Cap. I - Le prime vittime

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Pov ???:

Ci siamo. Li ho seguiti tutto il giorno in attesa di un'occasione come questa. Un'intera giornata ad osservare le sdolcinatezze di quei due.

Me ne sarei andato volentieri, ma lei lo ha fatto soffrire e, nonostante lui dica che è tutto passato, so che ancora soffre per lei. Lei ha giocato con i suoi sentimenti, ora io giocherò con il suo corpicino.

Fortunatamente per me, sono riuscito a fargli sbagliare strada, ed ora eccoli lì, mentre cercano angosciati di orientarsi per uscire da questo vicoletto. Unica illuminazione, un lampione sgangherato. È l'ambientazione perfetta per il mio piccolo "scherzetto".

Dall'angolino in ombra in cui mi trovo, con la voce più inquietante che posso, domando loro "Andate da qualche parte?". Dio, se mi diverte vedere i brividi di terrore percorrere il loro corpo, ed è ancora più bello vederli girarsi e tranquillizzarsi riconoscendo la sagoma del loro amico. Poveri illusi, se solo sapessero la verità. Il ragazzo mi dice:"Ehi, amico ("Tzé, amico, come no?" penso), ci hai quasi fatto venire un infarto." Dentro me, penso:"Per fortuna non vi è venuto, altrimenti addio al divertimento." Dopodiché la troietta si avvicina, chiedendomi "Ma si può sapere perché parli così?"

Momenti di silenzio, poi sento l'inconfondibile suono di una lama che lacera la carne, seguito dalla sublime melodia di chi affoga nel proprio sangue. La ragazza si gira ed osserva mentre il ragazzo si accascia, tossendo sangue mentre tenta di respirare. La ragazza sta per urlare ma velocemente la afferro e le blocco la bocca, stringendo in modo da non farla respirare mentre le sue lacrime scendono copiose, e sul terreno si mescolano al sangue del ragazzo. Mentre la tengo, la costringo ad osservare mentre sul volto del suo ragazzo viene inciso un sorriso, facendolo sanguinare ancora di più. Finalmente la troietta sviene ed il ragazzo muore. Osservo il volto del ragazzo. Devo ammettere che Jeff ha fatto un ottimo lavoro. "Eccellente, come sempre.- gli dico, mentre ci prepariamo a tornare a casa con i nostri "trofei", -peccato che sia stato troppo veloce. Con questa puttanella vedrò di renderlo più lento e divertente."

Quindi torniamo a casa e, dopo averla legata ed imbavagliata, la sveglio con un bel taglio in pieno ventre e, mentre riprende conoscenza, inizio a prelevare i suoi organi, mentre le lacrime riprendono a bagnare le sue guance e le sue urla diventano udibili anche attraverso il panno. Ogni volta tiro lentamente ma con forza, in modo da sentire le vene staccarsi e i tessuti intorno lacerarsi, mentre la ragazza continua a gridare e piangere, ed i suoi occhi continuano a fissarmi, chiedendomi di porre fine a quello strazio. Alla fine le tolgo il bavaglio, e lei mi chiede, con un filo di voce:"Chi sei tu? Tu non sei lui. Non puoi essere ..."

Le metto un dito sulle labbra per fermarla, ed all'orecchio le sossurro:"Hai ragione, non sono lui. Io sono la giusta vendetta. Hai giocato con cose con cui non dovevi giocare e ora hai pagato. Quindi ora puoi riposarti. Go to sleep, dolcezza."

Dopodiché le strappo il cuore. Un ultimo grido, se così si può dire, esce dalle pallide labbra della ragazza, dopodiché il suo capo crolla in avanti. È finita.

Mentre mi lavo le mani dal sangue, Jeff mi domanda:"Sei sicuro che lui volesse questo?"

"Certo che lo voleva, anche se probabilmente non lo sapeva. Lei ha giocato col suo cuore, noi con i suoi organi. Comunque non dirglielo. Voglio essere io a fargli questa sorpresa."

"Come vuoi, ma faremmo meglio ad andare."

"Hai ragione, ormai sta per spuntare il sole."

Detto questo Jeff se ne va ed io torno alla mia dimensione.

I segreti della porta accantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora