o poi ricambierò»
La rossa sospirò, l'idea che viaggiassero insieme solo per un debito la disturbava profondamente. Oltre a ciò un altro pensiero, come un verme nella terra, le si insinuò in testa.
«Ah giusto... scusa per come ti ho trattata stamattina, io... non vole-»
Venne interrotta dal cuscino di Kara che la colpì in pieno volto con così tanta forza da farla quasi cadere
«E basta!»
Irruppe la ragazza scuotendo i suoi capelli argentei.
«Tu pensi troppo! Rilassati! Eri arrabbiata con l'orso, non con me!»
Continuò mettendo i piedi a terra, sollevandosi in piedi e troneggiando sulla ragazza, che in quel momento la guardava a bocca aperta non sapendo cosa dire.
«Quando una battaglia finisce la tua testa continua a combattere e finisci per dire cose che non pensi»
Ferivette non poteva staccarle gli occhi di dosso, in quel momento sentì un vuoto dentro lo stomaco.
Avrebbe voluto parlare ma ebbe la sensazione che quella ragazza, così semplice e a volte ingenua, avesse già detto tutto ciò che si potesse dire.
Sorrise prendendo il cuscino che le era appena stato lanciato addosso porgendolo alla sua compagna.
«Grazie mille.»
Non seppe dire perché la ringraziò, ma Kara sembrò capirlo, riprese il cuscino, appoggiandolo alla testa letto per poi sdraiarsi con uno sbadiglio.
«Buonanotte Feri.»
Da anni nessuno l'aveva chiamata così. Risentire quel nome le riempì il cuore di nostalgia. Si sdraiò guardando per un attimo la mano ustionata che sentiva pulsare sotto le bende mentre il sonno poco a poco l'accoglieva.
«Buonanotte Kara.»

Le Cronache di Erthaldan: Fiamme e AcciaioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora