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HYUNJIN

Quella sera Hyunjin tornò a casa con una pesantezza al petto. Continuò a bere dopo quello scontro, fino a non reggersi più in piedi. Non sapeva il perché di quella sensazione ma una piccola parte di se gli suggeriva di aver sbagliato. Il modo in cui si era comportato col biondo era totalmente sbagliato e inopportuno. Non aveva alcun diritto di fargli pesare ciò che avesse fatto, anche perché entrambi non avevano alcun rapporto, questo lo sapeva bene. Eppure era come se qualcosa si fosse impossessato della sua mente quella sera, forse rabbia, rancore.. o gelosia. Questo lui non lo sapeva e non aveva neanche voglia di scoprirlo poiché il solo pensiero lo agitava a dir poco.

Il fine settimana lo passò rinchiuso in casa. Non aveva voglia di vedere nessuno e temeva che mettendo piede fuori casa avesse potuto incontrare quel biondino che sembrava essere diventato tanto abituale nella sua vita. La sua mente lo riportava sempre al suo volto, a quella sera. Ignorò le molteplici chiamate quotidiane di Joe e le domande di Michael e Jacob su come stesse. Non aveva le energie per affrontare la vita al di fuori di quel guscio che aveva creato.

'Io so il perché, Hyunjin'

Quella maledetta voce era tornata, come era tornata la sua ansia e la paura che da sempre l'aveva accompagnato. Si prese la testa tra le mani, seduto sul suo materasso. Aveva ignorato la colazione e il pranzo, senza accorgersene. Il suo stomaco brontolava ma non gli dava molto peso; il rumore dei suoi pensieri riusciva a sovrastarlo.

'Ammettilo, Hyunjin, smetti di essere ciò che non sei'

Grugnì, affondando la testa nel cuscino. -Basta!- Urlò, sapendo che nessuno potesse sentirlo, sapendo che non sarebbe scomparsa con quella semplice parola, dandosi del pazzo. Ma forse funzionò per quel momento, aveva smesso di sentirla. Sollevò la testa dal cuscino posando lo sguardo sul comodino di fianco al letto.

La lettera.

L'aveva poggiata lì non appena ne fu nuovamente in possesso. Sì passò una mano tra i capelli, portandoli indietro. Quello era un ulteriore problema da affrontare, la stessa prostituta gli aveva dato la soluzione. Battette nervosamente il piede sulla moquette, pensando a come risolverlo. Sapeva vi fosse una sola soluzione. Prese la lettera, dirigendosi in salotto. Compose il numero, sedendosi sul divano, poggiando quel pezzo di carta sul tavolino dinanzi a esso.

-Pronto?- il cuore del moro fece un salto.

-..Mamma?-

-Hyunjin! Santo cielo, come stai?- I suoi occhi si inumidirono. Non doveva piangere.

-Io.. sto bene. Tu come stai?- la sentiva singhiozzare dall'altra parte del telefono.

-Sto bene, tesoro. Mi manchi.. manchi a tutti qui- Hyunjin sapeva non fosse vero. -Hai letto la lettera?-

-Si.. avresti potuto chiamarmi-

-Non avrebbe avuto lo stesso effetto- corretto. -..Come sta andando lì?-

-Procede bene-

-Sicuro, tesoro? Quel posto non è molto adatt-

-Sto bene, mamma. Riesco a cavarmela e.. qui è tutto più.. libero- rispose, cercando di organizzare le parole, sapendo avrebbero avuto un peso sulla donna. La sentì difatti sospirare.

-Sai che anche qui puoi- Hyunjin la fermò, alzandosi di scatto dal divano.

-No.. non è così. In ogni caso non mi servirebbe- rispose.

-Hyunjin, lo sai. Tuo padre ha sbagliato, i-io vorrei non fosse mai successo- pianse. Hyunjin cercò di trattenere le sue di lacrime. Prese un forte respiro.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 03, 2023 ⏰

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