6.River Valley

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Aurora provò ad aprire gli occhi, ma le sue palpebre erano come incollate. Sembravano così pesanti che ogni suo tentativo di svegliarsi falliva miseramente.

Al terzo tentativo però riuscì nell'impresa e da quel poco che riuscì a vedere attraverso la vista sfocata, si trovava in camera sua. Non era sotto le coperte come di consueto, ma era sdraiata diagonalmente con un cuscino stretto al petto.

I ricordi del giorno prima erano come polvere che le scivolava via dalle mani. Lentamente si ricordò della visita di John, della sua confessione e del loro litigio. Mugugnò stringendosi ancor di più il cuscino al petto e voltandosi dall'altra parte. Ebbe come un déjà vu nel vedere Samuel in piedi davanti a lei che guardava fisso il suo pc sulla scrivania.

Si mise a sedere e buttò via il cuscino. «Ok, sul serio... perché continui a fissare quel dannato computer?» chiese.

Sam si passò una mano sul viso, senza nemmeno voltarsi verso di lei, e si sedette sulla sedia girevole accanto a lui. «Pensavo.» disse in un sussurro.

«A cosa?- chiese spazientita –Non dire solo 'pensavo', sii più specifico. Potrei aiutarti.»

Ma lui non rispose e rimase a fissare il pavimento.

«Vuoi cercare qualcosa?- tentò ancora lei –È  questo che vuoi fare?»

Stavolta Sam sollevò lo sguardo su di lei e annuì leggermente. Aurora si alzò dal letto e si avvicinò a lui facendolo alzare per prendere il suo posto alla scrivania. «Su cosa?»

«River Valley.»

Aurora corrugò la fronte mentre apriva il browser. «Si tratta di un posto immagino. È da dove vieni tu?»

«Non lo so.»

«Hai ricordato qualcosa?»

«No, solo questo nome. River Valley.»

Aurora annuì e cominciò le sue ricerche. Ci vollero solo pochi secondi a trovare il risultato giusto.

River Valley era un piccolo paesino di montagna non lontano da lì. Cercando tra le immagini, Samuel vi scorse lo stesso ponte del suo ricordo. Era identico a come lo aveva ricordato.

«Credo di essere stato lì- spiegò  lui –Ricordo quel ponte.»

«È a solo un'ora e mezza di treno da qui. Se vuoi ci andiamo.»

Sam alzò un sopracciglio. «Che? No, non posso andare.»

«Sì che puoi. Ascolta, tu non dovresti essere qui ok? Questo non è il tuo posto.» Samuel la guardò con un misto di confusione e dispiacere, così lei prese un bel respiro e continuò a parlare. «Davvero Sam, io sono contenta di averti rivisto. Contenta di sapere che il mio amico immaginario era, anche se in senso molto contorto, reale... ma tu sei morto e non credo dovresti essere qui.»

«E allora perché ci starei?»

Aurora alzò le spalle. «Un errore di calcolo?- tentò –O semplicemente perché hai dimenticato.»

Lui la guardò confusa.

«Tra i ricordi che hai perso quando sei morto forse ce n'era uno importante. Uno che devi ricordare; uno che ti aiuterà a trovare la pace.»

«Ma io sono in pace.» replicò lui, fingendo di non capire a cosa lei si riferisse.

«Intendo la pace eterna, idiota.»

Lui sorrise per un secondo, solo un fugace attimo per poi tornare a rattristarsi. «Non posso andare, e tu non puoi andare. Sei ancora in convalescenza.»

Il mio amico immaginario [MOMENTANEAMENTE SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora