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FELIX

-Oh, eccoti! Il mio carissimo Felix- Brian si alzò dalla poltrona in pelle, allargando le braccia, mentre manteneva nella mano sinistra il suo solito sigaro per metà consumato. -Come va?- domandò, retoricamente.

Felix avanzò nello studio lussuoso, cercando insistentemente di evitare il suo sguardo fintamente buono. Si strinse nel suo giubotto marrone, muovendosi nervosamente sul posto, timoroso di ciò che stava per chiedergli.

Brian era la causa della sua tristezza, Brian era il motivo per cui Felix si ritrovava ogni notte in un quartiere diverso di Chicago a vendere il suo corpo a degli estranei. Fu lui a fargli quella proposta, tre anni prima, sapendo che il biondo avrebbe accettato perché ormai non aveva più nulla da perdere. Ora lo teneva in pugno, manovrato e immobilizzato in quella situazione senza via di scampo.

Era un imprenditore, rinomato e molto, molto ricco. Gestiva lui quel giro di prostituzione. Molti dei quartieri del Southside erano nelle sue mani ed era lui a decidere i posti in cui collocare le prostitute ogni notte. Molte di queste lo vedevano come un salvatore, un dio che aveva dato loro la possibilità di guadagnare, salvandole dalla strada. Felix no. Aveva cercato di sottrarsi da quel giro, consapevole che non fosse adatto a lui. Voleva ricrearsi una vita normale, fatta di un lavoro normale. Brian glielo impedì, come l'avrebbe impedito a tutti coloro che facevano parte di quella cerchia.

Una volta dentro non puoi più uscirne, erano le regole non scritte.

-Sei sempre una soddisfazione, un portento per i miei incassi!- esclamò, riempiendolo di complimenti, come era suo solito fare con lui.

Felix era, dal primo giorno, il più rinomato tra le prostitute. Era lui a portare più soldi al capo e, di conseguenza, quest'ultimo non avrebbe mai e poi mai accettato la sua perdita nel giro.

Brian infilò una mano nella sua giacca cacciando subito dopo una busta in carta contenente delle banconote. Il ricompenso del biondo. Quest'ultimo la prese, avvicinandosi all'uomo, ma rimase dinanzi a lui, osservando la busta.

-Qualche problema?- domandò, alzando le sopracciglia.

-Me ne servono altri- disse, a bassa voce, alzando lo sguardo sull'uomo.

Quest'ultimo aggrottò le sopracciglia, per poi ridere sonoramente, mentre si dirigeva alla sua scrivania.

-E sentiamo, perché dovresti volerne altri?- domandò, divertito. -Dovrebbe già essere abbastanza-

-Almeno il cinquanta- disse, subito, Felix. -Mia sorella sta crescendo, ha bisogno di vestiti, di materiale per la scuola, non è più una bambina-

-I patti erano questi- rispose Brian, sedendosi sulla sedia posta dietro la scrivania, incrociando le braccia al petto, guardando il ragazzo dalla testa ai piedi.

-Lo so- abbassò lo sguardo. -Ma arrivo a malapena alla fine del mese-

Brian sospirò, scocciato.

-Sono-sono quello che porta più guadagni, senza me perderesti molti soldi. Credo di meritarmi il dieci per cento in più- azzardò. Brian lo guardò con occhi ridotti a due fessure.

-Senza me, mh?- si prese gioco di lui, consapevole che non vi fosse nemmeno la remota possibilità che potesse accadere. Sospirò. -E va bene, oggi mi sento buono, avrai il tuo cinquanta per cento di ricompensa-

Felix sospirò, sollevato, cacciando fuori tutta l'aria che aveva trattenuto nel mentre. Era felice.

-Ma!- si alzò di scatto. -Dovrai lavorare duro. Fa qualche stronzata e a pagarne le conseguenze sarà la tua piccola sorellina- sorrise, come se avesse detto la cosa più normale al mondo.

Pureness - HyunlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora