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HYUNJIN

Com'è vivere senza paura?

Paura.

Quella semplice parola aveva da sempre caratterizzato l'intera vita di Hyunjin. Aveva ventisette anni e ancora si chiedeva come sarebbe stato vivere un giorno senza provare quest'emozione. Più è forte e viva e più perdura nel tempo, insediando le sue radici nel nostro cuore, che diventa pian piano ansia. Si dirama fino allo stomaco, nei muscoli, fino a raggiungere il nostro cervello, iniziando a martellare costantemente, ricordandoci che è lì, che non ci abbandonerà mai e sarà sempre pronta a tornare in qualsiasi istante della nostra vita, soprattutto nei momenti migliori. Si. Rovinarli è il suo passatempo preferito. Hyunjin non passava bei momenti da molto tempo ormai, non riusciva più ad essere realmente felice da anni. Nemmeno la sua infanzia era riuscita ad esserlo. Anzi. In quegli anni da giovane adulto, quindi, continuava a chiedersi come fosse vivere senza averne alcuna, senza preoccuparsi del domani, senza ricordare il passato e aver paura del futuro.

Il rumore delle lancette dell'orologio posto sulla parete avevano iniziato a far rumore. Ad ogni secondo diventava sempre più forte, rallentando il tempo, rendendolo ancora più assordante e straziante. La sua testa aveva iniziato a martellare a ritmo dei secondi. Si chiese come facessero tutti a non sentirle, a non voltarsi. Perché era l'unico a sentirle? Perché..

*Suono della campanella*

Respira.

-Bene ragazzi, il tempo è scaduto- si alzò dalla cattedra su cui era poggiato da chissà quanto tempo, riprendendosi. -Posate le matite e aspettare che ritiri i vostri test-

Dei piccoli sospiri e sbuffi arrivarono alle sue orecchie, ma non ci diede molto peso, ormai il peggio era passato.

Era stato assunto come professore di matematica da circa quattro mesi in quella scuola. Era il suo primo anno da professore, appena dopo la laurea, nel South Side, Chicago. Un quartiere ben diverso dalle sue origini. Manhattan. Gli avevano fortemente sconsigliato quella zona, soprattutto la sua famiglia, ma Hyunjin era fortemente convinto che quella lontananza con la sua città natale lo aiutasse a migliorarsi, o almeno cosi credeva. I suoi alunni avevano quindici anni, per questo è stato fortunato. Soprattutto per il fatto che quel quartiere, col passare degli anni, avesse in parte superato la vita malsana a cui portava.

Uno sputo.

In parte, infatti.

Matt, uno degli alunni più riluttanti nei confronti dell'asiatico, aveva appena sputato sul suo test, non appena Hyunjin lo afferrò tra le mani. Quest'ultimo sorrise, vedendo il ragazzino sghignazzare in segno di sfida. Fortunatamente il professore era stato educato sin da piccolo a saper controbattere alle offese, cosa che lo spronò a continuare la sua cattedra anche in quel posto. Si chinò all'altezza del ragazzo di colore, senza togliere il sorriso dal volto, mentre quest'ultimo faceva appassire il suo poco a poco.

-Prova a sputare di nuovo su un altro test e giurò che farò in modo che tu ripeta il secondo anno a vita, intesi?- disse, a voce bassa, per poi rialzarsi e lasciare il test sul suo banco. -Insufficiente, comunque- continuò, avvicinandosi agli altri alunni per raccogliere i test rimanenti, lasciando Matt con un'espressione contrariata in volto.

*

-Sul serio, mi ha sputato sul cazzo di compito!-

Era al telefono. Forse la voce un po' troppo alta e sconcertata, ma gliene fregava poco in quel quartiere. Stava mangiando i soliti noodles, nella solita confezione in cartone, al solito negozio a qualche minuto da casa. Era appena uscito da scuola e le sue abilità culinarie erano vicino allo zero. In quattro mesi aveva imparato ben poco, o almeno lo stretto necessario per mantenersi in vita una volta solo, nella sua misera casa.

Pureness - HyunlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora