Cap.IV- Mi dispiace...

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Pov Sandra:

"Ciao, Sandra."

Una voce distorta mi accoglie nel buio.

"Chi sei?"

"Sono qualcuno che ti farà capire cosa vuol dire perdere qualcosa a cui si tiene. Sono qualcuno che non vuole che tu interferisca con i suoi progetti. Sono qualcuno che vuole toglierti di mezzo."

"Cosa intendi?"

"Vedrai, ragazzina, vedrai..."

Dopodiché mi ritrovo nel silenzio più totale.

Ed allora mi sveglio. Sono sdraiata su un letto, in una camera in penombra. Vicino a me vedo una lampada e la accendo. Riconosco così la camera di Fabio. È inconfondibile, con tutti quei poster di film horror appesi alle pareti. Però non capisco: cosa ci faccio qui?

La porta della camera si apre lentamente e Fabio entra.

"Vedo che ti sei svegliata. Bene."

"Quanto sono rimasta svenuta?"

"Per tre ore, forse anche più."

"Perché sono quì?"

Fabio fissa il pavimento, in silenzio, come se non volesse dirmi nulla, poi mi dice "Ecco, vedi, il fatto è che..."

"Cosa?"

"Il fatto è che..."

"Cosa c'è?"

"Il fatto è che..."

"SMETTILA DI RIPETERTI E DIMMI PERCHÉ SONO QUÌ!"

D'un tratto, una bambina si affaccia alla porta della camera.

Si avvicina, mi guarda e domanda a Fabio "È lei la tua amica?"

"Sì."

La bambina mi fissa con due tristi occhioni verdi e mi dice "Mi dispiace per quello che ti è successo."

Osservo Fabio e, sconvolta, gli chiedo "Cosa vuol dire questo?"

Lui fa un respiro profondo, poi mi risponde "Non sapevo come dirtelo: i tuoi genitori..."

Oh no. Mamma! Papà! Corro fuori da casa di Fabio e mi precipito verso casa mia. La porta è ancora aperta e, all'interno, ciò che vedo mi fa gelare il sangue.

I corpi dei miei genitori sono legati uno accanto all'altro, i loro volti deformati in espressioni di estrema sofferenza e terrore. Sono stati entrambi eviscerati e mutilati. A mio padre sono stati cavati gli occhi, ora penzolanti dal nervo, e il suo sangue si è unito alle lacrime nel ricropire il suo viso, mentre a mia madre è stata aperta la gola e strappate le corde vocali, e rivoli di sangue partono dalla ferita e, scendendo, si uniscono fino spargersi in un lago rosso scuro sul grembiule che indossa. Ad entrambi, il cuore è stato trafitto con un coltello avente un teschio inciso sull'impugnatura.

Alla vista di quell'orrore, crollo in ginocchio ed inizio a piangere. Ecco cosa voleva dire la voce quando parlava di "farmi capire cosa vuol dire perdere qualcosa a cui si tiene". Quella voce, quel... quel... mostro ha ucciso i miei genitori.

"Stavo venendo a chiamarti per andare alla festa ed ho visto la porta socchiusa.- mi dice Fabio,aiutandomi ad alzarmi, - Mi sono insospettito ed ho aperto, e così ho visto i tuoi in questo stato. Poco distante tu eri a terra in una pozza di sangue. Così ti ho portata a casa sperando di farti rinvenire. Mi dispiace."

Mi riaccompagna a casa sua e mi fa sedere, poi se ne va in cucina e torna con una tazza in mano.

"Bevi, servirà a farti riprendere un po' dallo shock."

Prendo la tazza e comincio a bere il liquido all'interno. È molto dolce. Finito di bere, vengo presa da una forte stanchezza.

"Se vuoi, puoi dormire in camera mia. Io mi arrangerò sul divano."

"Grazie, ma non vorrei disturbare."

"Nessun disturbo, non preoccuparti."

Mi accompagna in camera e mi fa sdraiare. In poco tempo mi addormento.

Pov Fabio:

Bene. Il sonnifero ha funzionato. Povera Sandra. Dopo tutto questo ha bisogno di riposare. Esco dalla camera e chiudo silenziosamente la porta. Dopodiché vado in salotto e inizio a guardare un po' di televisione. Sally si avvicina, si siede accanto a me e mi dice dispiaciuta "Scusami per prima. Pensavo glielo avessi già detto."

Le sorrido e, mettendole una mano sula testa, la rassicuro "Tranquilla, stavo per dirglielo."

Lei ricambia il sorriso ed io, accarezzandole i capelli marroni, le chiedo "Piuttosto, non dovresti andare a letto? È tardi ormai."

Lei mi guarda e chiede "mi racconti la favola della buonanotte?"

"Credo sia meglio che tu lo chieda a Jill."

"Ok. Buonanotte."

"Buonanotte, Sally."

Dopo che Sally va a letto, anche io vengo preso dal sonno. Mi sdraio sul divano e, in poco tempo, vengo accolto tra le braccia di Morfeo.

-spazio autore-

Ehilà, vedo che siete in molti (sì, per me quarantaquattro è molti) e seguire la mia storia. Mi dispiace di non aver aggiornato per troppo tempo. Per farmi perdonare oggi pubblico due capitoli. Rinnovo il mio invito a commentare in modo che io possa sentire i vostri pareri e migliorare la storia.

I segreti della porta accantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora